LA NOSTRA LINGUA MANCA DI PAROLE

Musica e immagini allo Storchi nel Giorno della Memoria (Modena, 27 gennaio 2013)

LA NOSTRA LINGUA MANCA DI PAROLE

Le voci: quelle degli attori del “Ratto d’Europa” Michele Dell’Utri e Simone Tangolo, quelle dei cantanti dell’orchestra e quelle di un coro multilingue di cento lettori. La musica, suonata dalla “Maxmaber Orkestar”, e proiezioni di immagini. Tutto intrecciato in un’azione scenica in cui suoni, figure e parole dialogano costantemente. Sono gli ingredienti di “La nostra lingua manca di parole. Voci per un’Europa in cerca di memorie” in scena al Teatro Storchi alle 21 di domenica 27 gennaio, Giorno della Memoria, a ingresso gratuito.

L’appuntamento – organizzato e promosso da Comune di Modena, Fondazione Villa Emma ed Emilia Romagna Teatro Fondazione – prende spunto dalla presentazione, in programma nella stessa serata, del dvd “La nostra lingua manca di parole. ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi letto in italiano, arabo, francese, inglese, polacco, ungherese, russo, tedesco, ebraico e sloveno” che testimonia l’appuntamento modenese del Giorno della Memoria 2011.

“In una società che è sempre più sdraiata sul presente e non trova nella storia quelle radici che permettono di immaginare il futuro, ogni iniziativa dedicata alla memoria è fondamentale – afferma Roberto Alperoli, – Mai come oggi poi, siamo immersi in un linguaggio ‘confezionato’, artificioso, con frasi fatte ormai incapaci di parlare veramente. A maggior ragione è importante una riflessione sul potere e l’importanza delle parole come ci viene proposto da questa azione teatrale”.

“Il nucleo è costituito da alcuni testi dello scrittore torinese – spiegano Claudio Longhi, il regista, e Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma -, in cui si riflette sull’importanza della ‘parola’ e della ‘comunicazione’, del ‘capire’ e del ‘farsi capire’. Questi elementi, fondamentali in ogni tipo di relazione umana e all’interno di ogni comunità, nello spazio violento del campo di concentramento venivano volutamente contrastati per accrescere il disorientamento e la disperazione dei prigionieri. La dinamica che lega o mette in contrasto la lingua e le lingue può dunque concretamente migliorare le nostre condizioni esistenziali, oppure, in situazioni estreme, farci soccombere”.

Nella rappresentazione si alternano, momenti di comunicazione affidati ad attori professionisti, e momenti di “caos” voluto, nei quali il coro multilingue formato da un centinaio di lettori porta in scena la violenza babelica della non-comprensione e dello spaesamento. “Dietro questo evidente contrasto, affidato ovviamente alla finzione teatrale – proseguono Ciuffi e Longhi -, risiede per noi il senso profondo della serata, che vuole evocare, visto che questo ricordiamo, la presenza ad Auschwitz delle tante lingue d’Europa parlate dai prigionieri, costretti però ad assumere i vocaboli essenziali della lingua del comando: quella che regolava le azioni del campo. Ed era fondamentale (come lo è stato per Levi) potersi orientare in quel labirinto di suoni apparentemente senza senso, per capire cosa intimavano gli aguzzini, come mettersi in fila per l’appello, come indirizzarsi alla distribuzione della zuppa: capire una ‘lingua altra’ poteva significare salvarsi”.

L’appuntamento teatrale del 27 gennaio Giorno della Memoria è stato pensato all’interno del più ampio progetto “Il ratto d’Europa”, sviluppato a Modena da ERT e a Roma da Associazione Teatro di Roma: obiettivo del percorso attraverso le sue molteplici tappe è, fra gli altri, proprio quello di riflettere sulle identità plurali, a partire da quelle europee.

In apertura di serata verrà letto un testo di Arrigo Levi scritto per l’occasione. I componenti della “Maxmaber Orkestar” sono: Eleonora Lana, voce; Max Jurcev, fisarmonica e voce, Alberto Guzzi, sax contralto e soprano e voce; Matteo Zecchini, chitarra acustica ed elettrica; Fabio Bandiera, chitarra basso, e Luca Carboni, batteria.

“Anche il progetto di quest’anno vuole ribadire un’intenzione e collocarla al centro di una ricorrenza importante nel calendario civile: contrastare la violenza che accompagna ogni potere fondato su ‘parole poco chiare’ o sul ‘non rispetto’ della lingua e dell’identità di un altro”, concludono Ciuffi e Longhi, auspicando che i partecipanti “si ritrovino attorno a un libro fondamentale per una lettura capace di superare il caos e di disperdere, anche per un attimo, la nebbia”.

Per informazioni si può telefonare all’Ert (tel. 059 2136011), o consultare i siti internet www.emiliaromagnateatro.com, www.fondazionevillaemma.org oppure via e-mail a ilrattodeuropa@emiliaromagnateatro.com.