"Adotta un telo" e combatti lo smog
Stradanove ha intervistato Davide Ferraresi di Legambiente Modena sul progetto "Adotta un telo".
La natura sta gridando di dolore e non possiamo più ignorarla, per aiutare il nostro pianeta a guarire dalla malattia chiamata inquinamento, tuttinoi dobbiamo intervenire così da tutelare la nostra casa e conservarla per chi l’abiterà dopo di noi. In una situazione di emergenza come questa un contributo anche piccolo, può aiutare. Ed è proprio di questo che tratta il progetto “Adotta un telo” di Legambiente Modena, la cui attenzione è rivolta in particolar modo allo smog e alla concentrazione di polveri sottili della nostra città.
Com’è nata l’idea del progetto adotta un telo?
simboleggiare la preoccupazione di alcune persone che vivevano in una condizione di inquinamento importante e l’obbiettivo di evidenziare gli effetti dello smog che dovrebbero osservarsi attraverso l’annerimento del lenzuolo.
Scopi e obbiettivi della campagna?
Scopo della campagna è informare ed evidenziare che ci sono delle persone realmente preoccupate dello stato della qualità dell’aria, sia nella nostra città ma anche in altre regioni Padane come Piemonte, Lombardia e Veneto. Aspettiamo di vedere quale sarà l'annerimento dei teli; in questi giorni stiamo ricevendo i primi risultati e rispetto a qualche decennio fa sono meno evidenti. Questa è un’ipotesi che stiamo al momento valutando, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che è cambiato il tipo di inquinamento. Una volta avevamo delle automobili, camion e veicoli commerciali e impianti di riscaldamento per l’industria meno controllati, cioè avevano dei filtri meno efficaci e quindi rilasciavano nell’atmosfera una quantità di inquinanti maggiore. Ragion per cui ai tempi si osservavano, oltre a delle alte concentrazioni di queste sostanze nell’atmosfera, anche degli effetti più visibili sui teli. Oggi invece abbiamo unparco auto con automezzi più recenti che stanno entrando in circolazione, la dismissione di quelli più vecchi e, da parte anche dell’industria e del settore residenziale, filtri sempre più efficaci. L’inquinamento soprattutto di alcune sostanze si è ridotto drasticamente, quasi fino a zero (come nel caso biossido di zolfo). Tuttavia, per quanto riguarda le polveri sottili, nonostante noi non vediamo concretamente l’effetto sul tessuto, queste particelle esistono ancora e lo stiamo provando in questi giorni con alcune attività nelle scuole, utilizzando una piccola centralina che rileva la concentrazione delle polveri sottili. Esse ci sono e in certi punti, che vengono chiamati “Hot Spot”, cioè punti caldi, esistono in concentrazioni molto rilevanti e si parla ad esempio del bordo delle strade, alcune zone industriali e con effetti più o meno ampi sull’area circostante: il fatto che non si vedano, concretamente sul telo bianco, non deve far pensare che queste non ci siano; dopotutto l’emergenza smog la stiamo vivendo ancora oggi, la leggiamo sui giornali, sentiamo le misure di emergenza che vengono adottate dai comuni: insomma ci sono tanti segnali che ci devono indurre a non abbassare la guardia, ma anzi a chiedere un rispetto dei limiti di legge. D’altra parte una delle cose che viene trascurata dal dibattito è il fatto che noi abbiamo dei limiti di legge sulla qualità dell’aria che non coincidono con i valori consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che fissa dei valori più bassi e quindi non possiamo dirci soddisfatti anche se rispettiamo quello che ci chiede l’unione europea: l’obiettivo dovrebbe essere quello di abbassare il più possibile le emissioni e rientrare in questi “indici” dell'OMS.
Com’è stata accolta l’iniziativa dal Comune di Modena?
Il Comune di Modena è Innanzitutto partner di questo progetto, nel senso che lo sostiene attraverso il bando dei quartieri decidendo quindi di contribuire anche direttamente. Poi Stradanove, sito dell'assessorato alle politiche govanili, ha deciso di adottare un lenzuolo, perciò speriamo in un impegno da parte del Comune di Modena anche per quanto riguarda le politiche, dato che è il regolatore di una serie di interventi che vanno dalla tutela della salute all’urbanistica, alla viabilità e alle infrastrutture; insomma sono tanti gli elementi che contribuiscono tendenzialmente in modo negativo alla qualità dell’aria e il Comune ha il potere non tanto di risolvere completamente, ma influire in senso positivo su questa situazione. Vedremo, quando arriveremo alla fine di questo periodo invernale, quali saranno i miglioramenti o i peggioramenti della qualità dell’aria che sono stati osservati a Modena e trarremo anche delle conclusioni insieme al Comune. Poi c’è un tema aperto per quanto riguarda le politiche regionali e le politiche del bacino padano sulla qualità dell’aria dato che nel 2020 arriverà a conclusione il periodo di vigenza del piano aria integrato regionale, cioè un piano di interventi che definisce le misure di emergenza. Si farà un consuntivo e si vedrà cosa effettivamente si è riuscito a fare.
E invece dai cittadini?
Allora dai cittadini abbiamo avuto circa 50 adesioni, ma in realtà ci sono anche alcune scuole e alcune parrocchie che hanno aderito e quindiesposto il telo. Quello che vogliamo fare nel corso dei prossimi giorni è di andare a vedere “sotto casa” o sotto le scuole o le attività che hanno adottato un nostro telo, qual è la situazione effettiva della qualità dell’aria facendo delle misure quantitative per capire di quanto è il “Picco di inquinanti” che si respira. Il telo fa quello che fa l’Agenzia Regionale, ovvero una media delle concentrazioni di inquinanti nell’arco di tempo in cui viene esposto e quello che noi facciamo è andare a vedere, in un determinato lasso di tempo ristretto (dieci minuti, una mezz’ora, un’ora etc etc), quali sono le concentrazioni di inquinanti effettive. Sulla base di queste creeremo dei grafici per visualizzare e condividere quello che si respira concretamente.
Come si può aderire e quando si potranno conoscere i risultati? Me l’hai un po’ già detto ma nello specifico?
Allora, In realtà siamo partiti con la campagna verso metà gennaio e il periodo individuato come interessante per l’esposizione va fino a fine febbraio, perché le polveri sottili aumentano di concentrazione durante l’inverno poiché si tratta del periodo in cui sono accesi gli impianti di riscaldamento. Poi dipende anche dalla stagione che ogni anno cambia ed è interessante vedere quanto le concentrazioni si alzano: d’estate, ad esempio, le polveri sottili sono molto basse perché mancano alcune delle fonti che le producono e inoltre sono presenti delle condizioni meteorologiche che favoriscono la dispersione degli inquinanti, come il vento e la pioggia che tendono ad essere più forti grazie al sole che riscaldando consente un rimescolamento dello strato d’aria. In inverno invece le condizioni di inversione termica tengono lo strato d’aria ben vicino al suolo e non gli consentono di rimescolarsi favorendo l’aumento della concentrazione.
LuftDaten (tedesca) e che sta promuovendo da anni la diffusione di centraline Low Cost, ovvero centraline che vengono fabbricate da persone che si dilettano di elettronica e informatica. A Modena sono presenti meno di una decina di queste centraline perciò il tentativo è quello di cercare di piazzarne altre per avere un dato quantitativo il più possibile localizzato in determinati punti. Questo a fronte di un’assenza strutturale di centraline dell’autorità ARPAE, poiché i valori che loro forniscono non danno delle informazioni particolarmente localizzate perciò l’idea è quella di implementare una nuova modalità di misura che sia un po’ più qualitativa di questa (Indica il telo) e che ci dia dei risultati più diffusi rispetto a quelli ufficiali. Detto ciò già oggi si possono prendere i dati delle centraline Low Cost che sono già state installate e provare a confrontarli con quelli che risultano dai dati ufficiali.
A cura di Giorgia Martin e Marzia Prisciano
Stradanove ringrazia Davide Ferraresi per la disponibilità.
Ed ecco la seconda parte dell'intervista!
Sulle tematiche ambientali consulta anche la pagina facebook di Friday For Future Modena