R.J. ELLORY

Incontro con lo scrittore britannico autore di 'Un semplice atto di violenza'. Il suo protagonista ideale? "Un individuo ordinario vive una situazione straordinaria..."

R.J. ELLORY

La prima domanda è molto semplice: perché scrive?    Un famoso autore inglese diceva che la maggior parte degli scrittori scrive perché non può evitarlo! Io scrivo perché questo è il modo in cui sento il bisogno di esprimere me stesso, di comunicare le mie idee e ciò che penso, e anche di esprimere la mia opinione sugli aspetti della vita che considero importanti. Mi piace anche il poter creare un nuovo "mondo" per ogni nuovo libro.

Che cosa significa per lei il successo e quale aspetto del successo apprezza maggiormente?    Il successo per me è la possibilità di viaggiare, di conoscere gente, di scoprire la vita, di godere della compagnia altrui e di fare tutto ciò che posso per rendere felice la vita delle persone che incontro.

Per parlare dei suoi primi romanzi, nel suo sito web, lei ha scritto che non era possibile per editori americani – ma anche per quelli inglesi – pubblicare libri ambientati negli Stati Uniti di un autore inglese. Otto anni dopo, lei ha scritto Candlemoth, che, come tutti gli altri suoi romanzi, è ambientato negli Stati Uniti. Da dove nasce questo interesse per la cultura e la politica americana?    Nasce nella mia infanzia, dal mio grande amore per la letteratura americana, e dal fatto che da bambino trascorrevo la maggior parte del tempo a guardare i film del periodo d'oro di Hollywood, quelli degli anni ‘40 e ‘50.

Come sceglie le città dove ambientare i suoi romanzi? Ha bisogno di visitarle o trova tutte le informazioni necessarie in internet?    Quando posso le visito, e cerco di recarmi negli Stati Uniti almeno due volte l'anno. Per i miei libri scelgo città e periodi storici che creino in me una sorta di trasporto emotivo.

Può raccontarci come avviene praticamente il processo di scrittura, dalla prima idea del romanzo alla storia completa? E, in particolare, com’è nata la trama di Un semplice atto di violenza?    Non seguo uno schema. Scelgo semplicemente un soggetto interessante e inizio a scrivere. Il libro prende una direzione mentre scrivo. Dopo aver scritto Vendetta ( sulla mafia ),  ho deciso che per Un semplice atto di violenza volevo scrivere sui criminali veramente organizzati e ho dunque parlato della C.I.A.!

Penso che ciò che rende la trama particolarmente intensa, per la tensione e la suspense che riesce a creare, è l’alternarsi dei due differenti punti di vista – il narratore, in terza persona, e l’uomo che sembra essere l’assassino, in prima persona.    Sono d' accordo, questo è un aspetto molto interessante. Volevo anche scrivere di due persone – una "buona" e l 'altra "cattiva" – ma alla fine del romanzo si capisce che entrambe non sono né buone né cattive.

I suoi romanzi sono tutti molto differenti, ma si potrebbe rintracciare un “marchio di fabbrica”?    Si, la semplice idea di un individuo ordinario che vive una situazione straordinaria, e questo mi dà la possibilità di parlare delle decisioni e delle rispettive conseguenze, di etica, integrità, onestà e delusione, e di tutto lo spettro e la gamma delle emozioni umane.

C’è una preoccupazione o un qualche intento di “redenzione” nei suoi romanzi e, in particolare, in Un semplice atto di violenza?    Credo di sì. Sono convinto che entrambi i personaggi – John Robey  soprattutto, ma anche Robert Miller – facciano tutto ciò che possono per assumersi la responsabilità di ciò che consegue alle decisioni prese nella vita.

La musica e il cinema sono due sue passione: ci può dire qualcosa sul rapporto con queste due forme artistiche? Come influenzano la sua scrittura?    Mi interessano tutti i diversi campi dell'arte: musica, film, fotografia, pittura, etc. Tutti però dal punto di vista dell'emozione che creano in chi guarda o ascolta. Il coinvolgimento emotivo e la comunicazione sono tutto, e senza di esse non esiste l'arte. Come scrittore, io penso attraverso immagini e emozioni, e la vera forza di un grande libro sta nella capacità di attivare e ispirare l'immaginazione del lettore. Lo stesso vale per la musica. La musica è una forma di comunicazione che può suscitare emozioni senza l'uso della parola.