LUANA VERGARI E FRANCESCO MATTIOLI

Quattro chiacchiere con gli autori del graphic novel "A volto coperto"

LUANA VERGARI E FRANCESCO MATTIOLI

Rottura delle regole tradizionali, sregolatezza, una vita all'ultimo respiro. Jean e Julia, i due protagonisti di "A volto coperto", sono marito e moglie, vivono a Marsiglia negli anni Settanta, sono follemente innamorati, amano girare con la loro bellissima 2CV e hanno un sogno da realizzare: rapinare banche e rubare diamanti, il modo più logico, secondo loro, per avere ancora quello che la vita gli deve.
Abbiamo incontrato Luana Vergari e Francesco Mattioli, gli autori di questo interessante fumetto targato Tunué.


Com'è nata l'idea di scegliere due ottuagenari come protagonisti del vostro noir?
LV Una volta, diversi anni fa, sono andata al cinema di pomeriggio da sola... ero a Roma e non mi ricordo neanche bene il motivo perché ero andata a vedere un film decisamente brutto.
Davanti a me però si sono seduti due signori, una coppia, sugli ottanta. Si tenevano per mano e si davano i bacini durante il film, si facevano le carezze sul viso... ho pensato che fossero bellissimi e lontanissimi dal modo di concepire oggi la vecchiaia: una sorta di malattia o anomalia in una società sempre bella, giovane, perfetta ed efficiente.
Dopo qualche mese mi sono tornati in mente i due vecchi e ho pensato che erano adattissimi come protagonisti per una nuova storia che giocasse con il genere. Due vecchi che fanno l'amore e rapinano le banche, mi sembrava un'ottima idea e così ho convinto Francesco a lavorare con me a questo progetto.
FM Quando Luana mi ha raccontato la storia che aveva in mente mi sono appassionato subito alla trama e all’ambientazione anni ’70, ma avevo qualche riserva sui protagonisti. Mi chiedevo se sarei stato capace di rendere credibile una coppia di anziani senza scivolare nello stereotipo del pensionato che guarda i lavori stradali... e Luana ha dovuto richiamarmi diverse volte perché i personaggi fossero più moderni e meno ‘nonnetti’. A un certo punto il pensionato che è in me si è fatto da parte, e da quel momento è andato tutto liscio. Il bello di lavorare in coppia è che ci si mette sempre un po’ alla prova...

La vecchiaia di cui parlate diventa un periodo della vita caratterizzata da leggerezza nelle scelte, da incoscienza nelle azioni. Ma non sono prerogative della giovinezza?
LV Non so... forse è vero quello che dici però almeno per me non è così. La giovinezza, l'adolescenza, almeno nel mio caso, non avevano tanta leggerezza dentro, tanta incoscienza... col tempo le cose sono migliorate, mi prendo meno sul serio, sono più disposta a rischiare... penso che da vecchia, poi, sarà ancora meglio... avrò sempre meno timore... forse sarò addirittura più indulgente con gli sbagli, i miei e quelli degli altri... Mi arrabbierò meno e allo stesso tempo, immagino, anche il mio coraggio nel tenere comportamenti non perfettamente allineati e in sintonia con il cosiddetto sentire e pensare comune sarà maggiore... poi invece no, non sarà vero niente e sarò una vecchia reazionaria e rompiscatole... non si sa... 
FM A me non sembra tanto strano. E’ un po’ come la signora che si butta con il paracadute a 100 anni, quando ormai quel che doveva fare l’ha fatto e non la spaventa più niente. Un modo per sfidare il mondo che la pensa seduta a guardare la tv in attesa della fine... mi sembra una reazione comune.
Anche se personalmente io mi vedo come sopra, a guardare i lavori stradali, ahimé!

Qual è il messaggio che volevate trasmettere con "A volto coperto"?
LV Una volta ho letto in un'intervista a Paolo Nori che lui aveva detto che era d'accordo con Vladimir Nabokov che un giorni gli avevano chiesto (a Nabokov, non a Nori, a ma poi comunque lo hanno chiesto anche a Nori) che messaggio avessero i suoi romanzi, e lui aveva risposto più o meno così: “quale messaggio? Non sono mica un postino”.
Ecco anche io sono d'accordo con Nabokov e anche con Nori che è d'accordo con Nabokov.
FM “Rapinare le banche, se non ti beccano, aiuta a realizzare i tuoi sogni”
(no, scherzo)

Come nei classici noir francesi, non sono le ambientazioni a rimanere nella memoria, ma la storia, le "voci", la disperazione... E' per questo che avete scelto l'ambientazione francese e non, ad esempio, quella americana?
LV Pensavo al cinema di Melville mentre scrivevo e immaginavo la storia, mi è venuto naturale ambientarla in Francia, a Marsiglia perché leggevo i libri di Izzo.
Sono una ragazza facilmente influenzabile.
Ah, fra l'altro Melville fa un piccolo cameo nel film di Godard... mi sembra che tutto, almeno nella mia testa, torni alla perfezione.   
FM Mi piacciono le ambientazioni esotiche, e la Francia degli anni ’70 è strepitosa. I vicoli, le automobili, i volti... scegliere un’ambientazione affascinante è un bel modo per arricchire una storia, e anche per divertirsi a disegnarla. A posteriori penso che sia stata una scelta azzeccata.

L'omaggio a "Fino all'ultimo respiro" è evidente. La ritenete una storia esemplare di un certo modo di fare cinema (e di fare noir)?
LV Ci sono delle cose bellissime in quel film... a me commuove ogni volta. Loro che fanno le smorfie nell'ultima scena è un modo stupefacente per raccontare tutto un legame e una relazione con due inquadrature... non so se è  esemplare di un certo modo di fare cinema, ma di sicuro è uno dei miei film preferiti.

Francesco, perché hai scelto di tratteggiare, di non definire mai del tutto, i tuoi protagonisti e le ambientazioni? Per dare un senso di nostalgia, di memoria incompleta?
FM Ho voluto riprodurre a modo mio la sensazione che si prova guardando un film dell’epoca, con i colori sbiaditi, le inquadrature tagliate e poco dinamiche, i dettagli sgranati... In modo indiretto può essere anche un riferimento alla memoria che svanisce, in effetti i miei ricordi di quegli anni sono un po’ così... immagini vaghe con un forte senso di nostalgia, come le mie vecchie polaroid con i colori ingialliti. Di solito si usa uno stile del genere per i flashback, in questo caso è come se fosse tutto un flashback, una storia che proviene da quegli anni, quindi sbiadita dal tempo.
Bisogna dire anche che ho sempre avuto uno stile molto preciso e pedante, e avevo voglia di lasciarmi un po’ andare.

Cos’è per voi il sogno? Un desiderio che, come per i vostri protagonisti, non cessa mai di accompagnarvi, che non ha una data di scadenza?
LV è una domanda difficilissima, non so se so rispondere... vediamo... posso dirti quello che sogno ora: una casa a Parigi, un ghiacciolo alla ciliegia, del cocomero ghiacciato, che in Italia esca Yatterman di Miike, parlare inglese e francese senza fare grossolani errori di grammatica... sono andata fuori tema, lo sapevo che non sapevo rispondere!
FM La seconda che hai detto!

L’amore, come si legge tra le pagine di "A volto coperto", non ha età, anzi può rifiorire in qualsiasi momento…
LV Lo spero bene!

A cosa state lavorando in questo momento?

LV Io ho appena finito di scrivere insieme con Massimo Semerano la sceneggiatura per un lungometraggio: KINOSTELLA 36 e credo che nei prossimi mesi ci sarà molto da lavorare in questo senso. Sto scrivendo delle sceneggiature su commissione per una serie cartoon di prossima produzione e mi piacerebbe scrivere un romanzo per cui sto prendendo appunti sparsi che si possono leggere sul mio blog www.luanavergari.blogspot.com sotto il tag SENZA TITOLO... Ovviamente sto anche cercando di convincere il Mirabolante Fratello Mattioli a disegnare la mia prossima storia a fumetti di cui per ora posso dire solo il tema: la narrazione orale, anche io non ne so molto di più...
FM Dopo la parentesi fumetto sono tornato all’illustrazione di giochi da tavolo e libri per ragazzi. Però spero che la parentesi si riapra al più presto, perché il fumetto è [meno pagato ma] sicuramente più divertente! Al momento non ci crede nessuno ma sto lavorando con mio fratello a “Dante II: ritorno all’Inferno”, opera che mi renderà famoso, ne sono sicuro. Poi ho in mente una storia mia, una roba pesantissima di amore & guerra, se mi riesce di scriverla. Infine c’è un nuovo progetto con Luana, visto che ci siamo divertiti. Insomma, tanta carne al fuoco! Ecco, il mio sogno è “riuscire a finire tutto quanto in tempi ragionevoli, e fare un sacco di altre cose”!

Luana Vergari e Francesco Mattioli, A volto coperto, Tunué, pagg. 92, euro 11