INTERVISTA A MASSIMO CAVEZZALI

Stradanove incontra uno dei fumettisti italiani più apprezzati (e prolifici)

INTERVISTA A MASSIMO CAVEZZALI

Ravennate di nascita, fiorentino d’adozione, Massimo Cavezzali è da decenni uno degli autori di fumetti italiani più apprezzati (e prolifici: sul suo blog potete trovare giornalmente nuovi disegni e storie). Uno dei suoi marchi di fabbrica è l'omino con il nasone e gli occhi grandi e spalancati, a nascondere quasi del tutto la fronte, protagonista ricorrente di tante sue opere.
Stradanove lo ha incontrato in occasione dell’inaugurazione del Bonvi Parken a Modena.

Una lunghissima carriera, la tua, ricca di opere memorabili. Come nasce lo spassoso DIO S.p.a.? Ho iniziato sul Mago a fare fumetti con Dio come protagonista. Poi li ho continuati su un sacco di altre riviste, e ancora adesso continuo con una striscia che si chiama Big Bang , praticamente una specie di “La Bibbia di Cavezzali”. E’ un argomento che non smette di interessarmi.

La bella e disinibita Ava può essere vista come una versione sexy dei paperi disneyani? Lo è! Io l’ho sempre chiamata la vendetta di Carl Barks.

In Kika, la ragazza dei gatti, in nosense regna sovrano... E’ una striscia nata per i ragazzini. Questa striscia va ancora avanti su Lupo Alberto anche se forse dopo circa 1500 strisce fatte ha perso un po’ di follia per strada..

Da dove prendi l'ispirazione peri tuoi lavori? E’ un meccanisco autonomo, istintivo, le cose che lo fanno scattare sono moltissime: la musica, i libri, i film, i giornali, le notizie, le persone…non ho un sistema creativo preciso, sostanzialmente levo la costrizioni che ingessano i fatti e le informazioni, levo la razionalità, poi rifletto …poi elaboro, ma il perché e come scatta l’idea o l’ispirazione giusta, come si forma la selezione naturale fra le tante idee che mi frullano in testa, è cosa impossibile da definire.

Qual è l'ingrediente segreto per fare una striscia di successo? Umorismo+ filosofia+psicologia+imprevedibilità.

Cosa ti fa ridere?
Quasi tutto.

Il tuo blog è ricchissimo di vignette (ne sforni più di una al giorno). Quanto è importante il web per te e per il fumetto in generale? Per me è adesso essenziale. La grande quantità di cose che inserisco quotidianamente mi ha permesso di inquadrare bene cos’è che nel web viene recepito da cosa risulta ostico. Mi ha insegnato molto. La striscia sul web fatica più di altre forme espressive, a meno che non sia una striscia molto divertente e molto fulminante. E’ un mondo molto differente dalla carta stampata. Sotto un certo aspetto è più immediato e più selettivo. Ho imparato molto dal web, perché avere una risposta quasi immediata (piace-non piace) di quello che uno fa è come andare in scena dal vivo in teatro, o come fare un concerto… hai la percezione in tempo reale se quello che stai facendo funziona o no. Questo purtroppo la carta stampata non lo può dare. Penso che il fumetto in genere dovrebbe puntare tutto sul web, per ritrovare la strada, un po’ persa.

Cos'era per te Comix (prima di iniziare a collaborarci) e cosa rappresenta ora? Comix ha rappresentato per me una specie di mito, un punto di arrivo forse, una terra promessa anche. Ha avuto un ruolo fondamentale, anche culturale. Una formula che adesso non sarebbe facilissima da fare.