“DALLA NEBBIA ALLE NUVOLE” – INTERVISTA A BERNARDO MORANDUZZO
Un anno di preparazione e uno di impresa. Quasi 14.000 km in bibicletta. In due. Per arrivare in Asia, partendo da Modena
![“DALLA NEBBIA ALLE NUVOLE” – INTERVISTA A BERNARDO MORANDUZZO “DALLA NEBBIA ALLE NUVOLE” – INTERVISTA A BERNARDO MORANDUZZO](/stories/i-giovani-si-raccontano/talenti-modenesi/201cdalla-nebbia-alle-nuvole201d-2013-intervista-a-bernardo-moranduzzo/@@images/51c17ecc-c275-4609-a2da-e752094e6794.jpeg)
Non due ciclisti, ma una coppia di cicloesploratori. Non un’ambata di viaggiatori quadrupedi, ma una rodata crew di scopritori a due ruote ed enne energie. Stradanove intervista Bernardo Moranduzzo, fiorentino classe 1979 residente a Modena, che dalla città della Ghirlandina, assieme alla sua compagna di vita e di viaggio, Marcella Stermieri, è partito, il 18 ottobre del 2009, per raggiungere la Cina in bicicletta, in un anno di tempo, percorrendo “ruota nella ruota, 13.923 km di fango, polvere e asfalto”.
Un’impresa descritta in un blog, prima e durante, e in un libro, al ritorno. Per raccontare, rendicontare, l’umore e l’amore – quello per la natura e le varietà paesaggistiche, le diramazioni impreviste ed il fascino delle diverse culture - che dall’Emilia li ha spinti, Bernardo e Marcella, là fino a Lasha, in Tibet.
Un anno di preparazione per raggiungere l’altopiano himalayano: come vi siete allenati? Quali pratiche sportive, alimentari, comportamentali avete adottato? Abbiamo semplicemente continuato a fare ciò che abbiamo sempre amato fare: andare in montagna a fare camminate, corse, mountain—bike, arrampicate. Nessun allenamento speciale, specifico, ma solamente la voglia di stare a contatto con la natura.
Da chi è partita l’idea del viaggio?
Fin da adolescente, ho sempre desiderato fare un grande giro in bicicletta. Crescendo, gli anni hanno sedimentato il mio spirito di iniziativa, e questo mio sogno è come evaporato. Finché Marcella non è riuscita a risvegliarlo. E assieme, siamo partiti.
Come hai risposto all'nvito? Con una parola: "partiamo".
La reazione dei familiari alla vostra dichiarazione di intenti.
Quando abbiamo detto loro che avevamo in serbo una grossa sorpresa, hanno pensato che Marcella fosse “in dolce attesa”. E invece, ad attenderci entrambi, era una impervia impresa: pedalare per quasi 14.000 km!
Avevate esperienze pregresse sul campo?
Dal 30 luglio al 30 agosto 2005, abbiamo compiuto “Ravno Sarajevo”, un viaggio in bicicletta da Trieste a Bar, nel Montenegro, in cui abbiamo attraversato, in un mese, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina (Sarajevo, Mostar), percorrendo 1.381 km. viaggio in bicicletta da Durazzo (Albania) a Istanbul (Turchia) in cui, in un mese, abbiamo scollinato i confini di Albania, Macedonia, Bulgaria e Turchia, macinando complessivamente 1.346 km. Infine, nei mesi di maggio e agosto 2008, è stata la volta di Transapuanica e Translagorai : due brevi viaggi a piedi di una settimana nelle Alpi Apuane e nella catena dei Lagorai, nel Trentino sud-orientale.
L'elemento che più temevate?
La pioggia ed il freddo, ma l'elemento atmosferico che ci ha infastidito di più, a conti fatti, è stato il vento.
L’aspetto che, invece, vi rassicurava?
Non saprei. A ben pensarci, forse, non ci rassicurava assolutamente nulla. Anzi. Per un ansioso come me, di natura, immagina…
La terra più sorprendente e quella più ostile.
La più sorprendente: il Tajikistan, così impervio e fitto di montagne. La più ostile: nessuna in particolare, ma i deserti del Turkmenistan e soprattutto il Taklimakan (uno dei deserti cinesi) ci hanno messo a dura prova.
La popolazione più accogliente.
Senza ombra di dubbio, quella iraniana.
Gli imprevisti.
Quando mi sono schiantato con la bici su un gard-rail in Turchia, o quando Marcella si è ammalata in cima ad un passo di montagna, in Asia centrale. Oppure quando ci hanno bloccati e impossibilitati a lasciare il Tajikistan, e noi lì fermi sulla frontiera a 4300 metri.
Il blog: come ve ne siete serviti?
Lo aggiornavamo il più possibile, non appena trovavamo un internet caffè. È stato un ottimo strumento per rimanere in contatto coi parenti e gli amici, i quali, con i loro messaggi, ci hanno dato costantemente una carica pazzesca.
Il libro: a cosa ambisce?
Il libro, inizialmente autoprodotto, ora edito dalla casa editrice TreSogni, è un romanzo di viaggio scritto subito dopo il viaggio, appena tornati a casa. In esso ho cercato di far rivivere le emozioni, le fatiche, le pene e le soddisfazioni del nostro peregrinare.
Il viaggio ha cambiato la vostra vita?
Difficile dire in cosa e quanto ci abbia cambiati. Sicuramente è stata un'esperienza incredibile, entrata dentro di noi in maniera unica, indelebile.
E quella di coppia?
Ci ha dato grande forza. E uniti più che mai.