RICCARDO MAFFONI

Incontriamo il vincitore del Festival Giovani di Sanremo 2006

RICCARDO MAFFONI

(04/08/2006) Riccardo Maffoni ha vinto il Festival Giovani di Sanremo 2006. E’ uno dei giovani cantautori più interessanti che ci siano in circolazione.
   Ha le idee chiare Maffoni. Vuole arrivare alla gente. E questo è quello che conta.
   Ha pubblicato il suo album di esordio, “Storie di chi vince a metà”.
   Un lavoro maturo che mostra tutto il talento di questo giovane cantautore.
   Noi di Stradanove lo abbiamo incontrato.

Quando hai deciso che nella tua vita ci sarebbe stata la musica? Ci parli dei tuoi inizi?
   La musica è sempre stata molto importante per me. Tutto è iniziato dall’infanzia. La passione me l’hanno trasmessa i miei. Quando ero solo un bambino ero totalmente affascinato dai 33 giri che i miei genitori ascoltavano col giradischi che c’era in sala, dalle cassette che ascoltavamo in macchina. Si passava da Battisti a Bob Marley.
   Penso che tutto sia partito da li. Poi col passare degli anni ho imparato a suonare la chitarra e pian piano la musica è diventata il centro della mia vita. Ho suonato come chitarrista per qualche gruppo della mia zona, ma poi ho lasciato perdere questa strada e mi sono messo a scrivere e cantare le mie canzoni. Penso sia stata la scelta migliore.

Dopo la vittoria al Festival di Sanremo la tua vita è cambiata?
   Sanremo mi ha dato una certa visibilità che prima non avevo, nonostante avessi già pubblicato un cd per una major. I mesi successivi la vittoria non avevo praticamente un giorno libero, ero sempre impegnato con la promozione e in un certo senso mi ha cambiato la vita. Ora sto cercando di raccogliere i frutti di questa vittoria.

Quale consigli ti senti di dare a un giovane cantautore che vuole farsi largo nel mondo della musica?
   Posso soltanto dirgli che deve cercare di portare la propria musica il più possibile fra la gente.
   In tutti i modi: concerti, concorsi, qualsiasi cosa. Questo è quello che ho fatto io. È comunque importantissimo essere sicuri di quello che si fa, e di crederci con tutto il cuore senza cercare il facile successo. I risultati arriveranno.

E’ difficile farsi prendere in considerazione dalla grandi case discografiche?
   Di questi tempi nella musica è molto difficile fare tante cose, e fra queste anche farsi notare dalle case discografiche.
   Ci sono moltissimi gruppi validi, e riuscire ad emergere a volte sembra quasi impossibile.
   Bisogna avere molta costanza. Le case discografiche hanno i loro progetti, i loro tempi, fanno le loro scelte, si deve cercare di entrare in questo meccanismo senza farsi cambiare.

Quali sono i tuoi autori di riferimento? ( Sia musicali che no )
   Ultimamente mi piace molto Lucio Battisti. Sto ascoltando alcuni suoi cd e trovo che abbia scritto dei veri e propri capolavori.

“Storie di chi vince a metà” è il tuo primo album, ma già dimostra una grande maturità e soprattutto un proprio stile. Ci offre dei ritratti sentiti e commoventi della gente che conosci o che ti stanno intorno, usando in molte occasioni la prima persona, come se tu fossi tutti loro. Come nascono le tue storie?    Le mie storie sono ricordi che ho dentro. Sono immagini che ho visto, letto, sensazioni che ho vissuto. Quando scrivo canzoni tutte queste informazioni vengono rielaborate dalla mia fantasia e vengono buttate fuori tramite la canzone. È anche un modo per conoscersi, per scoprire lati oscuri e comunque ignorati della propria personalità

Un verso di “Tempo Ignora” recita: "Come se la solitudine illuminata possa portare un po’ di pace". Credo che tu lavori molto sui testi e che questi siano la base della tua musica. La sofferenza è ispirazione?
   A volte è più facile farsi ispirare dalla sofferenza. È quasi un volerla buttare fuori perché dentro ormai non serve più a nulla.

La musica italiana e i giovani artisti meriterebbero più attenzione secondo te da parte del pubblico e della stampa? Non è controproducente cercare per forza fuori, il meglio? A volte basterebbe aprire gli occhi in casa nostra.    In Italia succede spesso questo. Abbiamo le opere d’arte più amate del mondo e a volte non ce ne accorgiamo neppure. Questo capita anche con la musica. Con tutto il rispetto per gli artisti stranieri, ma ci sono autori italiani che non hanno nulla da invidiare ai colleghi d’oltre manica o d’oltre oceano.

Con un album pubblicato e un singolo di successo come “ Sole negli occhi” si riesce a vivere della propria musica o c’è bisogno di svolgere altri lavori?
   Per ora non ho altri lavori, anche perché ho deciso di buttarmi totalmente nella musica.
   Penso che questo sia il momento giusto e non posso aspettare.

Dove vuole arrivare Riccardo Maffoni? E quali sono i suoi progetti per il futuro? Immagino che questa estate sarai in giro per l’Italia. Voglio arrivare fra la gente. La cosa che mi piace di più di questo lavoro è proprio far si che una tua canzone possa far parte, anche per un piccolo istante, della vita di una persona. La può emozionare, farla pensare, farla divertire.
   La parte live serve a far questo. Adoro suonare dal vivo. Sto girando per l’Italia con i miei concerti. Mi esibisco sia con band che da solo.
   Per me è sempre una grande gioia salire sopra un palco, che sia Sanremo o la piccola festa di paese.

Ti ringrazio per la tua disponibilità. Chiudiamo con una domanda sul nostro giornale. Conoscevi Stradanove.net, cosa ne pensi?
   Non lo conoscevo. L’ho visitato e mi sembra un sito molto fornito e organizzato.
Grazie a voi