ATROPINA (l-IOSCIAMINA), SCOPOLAMINA

ATROPINA (l-IOSCIAMINA), SCOPOLAMINA

Origini: Sono i principali alcaloidi presenti nelle solanacee psicoattive, piante famigerate e cariche di mistero come l'Atropa belladonna L., la Datura stramonium L. e il Hyoscyamus niger L. Questi vegetali, noti fin da epoche medioevali, sono stati descritti come componenti di numerose ricette delle streghe.

Modalità di assunzione: Oggi sono raramente usate; tuttavia si registrano casi in cui sono stati assunti infusi di Solanaceae psicoattive e infatti la via orale rappresenta senza dubbio il metodo più diffuso. Queste sostanze, però, hanno la particolarità di essere molto attive per assorbimento cutaneo, sotto forma di pomate, unguenti o semplici impacchi preparati con le piante di origine. In questo viene ricalcato il loro antico uso da parte delle streghe nei secoli bui del medioevo europeo.

Effetti: Recentemente, un professore di antropologia di Gottinga, Will-Erich Peuckert, ha riprodotto una di queste "pomate delle streghe" e l'ha sperimentata su se stesso ed altri volontari; il risultato fu un profondo sonno di oltre 20 ore, in cui si manifestarono visioni di mostri, ambienti infernali, animali fantastici e creature sataniche.
Gli effetti, infatti, sono sostanzialmente di tipo allucinogeno e l'assorbimento transdermico è piuttosto veloce. La scopolamina è stata usata anche come "siero della verità" durante la Seconda Guerra Mondiale, data la sua capacità di indurre anche stati di tipo ipnotico.
L'atropina (che è il racemato della l-iosciamina) è tuttora utilizzata in oculistica per facilitare la dilatazione delle pupille (uso noto fin dall'antichità e da cui, secondo una delle teorie, deriverebbe in nome "belladonna", essendo gli occhi grandi più sensuali e seducenti).
Data l'elevata tossicità di questi composti, sono diversi i casi di intossicazione letale da solanacee e numerosi quelli di intossicazione grave, per lo più ad opera di giovani che provano infusi di stramonio e belladonna. L'intervallo tra la dose attiva e quella letale è molto piccolo e questo comporta un conseguente alto rischio nell'assunzione.
L'antidoto più efficace è la fitostigmina, che, tuttavia, risulta essere ancora più tossico dell'atropina: il suo uso, quindi, molto rischioso è riservato ai casi disperati.

Effetti positivi: Nessuno.

Utilità farmacologica: L'atropina viene tuttora impiegata con successo in clinica oculistica.