"Come è andata oggi sui social e nelle chat?"

Bernardo Moranduzzo, del Punto d'accordo - Mediazione conflitti, raccontandoci del bullismo e del cyber bullismo, sottolinea quanto sia importante - come adulti - dare il buon esempio, rispetto all'utilizzo della tecnologia.

"Come è andata oggi sui social e nelle chat?"
immagine relativa la bullismo per stradanove


È importante definire cosa si intende per Bullismo.

Troppo spesso, infatti, i media parlano di bullismo (o cyberbullismo) in termini inesatti o poco chiari, spesso confondendolo con singole azioni violente o di prevaricazione. Oramai i termini "bullismo, bullizzato, bullo" sono iper-utilizzati, con il conseguente rischio di banalizzarli e appiattirli.

Il bullismo, invece, è un fenomeno ben preciso e determinato.

Si definisce bullismo un insieme di comportamenti aggressivi e prevaricanti agiti in maniera:

  • intenzionale
  • ripetuta
  • ai danni di una persona che occupa una posizione "più debole" nella relazione

Intenzionale, poiché vi è la volontà di arrecare un danno a qualcuno.

Ripetuta nel tempo (almeno due o tre volte), rivolta alla stessa persona, la quale viene presa di mira in modo "seriale".

La persona che subisce un danno, in un determinato periodo di tempo, si mostra come incapace di reagire alla violenza che subisce.

Tutti gli atti violenti, non ripetuti, a danno di una stessa persona sono atti di prevaricazione (una forma grave di violenza, ma meno intensa e dannosa rispetto al bullismo).

Ricordiamo che con il termine violenza si intende sia violenza fisica che verbale.

Il bullismo è un comportamento messo in atto da una persona ai danni di un'altra. Si parla di comportamento da bullo e non di 'bullo tout court'. Il bullo, in sé e per sé non esiste, poiché un ragazzo, per esempio, può assumere il ruolo di bullo a scuola, ma, dopo poche ore, potrebbe mettersi nei panni della vittima in famiglia (rispetto ad un fratello maggiore o a un padre).

Questo discorso è molto importante poiché in questo modo si evidenzia il comportamento che viene messo in atto e non la persona in sé.

I ruoli:

Nel bullismo tradizionale oltre ai ruoli da bullo e da vittima, a cui abbiamo accennato sopra, troviamo altri attori:

  • coloro che sostengono chi si comporta da "bullo"
  • coloro che sostengono di chi si comporta "da vittima"
  • gli spettatori

I sostenitori agiscono ruoli importanti, poiché influenzano enormemente il processo relazionale che si viene a creare. Per esempio gli amici della "vittima" possono decidere di aiutare e rafforzare la persona che sta subendo azioni violente; possono denunciare ad adulti autorevoli quanto succede, oppure, per paura, possono tacere e subire anche loro le azioni del gruppo di chi assume atteggiamenti violenti.

Gli spettatori hanno un potere ancora maggiore: nei gruppi (formali scolastici o informali di compagnie giovanili) capita di tutto. Ci sono coloro che ridono, mentre assistono ad azioni di bullismo, coloro che filmano, che commentano, che assistono senza fare nulla.

É importante comprendere (e fare comprendere ai ragazzi) che tutti coloro che assistono ad un atto di prevaricazione o bullismo sono responsabili. Diventa quindi imprescindibile fare venire allo scoperto certi atti violenti ed inaccettabili; parlare con un adulto di riferimento e discutere nel gruppo (specialmente a scuola, se si tratta di una classe) dell'accaduto, cercando di fare emergere le emozioni suscitate nelle persone.


Per Cyberbullismo si intende un insieme di azioni aggressive ed intenzionali eseguita da uno o più persone ai danni di un'altra, attraverso strumenti elettronici (SMS, foto, video, e-mail, chat, siti web, chiamate telefoniche, etc.).

Si tratta di comportamenti:

  • Intenzionali con mezzi elettronici (on-line).
  • Autoripetuti (poiché la ripetizione è già insita nel mezzo stesso).
  • Il responsabile ha la presunzione di considerarsi "invisibile".
  • Anche una persona con "basso potere sociale", cioè che si avverte come "debole", si può adoperare in comportamenti di cyberbullismo.
  • Non si vede la reazione dell'altra persona (manca un contatto diretto con il corpo dell'altro)
  • Non si ha un luogo sicuro in cui potersi rifugiare (la relazione oggi avviene anche sugli strumenti elettronici).

Nel cyberbullismo possono essere coinvolte persone di tutto il mondo, anche persone sconosciute: non ci sono più confini. Lo stesso discorso si può fare per il materiale, che può essere postato in ogni parte del mondo, senza limiti, una volta condiviso.

Molti dei contenuti, una volta postati, possono essere salvati dalle persone (tramite, per esempio screenshot) e riproposti un secondo momento, anche se dovessero essere rimossi.
Il fenomeno del cyberbullismo si presenta come "subdolo", poiché più difficilmente visibile e controllabile dal mondo adulto.

Un'altra componente preoccupante del fenomeno è che on-line non si ha di fronte l'altra persona, non si vedono, quindi, le sue reazioni e le sue emozioni. Per le persone diventa più difficile controllarsi; per questo sono molto frequenti commenti e giudizi aggressivi verso l'altro, a volte senza filtri sia nelle chat di gruppo, sia nei commenti dei social network.

Ci sono diverse modalità di bullismo e cyberbullismo. La differenza evidente è che nel bullismo tradizionale vi è l'utilizzo della violenza fisica, mentre le altre forme equiparabili ai due fenomeni sono:

  • violenza verbale
  • offese
  • esclusione
  • pettegolezzo
  • presa in giro

Fanno invece parte esclusivamente del cyberbullismo:

  • furto d'identità
  • violazione dell'account
  • diffusione delle immagini

Particolarmente sottovalutate dai ragazzi sono le prese in giro e le offese che vengono derubricate come banali scherzi. In realtà, spesso, molti ragazzi soffrono e si arrabbiano oppure hanno timore rispetto ad atti (scherzi) che possono rendere la loro vita scolastica ed extra scolastica un vero inferno.

Molti ragazzi proprio a causa della paura mantengono uno stato di omertà rispetto ai fenomeni sopra descritti; se qualcuno parla e "denuncia" qualcosa ad un adulto viene etichettato come "spia" e quindi come elemento che ha disonorato un patto che, in realtà, è solo una protezione per colui che commette atti di bullismo o cyberbullismo. Per questo è di assoluta importanza fare venire allo scoperto gli episodi prevaricanti, proprio per tutelarsi, per ottenere giustizia e per fare in modo che certi comportamenti non si ripetano né con gli stessi attori (chi si comporta da bullo e chi si comporta da vittima), né con altri ragazzi che potrebbero cadere in situazioni analoghe.

Diventa importante far prendere consapevolezza ai ragazzi delle loro azioni violente: se non si fa vedere loro le conseguenze verso se stessi e verso gli altri il rischio è quello che gli stessi attori continuino a perpetrare gli stessi comportamenti prevaricanti. È invece fondamentale stoppare questi atteggiamenti, fare discutere il gruppo su quanto successo, stando sui fatti e non sul giudizio delle persone e trovare delle soluzioni che comprendano una o più riparazioni del danno che è stato fatto.

Per fare ciò bisogna agire sul gruppo, aiutandolo a diventare fattore di protezione dei suoi componenti.

Il mondo on-line è un luogo dalle mille meravigliose opportunità, molto ampio e variegato, con tanti aspetti positivi e risorse a cui poter accedere, ma può rappresentare anche un posto pericoloso e pieno di insidie, soprattutto se uno strumento digitale (PC, smartphone, tablet, console, ecc.) viene affidato ad un ragazzo, il quale viene abbandonato da solo con esso.

Diventa quindi fondamentale, come adulti, dare il buon esempio, rispetto all'utilizzo della tecnologia (è inutile, da parte di un genitore, vietare il telefonino a cena e poi lo stesso genitore chattare durante la cena con i suoi amici, vale la regola di dare ai propri figli un messaggio coerente).

A nulla valgono tante parole, quanto dei comportamenti coerenti da parte degli adulti (che siano genitori, parenti, professori, vicini di casa, esercenti, ecc.). Si sa che i ragazzi imparano più da quello che vedono, piuttosto che da quello che sentono (lunghi discorsi non servono a nulla al cospetto degli adolescenti, anzi, spesso, hanno un effetto controproducente soprattutto se non accompagnati da una pratica coerente).

Oltre a dare il buon esempio è molto utile accompagnare (termine molto differente da controllare) i ragazzi all'utilizzo dei device. È importante che l'adulto sostenga l'autonomia del ragazzo attraverso gli strumenti del dialogo e dell'accoglienza.

Gli elementi per una relazione serena ed efficace, in cui l'adulto si interessa al giovane, sono:

  • osservare il comportamento dei ragazzi
  • farsi delle domande rispetto ai loro agiti
  • avanzare delle ipotesi (sempre mettendo uno o più punti interrogativi nelle nostre ipotesi)
  • fare delle domande ai ragazzi in tono di scambio aperto e curioso (e non con atteggiamento moralistico e giudicante o indagatorio) come verifica delle ipotesi nell'ottica di una maggiore comprensione

Per fare ciò bisogna sospendere il giudizio sulla persona e sui suoi comportamenti, dare empatia al ragazzo e provare a riflettere insieme su quanto si è osservato.

Il fine ultimo dell'adulto educante non è tanto quello che il giovane obbedisca alla sua volontà e che risponda ai suoi comandi, ma quello di connettersi con il giovane e con il suo mondo così in rapida evoluzione; far in modo che il ragazzo riesca ad esprimersi in tutta la sua potenzialità.

Proprio per questo bisogna puntare su una relazione e una comunicazione equilbrata e rispettosa, raccontare le proprie esperienze (da parte dell'adulto), ascoltare quella dei ragazzi, chiedere loro "Com'è andata oggi in chat?/sui social?" e non solamente "Com'è andata a scuola oggi?" oppure chiedere anche: "Cos'è, oggi, che ti ha sorpreso, che non ti aspettavi?".
Allargare il nostro mondo di adulti e permettere ai nostri ragazzi di arricchirlo; per esempio giocare con loro ai videogiochi oppure vedere video o filmati insieme a loro, tenendo sempre ben presente la distinzione adulto-ragazzo (il rispetto dei ruoli) che oggi si tende a confondere così facilmente.


Articolo a cura di Bernardo Moranduzzo

Punto d'accordo - Mediazione Conflitti Comune di Modena (Cooperativa Mediando)

Maggio 2021