Il glossario dell'identità affettivo sessuale

banner_glossario.jpg

Testi a cura del Gruppo Donne di Arcigay Modena

Maggio 2022

Scarica il glossario [file pdf 1.5Mb]

1. Sesso biologico

Sesso biologico: l’appartenenza al sesso maschile o femminile è determinata dai cromosomi sessuali (XY = maschio; XX = femmina) e dalle caratteristiche biologiche e ormonali. Viene assegnato alla nascita, dal personale sanitario, sulla base dell’aspetto fenotipico dei genitali esterni. Le gonadi, ossia le ovaie nelle femmine e i testicoli nei maschi, sono caratteri sessuali primari mentre pene, vagina e utero sono caratteri sessuali secondari genitali, ai quali si aggiungono quelli extragenitali come seno, peli, pomo d’Adamo, voce etc.

Intersessualità: condizione che interessa fino all'1,7% della popolazione (circa 30 milioni di persone nel mondo) e che non riguarda l’orientamento sessuale o l’identità di genere. Si definisce Intersex una persona con variazioni delle caratteristiche di sesso (cromosomiche, ormonali e/o anatomiche) tali da non rientrare nelle tipiche nozioni binarie di corpi considerati femminili o maschili. Nonostante la maggior parte delle variazioni delle caratteristiche di sesso non costituiscano una minaccia per la salute, le persone intersex subiscono spesso una pesante medicalizzazione fin dalle prime fasi di vita, con interventi chirurgici e trattamenti farmacologici volti a rendere le loro caratteristiche sessuali più marcatamente femminili o maschili.

2. Identità di genere

Identità di genere: percezione che una persona ha di sé. Percepirsi come donna, uomo o altro è uno degli aspetti fondanti l'identità e fornisce modalità di interazione con gli altri. La scoperta della propria identità di genere può avvenire a partire dall'età di tre anni, in quanto è connessa alla percezione di “chi sono io”. Si tende erroneamente a identificarla con la manifestazione genitale, pensando che sesso genitale e genere siano sinonimi. Cisgender o cisgenere: le persone cisgeneri sono quelle che si percepiscono a proprio agio con il sesso genitale e il genere assegnati loro alla nascita.

Transgender o transgenere: con il termine transgender o transgenere si identificano le persone che hanno un'identità e/o un'espressione di genere che non coincide con il sesso assegnato alla nascita. Il termine, coniato nel 1965, ha un'origine medica ma è stato rivendicato, fin da subito, da persone transessuali, transgender e crossdresser. Nel tempo, la parola transgender è stata utilizzata come termine ombrello sotto il quale si identificano le diverse identità di genere non conforme, poiché, rispetto a transessuale, si focalizza meno sul dato biologico e maggiormente sul genere e non implica necessariamente un percorso medicalizzato.

Transessuale: termine di origine medico-psichiatrica che si applica ad una persona che prova un disagio causato dal divario tra sesso assegnato alla nascita e percezione di sé, accompagnato da un forte desiderio di potersi identificare psicologicamente e fisicamente con il genere opposto, o genere di elezione. A seguito di una diagnosi di disforia o incongruenza di genere, la persona transessuale segue un percorso di medicalizzazione, che può prevedere sia l'assunzione di trattamenti ormonali sia differenti interventi chirurgici. Questo percorso, che solitamente si conclude con il cambio del sesso e del nome anagrafico sui documenti, in Italia è attualmente (2022) regolamentato dalla legge 164 del 1982, dal titolo: “Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso”. Il termine transessuale, data la sua connotazione prettamente binaria e patologizzante, è sempre più spesso sostituito con il termine ombrello transgender, transgenere o trans*.

Travestitismo (crossdressing): la categoria ombrello del travestitismo riguarda soggetti, sia cisgeneri che transgeneri, che provano un forte desiderio di indossare abiti del genere opposto ed è più comune negli uomini che nelle donne. In campo medico, il travestitismo rientra tra le parafilie ed è riscontrabile in quei soggetti per i quali il travestimento diventa un feticcio sessuale e una fonte di profondo disagio. Si è soliti anche utilizzare il termine inglese crossdressing, specialmente quando non è presente la componente del feticcio sessuale.

Genere non conforme: questa definizione può essere utilizzata sia in termini di identità di genere che di espressione di genere. Nel primo caso può riferirsi ad identità che sfidano l’immagine tradizionale del genere come binario ed immutabilmente legato al sesso (ad esempio le soggettività trans*). Nel secondo caso invece si parla di mancanza di conformità alle norme ed alle aspettative sociali legate al genere di appartenenza, che mutano in base al tempo e alle società che le esprimono (da esempio, una donna cis- o transgenere che gioca a calcio non è “meno donna”; un uomo cis- o transgenere che ama il rosa non è “meno uomo”).

AFAB/AMAB: sigle, utilizzate con frequenza crescente sia dall’ambiente trans* che da quello intersex, che indicano il sesso e il genere assegnati alla nascita ad una persona, solitamente in base all’aspetto esteriore dei genitali. Rispettivamente possono essere sciolte come Assigned Female At Birth (assegnat* femmina alla nascita) e Assigned Male At Birth (assegnat* maschio alla nascita). Si preferiscono rispetto al riferimento a dati biologici come i cromosomi, talvolta scorretti e spesso fonte di trauma, e forniscono un’ulteriore precisazione ed occasione di inclusività. Ad esempio non tutte le donne sono persone AFAB e non tutte le persone AFAB sono donne, lo stesso vale per uomini/persone AMAB.

Non-binarismo: sotto l’ombrello del non binarismo rientrano quelle persone che non si riconoscono - o non si riconoscono soltanto - nei due poli di genere maschio/femmina. Include un insieme molto vasto di esperienze, pratiche e definizioni spesso in costante mutamento e molto diverse tra loro. Generalmente viene ascritto sotto l’ombrello trans* ma va ricordato come le esperienze trans non binarie siano spesso molto diverse da quelle trans binarie.

Agender (genderless o neutrois): persona che non si identifica con il concetto di “uomo” né di “donna” né in qualsiasi altro genere, e quindi non si definisce in termine di genere (a volte chiamata anche di genere neutro o senza genere).

Demigender: persona che fa propria solo parzialmente e non completamente una particolare identità di genere. Spesso in costruzione con la particolare identità di genere in questione, ad esempio demiboy/demigirl.

Bigender: persona che si identifica, a vari livelli, sia contemporaneamente che separatamente, con i generi maschile o femminile, ma che può anche prevedere l’identificazione con altri generi.

Genderfluid: persone che hanno una fluidità tra i generi, con fluttuazioni più o meno rapide all’interno dello spettro.

Pangender: persona che sperimenta identità di genere multiple, contemporaneamente o separatamente.

Genderqueer: persona che non si identifica con i generi binari, spesso rifiuta ogni forma di etichetta, e la cui identità assume anche un valore politico per decostruire le identità, i ruoli e anche le espressioni di genere binarie.

3. Orientamento affettivo-sessuale

Orientamento affettivo-sessuale: riguarda l'attrazione, fisica e/o emotiva, che si può provare (o meno) nei confronti di un'altra persona. Gli orientamenti possono essere diversi, in relazione al genere verso cui si prova attrazione.

Androsessuale: persona che, generalmente, prova attrazione sessuale per gli uomini.

Aromantica: persona che non prova attrazione affettiva nei confronti di altre persone, ma può provare attrazione di natura sessuale.

Asessuale: persona che, indipendentemente dal proprio orientamento, non prova attrazione sessuale nei confronti di altre persone, ma può provare per esse un coinvolgimento emotivo e relazionale oppure nutrire un desiderio autoerotico.

Bisessuale: persona emotivamente e/o sessualmente attratta da più di un solo genere. Persona che percepisce attrazione specifica rispetto a diversi generi.

Demiromantica: persona che prova un’attrazione romantica verso un’altra persona, solo dopo che sia stata sviluppata una certa familiarità con la stessa.

Demisessuale: persona che prova attrazione sessuale solo in presenza di un’attrazione romantica o comunque di un forte legame emotivo. Questo orientamento sessuale rientra nella sfera dell’asessualità.

Eterosessuale: persona che prova un’attrazione sentimentale e/o sessuale per persone del genere opposto.

Gay: uomo emotivamente e/o sessualmente attratto da altri uomini.

Ginosessuale: persona che, generalmente, prova attrazione sessuale per le donne.

Lesbica: donna emotivamente e/o sessualmente attratta da altre donne.

Omosessuale: persona che prova unattrazione sentimentale e/o sessuale per persone dello stesso genere.

Pansessuale: persona emotivamente e/o sessualmente attratta dalle persone indipendentemente dal loro genere.

Skoliosessuale: persona che prova attrazione sessuale per le persone non binarie.

4. Espressione di genere

Espressione di genere: è l’insieme di qualità fisiche, estetiche e comportamentali che, in linea di massima, identifica, a prima vista, una persona come più vicina al polo femminile o maschile nello spettro di genere. Le categorie "maschile" o "femminile" si basano su stereotipi di genere, ma l'espressione di genere, solitamente, riflette l'identità di genere di una persona (percezione interiore del proprio genere). Un'espressione di genere considerata atipica può essere descritta come "non conforme". L’espressione di genere che ha elementi sia di mascolinità che di femminilità è detta "androgina".

5. Ruoli di genere

Ruoli di genere: sono insiemi di norme che si sviluppano all’interno di un preciso contesto sociale e culturale, riguardanti i comportamenti e gli atteggiamenti tipicamente associati all’essere femmina e all’essere maschio. Queste norme producono aspettative sociali che sono continuative nel tempo, anche se possono essere modificate nell'arco della vita di una persona.

6. Termini ombrello e ulteriori definizioni

Alleata: in inglese “ally”, definisce una persona che, pur facendo parte di un gruppo dominante e maggioritario, sostiene i diritti di una o più minoranze. Una persona eterosessuale che sostiene i diritti delle persone LGBTQIA+ può essere definita come “alleata”.

Bandiera arcobaleno: emblema dell’orgoglio LGBTQIA+*, ideata e dipinta nel 1978 dall’artista Gilbert Baker in occasione del Gay Pride di San Francisco. Gli otto colori originari (rosa, rosso, arancione, giallo, verde, turchese, blu, viola) negli anni si sono ridotti ai sei attuali: il rosso che simboleggia la vita, l'arancione che richiama la salute, il giallo che rimanda alla luce del sole, il verde che rappresenta la natura, il blu che allude all'armonia, il viola che rievoca l'anima.

Coming-out: abbreviazione della frase inglese “coming out of the closet”, traducibile come "uscire dal ripostiglio/nascondiglio". Fare coming out, significa dichiararsi, uscire allo scoperto rivelando, coscientemente e consapevolmente, la propria identità di genere e/o il proprio orientamento sessuale.

Drag King: donna (o persona non binaria generalmente allineata con la femminilità) che si veste da uomo mettendone in rilievo le relative caratteristiche con finalità artistiche o ludiche allo scopo di mettere in scena e evidenziare l’arbitrarietà dei ruoli di genere.

Drag Queen: uomo (o persona non binaria generalmente allineata con la mascolinità) che si veste da donna mettendone in rilievo le relative caratteristiche con finalità artistiche o ludiche allo scopo di mettere in scena e evidenziare l’arbitrarietà dei ruoli di genere.

IDAHOBIT (International Day Against Homophobia, Biphobia, Transphobia): Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHOBIT), è una ricorrenza che si celebra il 17 maggio di ogni anno dal 2004. La celebrazione è promossa dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l'Omofobia e la Transfobia ed è riconosciuta dall'Unione Europea e dalle Nazioni Unite. L'obiettivo della giornata è quello di promuovere, in termini coordinati e omogenei, eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione volti a contrastare proattivamente i fenomeni dell'omofobia, della bifobia e della transfobia.

LGBTQIA+: acronimo che identifica le varie soggettività (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans*, Queer, Intersex, Asessuali) appartenenti alla comunità. Il simbolo + indica tutte le altre soggettività non specificate ma che sentono di appartenere alla comunità.

Outing: definisce la pratica di rendere deliberatamente pubblici l'orientamento sessuale e/o l'identità di genere di una persona senza il suo esplicito consenso. In Italia, al termine si ricorre frequentemente in modo errato, in quanto lo stesso viene utilizzato quale sinonimo dell’espressione coming out che si riferisce, invece, ad una condivisione consapevole di informazioni riguardanti la propria sfera affettivo-sessuale.

Pride: l’utilizzo del termine “Pride”, inteso come “rispetto di sé”, risale ai cosiddetti “Moti di Stonewall”, una serie di scontri avvenuti nel Greenwich Village di New York in seguito all’irruzione della polizia nel pub gay “Stonewall Inn”, tra il 27 e il 28 giugno 1969. Dal 1970 la parola "Pride" venne associata alle manifestazioni contro i pregiudizi e l’odio verso la comunità LGBTQIA+. In Italia la prima manifestazione pubblica ebbe luogo il 5 aprile 1972 a Sanremo, quando alcuni attivisti omosessuali protestarono contro il "Congresso internazionale sulle devianze sessuali”, mentre il primo Gay Pride nazionale ufficiale si tenne a Roma nel 1994. A partire dal 2013, invece di un unico evento, si organizzano manifestazioni su tutto il territorio nazionale, per cui si parla attualmente di “Onda Pride”. A Modena il primo Pride si è svolto il 1 giugno 2019 e ha visto la partecipazione di oltre 25 mila persone.

Queer: in inglese, significa letteralmente “insolito”, “eccentrico”, ed è traducibile in italiano con il termine “frocio”, con cui in passato condivideva, nei paesi anglosassoni, l’accezione dispregiativa. Nel corso dei decenni, il termine queer ha assunto ulteriori significati, fino ad essere rivendicato e rientrare nella vasta terminologia propria del mondo LGBTQIA+*, riferendosi a tutto ciò che esula dalla norma eterocentrica. Alla definizione queer, pertanto, ricorre chi non si riconosce nel binarismo di genere e non vuole essere identificato con etichette riconducibili a orientamento sessuale e/o identità di genere. Queer viene spesso utilizzato in modo politico da attivisti desiderosi di sottolineare e valorizzare la libertà degli individui di autodeterminarsi.

Questioning: persona che si interroga sul proprio orientamento sessuale e/o sulla propria identità di genere.

7. Fobie e negatività

Bifobia: paura, rabbia irragionevole, intolleranza e/o odio verso la bisessualità e le persone bisessuali.

Eteronormatività: sistema di comportamenti, aspettative sociali e pratiche per cui l’eterosessualità costituisce l’unico orientamento valido e legittimo che comporta monogamia, convivenza tesa al matrimonio, riproduzione come finalità del legame, struttura familiare nucleare, perfetta sovrapposizione tra le componenti dell’identità affettivo-sessuale.

Genderismo: tipologia di pregiudizio che divide e distingue in maniera rigida e dicotomica le persone in maschi e femmine, disapprovando con fermezza chi non rispetta e condivide tale binarismo, quali, ad esempio, le persone trans* e quelle che non si conformano ai ruoli di genere.

Lesbofobia: insieme di credenze, emozioni e atteggiamenti negativi nei confronti del lesbismo e/o delle persone che si identificano o sono percepite come lesbiche. Deriva da stereotipi e pregiudizi di matrice eterosessista e misogina e si manifesta con diversificati comportamenti discriminatori: da un generico rifiuto ad atteggiamenti aggressivi e/o violenti, verbali e/o fisici e/o psicologici.

Omonegatività: in virtù della rilevanza di fattori di tipo sociale, “omonegatività”, “omosessismo” e “eterosessismo” sono termini che inglobano atteggiamenti negativi, ostili e di rifiuto nei confronti dell’omosessualità e delle persone omosessuali.

Omofobia: sensazione di avversione, paura o ansia provata al pensiero di ritrovarsi a stretto contatto con persone omosessuali. In genere, il termine clinico “fobia” indica una paura, un’incapacità, un limite personale, che il singolo individuo si trova ad esperire e che cerca di vincere al fine di condurre un’esistenza più piena. Nel caso dell’omofobia, invece, la fobia opera come un pregiudizio.

Omofobia/lesbofobia/bifobia/transfobia interiorizzata: complesso di sentimenti negativi, quali ansia, disprezzo, avversione, che le persone omosessuali/bisessuali/trans* provano nei confronti dell’omosessualità/bisessualità e/o condizione trans* sia propria che altrui. È frutto dell’assimilazione passiva, consapevole o inconsapevole, da parte delle persone LGBTQIA+, di tutti i pregiudizi, i comportamenti e le opinioni di carattere discriminatorio, propri di una cultura omofoba/transfoba.

Transfobia: paura, rabbia irragionevole, intolleranza e/o odio verso le persone trans* in quanto trans* o derivante dall’espressione della loro identità di genere.

PER APPROFONDIRE