Cecilia Strada alla parrocchia di Gesù Redentore per il secondo incontro della rassegna "Il colore dei passaporti"

Salvare loro per salvare anche noi è il titolo del secondo appuntamento della rassegna, in programma martedì 30 novembre alle 20,30

Cecilia Strada alla parrocchia di Gesù Redentore per il secondo incontro della rassegna "Il colore dei passaporti"
Luciano Scalattari e Gad Lerner | Parrocchia Gesù Redentore, 12 novembre 2021

Torna la rassegna Il Colore dei Passaporti, ciclo di incontri su volontariato, cooperazione internazionale e multiculturalismo, promossa dal Centro servizi volontariato Terre Estensi e dal Comune di Modena insieme al Tavolo delle associazioni di cooperazione e solidarietà internazionale, tra cui Overseas di Spilamberto.

Salvare loro per salvare anche noi. Il diritto dovere di soccorrere in mare è il titolo del secondo incontro della rassegna, giunta ormai alla terza edizione, in programma domani, martedì 30 novembre alle 20,30 presso la parrocchia di Gesù Redentore, Viale Leonardo da Vinci 270. Ospite d'eccezione Cecilia Strada, responsabile della comunicazione di ResQ People saving people. Sarà presente anche Luciano Scalettari, giornalista e presidente di RESQ - People saving people. Conduce Laura Solieri, giornalista.

L'appuntamento si prospetta interessante e coinvolgente quanto quello inaugurale di venerdì 12 novembre, ospitato sempre dalla parrocchia di Gesù Redentore, dal titolo Quando si parla di migranti...Fortezza Europa, sostegno alla Libia, criminalizzazione dell'umanitario: news e fake news. Relatori principali Gad Lerner e Luciano Scalettari che, con ricche riflessioni hanno stimolato pensieri su tematiche molto difficili e profonde.

Luciano Scalettari ha esordito spiegando la nascita di RESQ, un'iniziativa che solo lo scorso 7 agosto ha portato in salvo 166 vite umane. Il progetto nasce da un piccolo gruppo di amici - precisa Scalettari - professionisti di varia natura che, stanchi di vedere morire migliaia di migranti nel tentativo disperato di attraversare il Mediterraneo, cercando per sé e per i propri figli un domani migliore, hanno deciso di rompere il muro dell’indifferenza e si sono messi in gioco con un unico obiettivo: restare umani.

RESQ prevede due attività complementari, entrambe importantissime.

La prima: attività in mare. La nave di soccorso di ResQ si chiama ResQ People, un'imbarcazione di 39 metri e 300 tonnellate di stazza. Nata come nave di ricerca scientifica, ha solcato il Mediterraneo per salvare vite con il nome di Alan Kurdi. Batte bandiera tedesca e conta 20 persone di equipaggio, composto da professionisti marittimi e volontari specializzati tra cui medici, infermieri, soccorritori, mediatori culturali, logista e cuoco di bordo. La ResQ People è attrezzata con due RHIB, gommoni veloci per avvicinarsi alle imbarcazioni in difficoltà, un ambulatorio medico per prestare assistenza ai naufraghi e tutte le dotazioni necessarie per operare in sicurezza il soccorso.

La seconda: Attività a terra. Sognano un mondo in cui non ci sia più bisogno delle navi di soccorso della flotta civile, un mondo in cui nessuno sia costretto a rischiare la vita in mezzo al mare. Per questo, a terra, si impegnano a promuovere una cultura di rispetto dei diritti umani e di tutela della dignità di tutti, organizzando momenti di incontro, approfondimento e sensibilizzazione sui temi del soccorso in mare e della solidarietà.

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Gad Lerner, Luciano Scalettari e partecipanti all'iniziativa del 12 novembre 2021

A differenza del presidente di RESQ, Gad Lerner risulta più provocatorio porgendo al pubblico delle scuse, anche con imbarazzo, in quanto per lui è una vergogna dover chiedere aiuto e “protezione” per avvicinare più persone e donazioni con le quali si paga la manutenzione delle navi o semplicemente per la “benzina”. Continua dicendo che dovrebbe essere lo Stato a finanziare o comunque aiutare le povere Vittime del Mediterraneo direttamente in mare, mentre invece è proprio quest’ultimo che le ostacola. Qui vi è un problema di fondo: la politica degli ultimi anni sfrutta con cinismo il problema dell’immigrazione come un vero e proprio strumento di pressione politica e psicologica, per far sì che vi sia una riluttanza all'accoglienza e che si propaghi la paura per i flussi migratori, per indurre le popolazioni a sposare l’idea delle barriere che, come sappiamo, sono già state prese in considerazione.

Sono circa 2000 i migranti bloccati al confine - incalza Lerner - la Polonia ne ha respinto centinaia al confine bielorusso. Varsavia schiera l'esercito e si dice determinata a difendere i confini, mentre la Commissione Ue parla di un tentativo disperato del regime di Lukashenko di destabilizzare l'Unione. Bisogna pensare che queste sono tematiche difficili e si tende a evitare di parlarne oppure si minimizza in quanto non è un nostro problema.

Lerner non le manda a dire e affrontando il tema del disinteresse collettivo propone una lettura, un libro di Francesco Filippi che smonta il mito degli "italiani brava gente" in Africa e ci aiuta a fare i conti con l'eredità culturale persistente di quel colonialismo straccione. Tra riflessioni importanti, aneddoti anche divertenti e domande di un pubblico attento, Lerner conclude l'incontro con un'affermazione: "Finché il leone non avrà un narratore, il cacciatore dirà sempre la sua versione".

Vi aspettiamo domani, ora siete aggiornati e non potete perdervelo!

Articolo a cura di di Sara Novembrini, operatrice volontaria in Servizio Civile Regionale presso Overseas | 29 novembre 2021

Il terzo appuntamento della rassegna Il colore dei passaporti si terrà venerdì 10 dicembre 2021, Giornata mondiale dei diritti umani e sarà dedicato all'Afghanistan e al Covid nei paesi poveri. Ci sarà Giampaolo Cadalanu, giornalista appassionato di Afghanistan e voce di “Popoli senza voce!”.

Ultima serata, il 31 dicembre, alle ore 20 in Parco Amendola, con “L’incontro tra popoli”.