La mia esperienza di servizio civile regionale presso la Fondazione Fossoli a Carpi

Il racconto di Lorenzo, ex volontario di Servizio civile regionale, progetto "Riattiviamo-ci"

La mia esperienza di servizio civile regionale presso la Fondazione Fossoli a Carpi
formazione volontari servizio civile

La mia scelta di intraprendere il Servizio Civile Regionale è nata da una semplice newsletter inviatami dalla Regione Emilia-Romagna, nella quale,tra i tanti articoli presenti, vi era anche quello sulla partecipazione al Servizio Civile Regionale con 166 posti da coprire in tutta la Regione. Purtroppo, dopo aver guardato le sedi dove era possibile svolgere il Servizio Civile Regionale, mi sono accorto che nella mia provincia di residenza, Reggio Emilia, era possibile svolgere questa opportunità solo a Guastalla, località molto scomoda da raggiungere coi mezzi pubblici da Cavriago (circa 30 km da Guastalla).

Non mi sono perso d’animo ed ho subito cominciato a guardare progetti fuori provincia: mi è caduto l’occhio sul comune di Carpi, precisamente alla Biblioteca Loria per svolgere la mansione da bibliotecario. Presento tutti i documenti prima della scadenza prevista per luglio 2021 e dopo tre settimane circa scopro che non sono stato preso ma di stare allerta perché c’era un posto vacante alla Fondazione Fossoli. Ho deciso quindi di candidarmi alla Fondazione Fossoli, dove, dopo circa tre settimane dall’effettivo inizio del SCR, ricevo una mail (mentre sono a fare una escursione in Montagna nell’appennino Modenese) dal coordinatore del Servizio Civile dove mi spiega che avrei cominciato il 27/09.

All’inizio la mia gioia è stata immensa, visto che, era il mio primo “lavoro” con una durata lunga rispetto ai tirocini fatti con la scuola: sapevo, inoltre che sarebbe stata anche una sfida mai affrontata prima, nel senso che sapevo di dovermi svegliare ogni mattina alle 6 per cominciare in orario alle 9 visto che la sede dista da casa mia circa 50 km. Tutto questo non mi ferma ed attendo la data di inizio senza pensieri ed ansioso di cominciare.

Tuttavia, la mia felicità è stata spenta, seppur per poche ore, da una chiamata della mia OLP, nella quale intercorre un colloquio conoscitivo e nella quale le spiego che ho una disabilità visiva. Per qualche ora si ferma tutto perché devo attendere una sua chiamata per sapere se posso effettivamente cominciare questa esperienza o meno. Con mia grande gioia, dopo qualche ora ricevo una seconda chiamata con la data di inizio e che non vi erano problemi visto che è a discrezione dell’ente se prendere o meno un disabile (anche se, effettivamente l’ente inizialmente aveva barrato “no” alla casella disabili del co-progetto RI-attiviamoci). La mia esperienza, quindi, comincia quasi a fine settembre con ancora tutto da scoprire: inizialmente ero intimorito perché non sapevo cosa mi avrebbero fatto fare.

Dopo qualche giorno mi sono sentito subito a mio agio con tutti i colleghi: Inoltre, la mansione principale mi ha soddisfatto. Per la maggior parte di questi nove mesi ho tradotto dei progetti legati alla memoria del Campo di Fossoli, Museo del Deportato o a progetti internazionali che mi hanno permesso di apprendere termini nuovi e soprattutto di mettere finalmente in pratica quanto studiato nel corso di mediazione linguistica svolto ad UNIMORE.

Posso quindi affermare, dopo i primi mesi di Servizio Civile, che già questo percorso iniziale è stato di enorme importanza per avermi permesso di entrare nell’ambito della traduzione che fino ad ora avevo solo potuto “assaggiare” tramite i corsi Universitari. Adesso, invece, posso finalmente vederla con altri occhi e capire se effettivamente mi piace o meno.

Come mansione secondaria allestisco e smonto le mostre riguardanti temi legati alla deportazione ebraica o alla memoria, faccio i biglietti al Museo del Deportato il venerdì mattina e per due domeniche al mese sono al Campo di Fossoli come “Cicerone” ed accompagno la gente nella baracca principale del Campo di Fossoli.

Sicuramente, uno dei migliori esempi che posso riportare a favore di questi primi mesi d’esperienza è la traduzione della mostra “Esma” riguardante le donne durante la deportazione: è una mostra situata a Buenos Aires che non conoscevo e di cui non avevo mai sentito parlare ed anche il rapporto con le persone non mi dispiace affatto.

Sono sicuro che la mia scelta di intraprendere il Servizio Civile sia stata corretta e spero che sempre più ragazzi e ragazze possano conoscere e seguire questo percorso in modo da avere una esperienza non solo lavorativa ma anche di formazione adeguate: di fatto, oltre ad andare in servizio, il progetto di SCR prevede due formazioni (Formazione generale di 42 ore e quella specifica di 76 ore). Durante la prima vengono spiegati i valori del Servizio Civile e da cosa è nato, si è parlato in seguito delle emozioni, inclusione sociale e tanti altri argomenti interessanti, come la protezione civile. La seconda è stata più affine al progetto RIATTIVIAMOCI, dove si è parlato dell’ambito sociale, ad esempio i programmi usati dalle biblioteche per i prestiti oppure come creare un modulo di google per fare dei questionari.

Ho preferito la formazione generale per vari motivi: quello principale sono stati i formatori molto bravi a coinvolgerci e a creare un gruppo sin dai primi incontri visto che alla fine di ogni incontro ci facevano dire una parola che ci saremmo portati a casa quel giorno.

Il bello è stato che, dopo la formazione generale, il comune di Modena ha organizzato una miriade di eventi molto interessanti che partono dalla ricerca del lavoro (“Comunità maiuscole”) al forum Youz a Bologna, nel quale si è cercato di delineare qualche punto da migliorare nella nostra regione; all’assemblea interprovinciale che è servita per invogliarci a candidarci alle elezioni dei rappresentanti del servizio civile alle quali ho provato a candidarmi senza successo; poi c’è stato un evento sulla sostenibilità, denominato “Agenda 2030” in Regione e la conclusione del progetto “Zona Franca” sull’autoimprenditorialità a cui ha aderito una mia collega di Modena. Tutte queste sono state occasioni per fare gruppo e per conoscere soprattutto il mondo del lavoro.

Unica “pecca” è la poca comunicazione tra UCMAN e il Comune di Modena: di fatto a volte mi dico “meno male che sono subentrato se no non avrei potuto partecipare a tutte queste iniziative promulgate dal comune di Modena”. Mi permetto di consigliare alla regione di fare più chiarezza sui bandi di Servizio civile regionale: di fatto è poco chiaro se esso sia aperto o meno anche ai disabili o se gli enti hanno indicato la possibilità di ospitare o meno persone disabili (cosa che andrebbe espressa nel bando sin da subito e non dovrebbe scoprirsi dopo essere stati selezionati) visto che ci sono vari tipi di disabili ( la sede può essere accessibile per un ipovedente ma non per una persona con problemi motori quindi sarebbe meglio specificare per quali tipologie di disabili è accessibile o meno la sede). Per fortuna, come ribadito anche prima nell’articolo, la sede è stata fiduciosa e mi ha preso secondo la propria discrezione senza avere pregiudizi, anche se aveva barrato “no” alla casella disabili quando ha compilato la domanda per ospitare due ragazzi in Servizio Civile Regionale.

Quindi ragazzi non fatevi scoraggiare se la sede è lontana o meno, non perdetevi questa bella esperienza e soprattutto partecipate agli eventi che la provincia o la Regione organizza perché sono molto importanti per conoscersi e per rimanere in contatto. Questi 9 mesi mi sono serviti ad andare avanti come ho sempre fatto e ad essere sempre più determinato: di fatto dopo la laurea, ho cominciato a cercare lavoro e finalmente sono riuscito a trovarlo proponendomi ad una azienda che inizialmente mi aveva scartato sempre per la mia disabilità. Tuttavia, dopo aver chiesto loro se potevo venire a provare la mansione da help desk, dopo circa un’oretta mi hanno detto che mi avrebbero richiamato ma che quasi sicuramente mi avrebbero preso. Effettivamente cosi è stato: sempre mentre ero a fare una escursione in montagna sull’Appennino Modenese (sarà destino?!, la montagna è “luogo virtuale di assunzione”), mi hanno chiamato e mi hanno detto che a breve mi avrebbero inviato via email un contratto di 8 mesi che si sarebbe avviato il 05/07/2022, quindi in tempo per finire il Servizio Civile e poter cominciare un’altra esperienza. L’esperienza di Servizio Civile ha dato un imput all’azienda che mi ha assunto perché, come dicevo prima, è stato molto apprezzato il fatto che io sappia girare coi mezzi pubblici e che faccia 50 km al giorno andata e 50 al ritorno. Per l’azienda è stato “La ciliegina sulla torta”, nel senso che non avevano più dubbi. Secondo loro sarei stato la persona giusta sia per gli spostamenti sia per il fatto di essere sveglio e con la buona volontà e quindi adatto ad una mansione da ufficio come quella di help desk.

Per concludere l’articolo, affermo che la speranza è l’ultima a morire: do questo messaggio anche alle persone disabili. Cercate di proporvi alle aziende o agli enti pubblici che inizialmente vi scartano o che dubitano di voi, non sanno quali altre vostre capacità nascoste si perdono. Valutate anche di fare il Servizio Civile Regionale, visto che una volta finito quello regionale, potete fare il Nazionale o l’Europeo (non viceversa, attenzione!). Per me fare questa esperienza ha significato “Uscire dalla propria Confort Zone”, visto che non è solo una esperienza lavorativa ma anche formativa.


Se avete bisogno di info o chiarimenti non esitate a contattarmi:

amalory98@outlook.it


Amadei Lorenzo – Progetto “RIATTIVIAMO-CI”

volontario servizio civile regionale presso Fondazione Fossoli, Carpi (MO)

UCMAN-UNIONE COMUNI MODENESI AREA NORD


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