LA PRIMA VOLTA

È importante chiedersi se si è pronti per affrontare questo passo e soprattutto se questa è una nostra scelta

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Trattare della “prima volta” non è facile: non è infatti uguale per tutti e per tutte; così come la sessualità nel suo complesso, la “prima volta” è un’esperienza che varia da persona a persona e nella stessa persona nelle sue diverse età.
La sessualità è parte fondamentale dell’individuo, nucleo centrale della sua identità: investe il corpo, l’immagine di sé, i rapporti con gli altri... Pensiamo come la prima cosa che si chiede a una donna incinta sia: “...sarà maschio o femmina?”, portando l’accento sul fatto che ognuno di noi viene socialmente visto innanzitutto come appartenente all’uno o all’altro sesso.


La prima volta, quindi, è la prima esperienza che facciamo e che ci “abilita” alla sessualità completa: o meglio, si è avuto un rapporto sessuale completo, con la penetrazione del pene in vagina. Ciò significa che è avvenuto qualcosa, un cambiamento a livello fisico, ma anche emotivo e relazionale. Ma per asserire di vivere completamente e a fondo la propria sessualità non basta aver fatto questo passaggio: si tratta di una tappa, fondamentale, in un processo molto più lungo e profondo in cui sono previsti cambiamenti, maturazione, crescita personale e relazionale.

La sessualità infatti, comprende alcune dimensioni fondamentali:
-una dimensione biologica: lo sviluppo della sessualità è strettamente legato a mutamenti biologici e psicologici in relazione tra loro. È fondamentale la conoscenza del proprio corpo e delle sue funzioni per accedere ad una sessualità attiva e consapevole. Lo stesso scambio sessuale con l’altro contribuisce alla conoscenza della propria corporeità, tanto importante in pubertà e adolescenza, visti i cambiamenti (a volte vissuti come stravolgimenti!) del corpo;
-una dimensione culturale: siamo tutti, inevitabilmente, condizionati dalla cultura in cui viviamo, fin dai primi mesi della nostra vita: sia i maschi che le femmine ricevono dei messaggi su “come si deve essere” e se da una parte sono importanti per la propria identità sessuale, dall’altra possono portare a dubbi e paure immotivate. Se infatti ci viene detto che la prima volta siamo destinati a soffrire (soprattutto per le ragazze), ci crederemo tanto da averne paura. Ma la prima volta non per forza dev’essere dolorosa;
-una dimensione relazionale-affettiva: la sessualità è anche relazione, attraverso la quale si possono esprimere sentimenti, emozioni e affetti. E tra le emozioni in vista della prima volta, c’è spesso il timore che possa andare male (provare dolore per le ragazze o non essere all’altezza per i ragazzi);
-una dimensione ludica: la sessualità è anche gioco, comunicazione, scambio, coinvolgimento reciproco. Dare e ricevere piacere è possibilità di comunicare attraverso il corpo, perché vengono coinvolte molteplici percezioni sensoriali ed emotive (il contatto della pelle, la vista e l’olfatto...). Anche la prima volta può diventare “emotivamente più leggera”, se la percepiamo come la possibilità di giocare con l’altro.
-una dimensione riproduttiva: ovviamente avere rapporti sessuali può portare ad una gravidanza. A volte è questa stessa paura a frenarci e a farci vivere con ansia la sessualità e soprattutto i primi rapporti completi: è fondamentale, quando si è troppo giovani per pensare di diventare genitori, prendere le giuste precauzioni.

Prima di vivere la sessualità in modo “fisicamente” completo, con la penetrazione del pene in vagina, è importante chiedersi se si è pronti per affrontare questo passo e soprattutto se questa è una nostra scelta o se siamo indotti da altro. L’aspetto culturale e sociale della sessualità, infatti, ci porta spesso ad agire conformemente a quanto gli altri ci dicono di fare. Può accadere di essere spinti ad avere rapporti completi perché altrimenti temiamo di essere presi in giro perché ancora vergini o, peggio, possiamo sentirci in obbligo perché “ricattati” dall’altro: “se non lo facciamo, ti mollo”.
Avere i primi rapporti sessuali, senza che sentiamo di essere pronti per farlo, può compromettere la nostra serenità e la possibilità di vivere piacevolmente, con sentimenti positivi, la sessualità nel suo complesso.
D’altro canto, possiamo sentirci pronti, ma avere molte paure: che faccia male, che non si sia sufficientemente “bravi”, di essere delusi nelle aspettative proprie e dell’altro. Sono paure che derivano spesso da quanto poco conosciamo il nostro corpo, da sentimenti di disistima nei nostri confronti, da racconti che altri ci hanno fatto delle loro esperienze. Ma ogni esperienza è a sé: non ci sono due prime volte uguali, perché ognuno di noi esprime una propria unicità e ancora di più una complessità con l’altro.

È allora importante poter vivere la prima volta come una tappa di un percorso, quello della sessualità, che è iniziato con la nostra nascita (in quanto appunto esseri sessuati), è proseguito nella crescita di una propria identità, nella conoscenza (in età puberale) del nostro corpo, nonché dell’altro. La prima volta avviene, di norma, dopo che si è conosciuto il partner (o diversi partner) attraverso il petting: il rapporto si dirà allora “completo”, ma non sarà la fine del percorso. Tale continuerà per tutta la vita, perché sarà dall’esperienza che vivremo sempre più intensamente, profondamente e in modo maturo la nostra sessualità.

Con riferimento alla sessualità maschile e a considerazioni strettamente anatomiche è abbastanza diffuso ritenere che il frenulo (la piega di cute posta sotto il glande e che unisce l'orifizio uretrale al prepuzio) sia il testimone della verginità maschile e che una sua rottura sia l'inevitabile conseguenza di un primo rapporto sessuale associato a penetrazione del pene in vagina. Invece, se va cercata una similitudine con i genitali femminili, la funzione del frenulo è più simile a quella del clitoride che a quella dell'imene; infatti, il frenulo è ricco di terminazioni nervose deputate a facilitare l'orgasmo maschile ed in condizioni normali questa piega della cute resta integra per tutta la vita. La lacerazione parziale o totale del frenulo è un'evenienza causata solitamente da una eccessiva brevità del frenulo stesso o da un'attività sessuale non adeguatamente lubrificata; tuttavia nella maggior parte dei casi la rottura del frenulo non si associa ad importanti modifiche della sensibilità del pene eccetto, in alcuni soggetti, un modesto aumento del tempo necessario per raggiungere l'orgasmo.
Infine l'eccessiva brevità del frenulo va trattata chirurgicamente quando si associ ad eiaculazione precoce o quando sia causa di dolore locale e/o di lacerazioni parziali ripetute del frenulo stesso.

A cura di:

Dr.ssa Claudia Galli
Psicoterapeuta e Sessuologa
Modena


e

Dr. Antonio Granata

U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo

Nuovo Ospedale Civile S. Agostino/Estense
Presidio di Baggiovara (Modena)