ENRICO BRIZZI

Stradanove incontra lo scrittore bolognese reduce dall'incredibile camminata attraverso lo stivale raccontata in 'Italica 150'

ENRICO BRIZZI

In occasione del centocinquantesimo anno dell’Unità nazionale, Enrico Brizzi ha ideato e compiuto un grande viaggio a piedi dall’Alto Adige alla Sicilia.
   ITALICA 150 è stato pensato come un’indagine sul campo (“Chi sono oggi gli Italiani?") e vissuto come un’esperienza concreta, capace di ribaltare luoghi comuni e consumare tre paia di scarpe.

   Stradanove l'ha incontrato e si è fatto raccontare questa incredibile esperienza.

Partiamo dal gruppo di marcia: un commento per ciascuno dei tuoi compagni di viaggio.    Contando che al viaggio di Italica150 hanno partecipato, fra camminatori, sostenitori e logisti, un centinaio di persone, mi limiterò al “nucleo storico” degli Psicoatleti, specificando il ruolo di ognuno nella batteria:
- Riccardo Brizzi. Mio fratello, e il mio primo compagno di viaggio. È lo storico del gruppo, con un debole per gli agriturismo dalla buona tavola.
- Marcello Fini. Amico d’infanzia, lupetto e scout insieme a me, forte di gamba e discreto nei modi, ha condiviso con me l’intero tragitto del viaggio Roma-Gerusalemme (2008). Sempre affidabile, è il nostro logista.
- Valerio Gnesini. Anche lui cresciuto nel quartiere Saragozza di Bologna, con lui ho condiviso la Via Francigena fra Canterbury e Roma (2006). Dopo avere mancato Italica 150, tornerò in pista per il Giro della Libertà di questa primavera. Il suo ruolo è quello di nostromo, e non molla mai
- Giorgio Leonardi. Siamo diventati amici durante la Tirreno-Adriatico del 2004. Se fossimo un governo, sarebbe il ministro degli esteri. Poiché siamo una batteria di Psicoatleti, è il nostro Responsabile dei progetti speciali. Quest’anno porterà la nostra bandiera nel Karakorum (o forse a Capo Horn, non si è ancora capito).
- Franz Monti. Amico di vecchia data e marconista del gruppo. Abbiamo condiviso l’intero percorso di Italica 150 nel 2010. Partito sposato, si è lasciato con la moglie durante il viaggio e, prima ancora di arrivare in Sicilia, ha conosciuto la nuova – ed attuale – compagna.
Non si creda, però, che il Nucleo Storico sia composto da soli bolognesi…
- Paolo Bottiroli, passista e scalatore, da Novi Ligure, trapiantato in Lombardia. È il portabandiera della batteria psicoatletica Transpadana, con sede a Mantova
- Flavio Allegretti, salutatore e stuntman, da Lecco. Attualmente segnalato in Nuova Zelanda nel corso del suo personale Giro del Mondo.
- Stefano Izzo, fiorentino delle Piagge trasferito a Milano. Attivo lungo la Via Francigena, risulta attualmente disperso dal punto di vista psicoatletico ma resta un sostenitore della Causa
- Edoardo Rosso, vercellese trasferito a Ferrara per motivi di studio, benché prossimo alla laurea è il portabandiera della batteria psicoatletica Primavera, composta da universitari
- Maurizio Manfredi, anconitano, tatuatore degli Psicoatleti, come si può vedere nel film Italica 150
http://www.italicaedizioni.it/emporio/cinematic/italica_150_dvd/ dove tatua Franz in una camera di locanda per sancire l’inizio della sua vita nuova.
- Samuele Zamuner, pordenonese dal fisico di granatiere alpino, presidia la base, fatica in salita, trionfa all’arrivo.
La prossima volta, scriverò di tutti gli amici che hanno camminato con noi da Italica 150 in avanti… Quante pagine ho a disposizione?
 
“Mappare l'altrove”, scrivi nell'introduzione al libro, “e conoscere i costumi dei popoli che abitano queste contrade”: la curiosità, il bisogno di sapere, qual è stata la dinamo di una simile camminata?    Da un certo punto di vista, la stessa spinta a esplorare nuovi territori che mi portava, bambino, a giocare agli esploratori con mio fratello.
Da piccolo mi sarebbe piaciuto andare per il mondo, ma non potevo.
Ora che posso regalarmi simili occasioni di conoscenza diretta – pensa solo alle storie che si ascoltano lungo la via! - non vedo perché rinunciare.
 
Più elementi di sorpresa o luoghi comuni, fra i Comuni attraversati?    Più vai, meno sai.
Viaggiare a piedi significa ribaltare luoghi comuni al ritmo di sei chilometri orari.
Parti carico di certezze, e arrivi leggero, con lo zaino ormai pieno di sole domande.

“Chi sono oggi gli italiani?”, ti sei domandato prima di partire. Cosa ti sei risposto, a posteriori?    Sono sessanta milioni di persone diverse, e non si possono dividere fra buoni e cattivi, anche se qualcuno davvero ammirevole e altri indubitabilmente malvagi ci sono sul serio.
La maggior parte sono persone come voi e me, che cercano di fare del proprio meglio nonostante i guai e i pochi soldi in giro, con le proprie debolezze, discrete o clamorose,  e i propri silenziosi eroismi.
I più interessanti, dal mio punto di vista, sono i “nuovi Italiani”: solo se saremo palestra d’integrazione, potremo dire di avere accolto e non sfruttato le genti d’oltremare.
 
Giovani e vecchi: che idea ti sei fatto, di loro, incrociando persone di luoghi e generazioni dissimili?    Ci sono un sacco di vecchi che, presi per il verso giusto, sarebbero lieti di raccontare. Ma troppi giovani hanno la musica nelle orecchie, e vanno sempre di fretta.
 
Le tue impressioni sull'impressionante passaggio all'Aquila.    Una grande angoscia. Per le persone coinvolte, e per la dabbenaggine delle soluzioni in atto.
 
Mario Rigoni Stern, l'autore “che ci ha insegnato a vivere a ritmo delle stagioni e a non mollare mai”. La sua opera a te più cara e perché.    Più ancora dei suoi libri, mi resteranno care le sue parole durante il pranzo che ho avuto l’occasione di condividere con lui e la sua signora. Era un uomo di grande tempra, una qualità sempre più rara.
 
Dal formaggio di malaga altoatesino alle piantagioni di pomodoro sicule: quali i sapori migliori, i piatti più amati?    La verità è che, almeno quarantacinque sere su novanta, si è mangiato pizza. Il che non ci ha impedito di concederci corroboranti cene di qualità, dai canederli al capriolo in quel di Bolzano, agli involtini di pesce spada alle erbette sulla costa di Catania e Siracusa.
 
Il tuo primo pensiero all'arrivo.
   Una birra fresca, per favore!
 
Anticipazioni sul prossimo viaggio?    Il Giro della Libertà, prima tranche del “Gran Giro Psicoatletico d’Italia”, avrà inizio da Roma il 15 maggio per concludersi a Venezia. Si tratterà di 750 km alla garibaldina, nel senso che seguiremo le tracce del Generale e di Anita, proseguendo idealmente dalle Valli Di Comacchio – qui lasceremo un fiore per la coraggiosa sposa di Garibaldi – verso la loro meta prefissata, la Città della Laguna.
Il viaggio è aperto a tutti gli aspiranti Psicoatleti nelle giornate del 30 e 31 maggio, per le tappe Carpegna-San Marino e San Marino-Rimini. Info base@italica150.org oppure info@casaitalica.org
Sarà possibile seguire il viaggio anche iscrivendosi alle nostre pagina facebook “Casa Italica” e “Psicoatletica”.