ESSERE GIOVANI A MODENA. GIOVANI WRITER AL PARCO AMENDOLA

Si ritrovano al parco Amendola per esprimere la loro arte dei Graffiti. I giovani "graffittari" contattati dagli operatori Infobus raccontano come si possa essere writer anche senza avere un muro di mattoni o di cemento.

ESSERE GIOVANI A MODENA. GIOVANI WRITER AL PARCO AMENDOLA

Al parco Amendola vediamo, da lontano, una cosa che ci incuriosisce e rapisce la nostra attenzione. Vogliamo saperne di più, perciò ci avviciniamo: sono 2 ragazzi e 1 ragazza, da poco maggiorenni, che hanno trovato un modo intelligente e rispettoso di esprimere la loro arte. Sono andati al vicino supermercato, hanno acquistato, con una spesa contenuta, 2-3 rotoli di pellicola svolgendoli poi attorno ai tronchi di due alberi distanti circa 3 metri, creando così un muro “tutto loro” da colorare e scrivere con le bombolette.  In questo modo hanno risolto il grande problema: “su che muro posso lasciare il segno senza che dia fastidio a qualcuno?”.

Writer o, in un termine più modenese, “graffittari”. Così vengono chiamati e frequentemente criticati. Eccoli, bombolette alla mano, mascherina e musica hip hop di sottofondo che riempiono di colore ogni punto del muro. Poi una volta calato il sole e terminato lo spazio a disposizione, contemplano il risultato e decidono se buttarlo o lasciarlo “esposto” all'ammirazione dei passanti per un paio di giorni.

Cerchiamo di non dilungarci troppo a parlare, per non rubar tempo al proseguimento dell'opera, ma non possiamo non porre la domanda: “utilizzate sempre e solo questo metodo o colorate anche i muri “classici”, di mattoni?”. Ci raccontano che non è da molto che utilizzano la pellicola, da quando uno di essi ha visto questo metodo attuato da writer francesi, in un documentario. Scrivono anche loro sui muri ma bisogna trovare il posto giusto, dove non da fastidio a nessuno. Uno dice: “non dormirei la notte se pitturassi muri di abitazioni private o su monumenti”.

Si guardano intorno, manca poco al tramonto e, con delicatezza ci fanno notare che vorrebbero proseguire e terminare l'opera, anche se molto compiaciuti dalle parole scambiate con noi e dal nostro interesse come individui, ma anche in quanto operatori di “Infobus”, verso quello che hanno scelto essere non solo una passione e un modo di esprimersi ma anche un vero e proprio stile di vita, legato alla musica hip hop e alla break-dance.

La testimonianza del gruppo è stata raccolta dagli operatori del progetto Infobus: Eva Ferri, Isacco Franzoni, Fabiana Fuoco

Testo a cura di Isacco Franzoni