LA MASTURBAZIONE

Miti e verità sull'autoerotismo

LA MASTURBAZIONE

Che cos'è la masturbazione?

La masturbazione è una pratica attraverso la quale la persona stimola i propri organi sessuali ed altri parti del corpo, per procurarsi piacere e generalmente l'orgasmo. Le modalità di eccitazione e di raggiungimento dell’orgasmo possono differire da individuo a individuo: la masturbazione viene generalmente compiuta con le mani; i modi con i quali ci si tocca e si accarezzano le parti erogene (quelle cioè che danno piacere) sono diversi e rimandano a ciò che piace e fa stare bene; i pensieri, le fantasie, le sensazioni sono anch’essi diversi in funzione di chi li esperisce.
Ciò che accade durante la pratica della masturbazione, rimanda al rapporto sessuale: la differenza sta nel fatto che nella prima si agisce da soli (da qui il termine di autoerotismo), mentre nel rapporto sessuale si condivide la ricerca del piacere (ed eventualmente un progetto procreativo) con un partner.

A cosa serve la masturbazione?

La funzione principale è quella appunto di darsi piacere, ma la masturbazione permette anche altro. Innanzitutto di conoscere il proprio corpo. Non a caso, è durante la fase puberale, nel passaggio tra essere bambini e diventare adolescenti, che il ragazzo e la ragazza sentono maggiormente l’impulso e il desiderio di toccarsi e provare piacere. E’ in atto un cambiamento importante, che riveste il corpo, la sua fisiologia e il suo aspetto esteriore, nonché la mente e la psiche. La masturbazione contribuisce a conoscere se stessi e i cambiamenti che si stanno realizzando dentro di sé.
Dedicarsi quindi all’autoerotismo permette: di comprendere quali zone particolari, se stimolate, provocano le sensazioni di maggior piacere (zone erogene); di riconoscere gli impulsi sessuali e la loro modalità di espressione corporea (eccitazione); di contribuire all’acquisizione di una buona immagine di sé, aumentando il livello di autostima e di sicurezza personale.
La maggiore consapevolezza del proprio corpo, consente poi di comunicare meglio con l’altro: se si ha già confidenza col proprio corpo e si riconoscono zone e modalità di piacere, sarà più facile approcciarsi al partner ed entrare in intimità con lui/lei.
Sperimentando il nostro corpo attraverso il piacere, scopriamo una parte importante di noi stessi, che non è mai uguale a quella degli altri: ciascuno di noi ha un proprio modo, molto personale, di esprimere il desiderio e il piacere sessuale.

Tutti praticano l’autoerotismo?

L’autoerotismo si pratica a tutte le età: anche i bambini trovano piacevole sfiorarsi i genitali e gli adulti possono continuare a masturbarsi per la ricerca del piacere, sebbene più sovente trovino maggiore soddisfazione nella condivisione della sessualità con il partner. Nella coppia stessa si parla a volte di masturbazione reciproca, ma più correttamente si tratta di darsi reciprocamente piacere attraverso i baci, le carezze, la stimolazione delle zone erogene. Diversa è la masturbazione condivisa, quando cioè i partner praticano autoerotismo in presenza dell’altro e questo diventa parte del rapporto sessuale.
La masturbazione poi, non è qualcosa solo di maschile: anche le ragazze sentono lo stesso bisogno di darsi piacere e di conoscere il proprio corpo e le sue manifestazioni. Anzi, proprio la masturbazione, per le femmine, rappresenta il modo per venire in contatto con i propri genitali, che al contrario del maschio, sono “nascosti” e quindi non visibili guardandosi semplicemente allo specchio.
Infine, non tutti praticano o hanno praticato durante l’adolescenza, la masturbazione: sta infatti in ognuno la possibilità di espressione e conoscenza di sé attraverso questa pratica. L’importante sta nel vivere serenamente la scelta nel praticare o meno autoerotismo.

Masturbarsi può fare male?

Intorno alla masturbazione, così come per la sessualità in genere, si sono da sempre creati miti e leggende: fino a qualche tempo fa, si credeva che l'attività masturbatoria fosse l'espressione di menti malate e che comunque tale pratica producesse danni al sistema neurovegetativo o ad altre parti del corpo. L’abbassamento della vista, la caduta dei capelli, l'acne o un certo grado di cifosi (la gobba), sono solo alcuni di quei miti che, non trovando nessun correlato scientifico, sono ormai tutti caduti.
In tempi recenti la pratica masturbatoria ha piuttosto acquisito nuovo valore, in quanto sono stati scoperti ed evidenziati quegli effetti positivi che per tanti anni erano stati negati e repressi da una cultura sessuofoba, che carica cioè la sessualità di paure e pregiudizi. Purtroppo però, non sempre e non tutti vivono l’autoerotismo in maniera libera, ma si lasciano condizionare da preconcetti e scarsa conoscenza, perché magari in famiglia non si parla tranquillamente di sessualità o perché i propri genitori o altre figure significative, rimandano aspetti negativi nei confronti della masturbazione.

Esistono disturbi psicologici legati alla masturbazione?

Qualunque pratica, se abusata, può diventare fonte di disagio e problemi. Nel caso della masturbazione, l'abuso va inteso più sul suo versante psicologico che su quello fisico: può accadere che i nostri pensieri siano pervasi dall'idea fissa di masturbarsi anche quando non è opportuno, ovvero il bisogno di masturbarsi diventa talmente imperioso e incontrollabile da intaccare tutte le nostre attività, lavoro, studio, rapporti sociali, etc. Per esempio, un sintomo di disagio legato alla pratica masturbatoria, è non riuscire a concentrarsi mentre si è a scuola, perché si pensa unicamente a masturbarsi.
Un altro abuso può riguardare le modalità di eccitazione: se l'eccitazione e l'orgasmo avvengono solo ed unicamente in un modo, per esempio solo guardando, o solo attraverso gesti violenti, oppure solo usando certi oggetti, può esserci un problema connesso all'attività sessuale in generale e a quella masturbatoria in particolare.
La pratica dell’autoerotismo assume quindi aspetti patologici quando si manifesta in modo dipendente (non si può farne a meno) o compulsivo (la modalità è sempre la stessa) o ancora quando si esercita in pubblico e si trae piacere dal farsi vedere o dal creare disagio negli altri.

Quando rivolgersi ad uno specialista e dove andare?

Se desideriamo praticare l’autoerotismo, ma farlo ci mette a disagio o insorgono paure che non vengono dissipate da ciò che possiamo leggere in questo breve scritto, possiamo chiedere un confronto scrivendo agli esperti o rivolgendoci direttamente allo Spazio Giovani o al Consultorio Familiare della propria città. In questo modo, è possibile tranquillizzarsi e vivere più serenamente l’espressione dei nostri desideri.


Claudia Galli Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
MODENA

Revisione ed approfondimento di una precedente FAQ curata da

Luciano Gaetani Psicologo Psicoterapeuta
Spazio Giovani Modena

Alessandro Siciliano Corso di Psicologia
Università di Parma