Il gioco d'azzardo e i segnali tipici della dipendenza

Leggi la risposta a cura del Servizio Dipendenze dell'AUSL di Modena

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Quali sono i segnali tipici di un giocatore d'azzardo? Da cosa è possibile riconoscere la sua dipendenza?

Il DSM 5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) individua nei seguenti criteri le caratteristiche principali che possono indicare la presenza di un disturbo da giocatore d'azzardo:

  1. Il soggetto ha bisogno, per giocare d'azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l'eccitazione desiderata.
  2. E’ irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.
  3. Ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il gioco d’azzardo.
  4. E’ eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo.
  5. Spesso gioca d’azzardo quando si sente a disagio.
  6. Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per rifarsi.
  7. Mente per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo.
  8. Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera a cauda del gioco d’azzardo.
  9. Fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo.

E' richiesta la presenza di almeno 4 sintomi per definire la presenza di un disturbo, tuttavia, meno sintomi non escludono comunque dei rischi per il giocatore.

Un familiare potrebbe ritrovarsi di fronte ad improvvisi e incomprensibili difficoltà economiche; osservare nella persona repentini cambiamenti di umore e degli stessi atteggiamenti e comportamenti, sperimentare un peggioramento della qualità della relazione, in sintesi, osservare un generale cambiamento della qualità e dello stile di vita rispetto ad una precedente condizione di equilibrio.

Se le interessa può contattare telefonicamente o recarsi in un Servizio per le Dipendenze Patologiche della provincia di Modena, a sua scelta, per chiedere qualche informazione aggiuntiva e sottoporre i suoi dubbi direttamente ad un professionista esperto.

La consulenza può essere completamente anonima e non da luogo necessariamente ad una presa in carico, che -in ogni caso- sarebbe da concordare con la persona direttamente interessata.

Rispoosta a cura di:

Dott. Gioacchino Cutropia Psicologo, psicoterapeuta AUSL di Modena Servizio Dipendenze Patologiche

Giulia Bevini
Terapista della riabilitazione psichiatrica

AUSL Mo- SDP - "Progetto GAP"

Giugno 2020