“Guarda come è messa, è proprio una sfigata!”

“Guarda come è messa, è proprio una sfigata!”

Questa è la storia di Marta che frequenta il primo anno di un Istituto tecnico superiore di Modena, la quale viene continuamente presa in giro dal gruppo classe, in particolare da una ragazza, Anna. Marta ha 14 anni, ed è molto introversa.

All'inizio le piaceva frequentare questa classe perché voleva fare nuove amicizie. Dopo poche settimane ha iniziato a soffrire della prese in giro da parte di Anna. Sperava che si trattasse di uno scherzo limitato nel tempo, ma ben presto si rese conto che non era così. In classe si sentiva sola e faceva molte assenze perché non aveva più voglia di andare a scuola.

Un giorno, uscendo da scuola, sentì Anna che insieme alle altre compagne di classe imitavano il suo tono di voce e i suoi movimenti. Alcune commentavano l'imitazione dicendo: “guarda come è messa, è proprio una sfigata!”. E ridevano. Marta si sentì profondamente umiliata e triste. Tornata a casa, non riuscì a trattenere le lacrime. A quel punto sua madre le chiese cosa fosse accaduto e Marta raccontò dei suoi primi mesi in classe. La madre l'ascoltò e la invitò a reagire, parlare con Anna e a dirle che i sui comportamenti la facevano soffrire. Marta non se la sentì di farlo, aveva paura. Passarono le vacanze di Natale e la situazione rimase congelata.

Con l'inizio del nuovo anno la madre di Marta parla con un insegnante che, nonostante le difficoltà, si fa carico della situazione.

Nel frattempo inizia a anche il progetto “Bullismo e prevaricazioni”, prima del quale le due mediatrici vengono informate della situazione, che effettivamente rilevano come dinamica del gruppo classe, che sta facendo soffrire anche altre persone. Durante le attività del progetto alcuni studenti riconoscono che la presa in giro di alcune persone è frequente, ma tendono a minimizzarne gli affetti, riducendo la presa in giro ad uno scherzo fra amici. Il gruppo classe viene aiutato a mettersi nei panni di chi viene preso in giro, attraverso specifiche attività e alcuni di loro raccontano di episodi in cui sono stati vittime di scherzi pesanti e di come si sono sentiti.

Un gruppo della classe comincia a comprendere meglio cosa sta accadendo a Marta e alle altre persone che fino a quel momento non si erano esposte per paura. Molte ragazze che partecipavano agli scherzi, anche solo ridendo, comprendono il ruolo agito e provano ad interrompere questa situazione, non ridendo alle battute.

Anna assume un atteggiamento di sfida verso le mediatrici e continua a prendere in giro Marta.

A quel punto le mediatrici concordano con l'insegnante di procedere con un percorso di mediazione, separato dalla classe, fra Marta ed Anna. I genitori delle due ragazze vengono informati e danno la loro autorizzazione. A quel punto le mediatrici incontrano presso la scuola, prima Anna e poi Marta.

Anna arriva al primo incontro molto arrabbiata: si sente tradita dalle compagne, che l'hanno abbandonata. Dice di non rendersi conto del danno che provoca a Marta ed è felice del suo ruolo di persona simpatica che le compagne di classe le hanno attribuito. Nel suo racconto emerge che  Anna ha bisogno di avere un ruolo nella classe per sentirsi a suo agio e fa fatica a controllare le sue reazioni emotive. Lavoriamo con lei per capire in che modo può essere stimata dai compagni senza far soffrire nessuno.

Dopo averla accolta ed aver analizzato con lei i suoi bisogni, le chiediamo se è disponibile ad incontrare Marta, ed Anna accetta. Prima della mediazione, incontriamo Marta che esprime il suo disagio per i comportamenti subiti, ma anche la paura di incontrare Anna. La rassereniamo, dicendole che non sarà sola e che noi aiuteremo entrambe a parlarsi in modo diverso, più sereno.

All'incontro di mediazione, dopo una fatica iniziale a parlarsi, le ragazze raccontano l'una all'altra come si sentono. Anna si trova di fronte alla sofferenza di Marta e si sente male. A quel punto Marta capisce che, contrariamente a quello che immaginava, Anna è una persona sensibile. A fine incontro Anna chiede scusa dei comportamenti agiti, però chiede a Marta di impegnarsi anche per lei per socializzare, visto che la sente lontana e in disparte.

Marta promette di stare con lei e le altre durante la ricreazione, a patto di non essere più presa in giro. Dopo alcune settimane, torniamo in classe e riparliamo di quello che successo. Insieme ai ragazzi verifichiamo che il clima in classe è migliorato, le prese in giro sono contenute, anche se Marta non si è ancora inserita del tutto nel gruppo. Lavoriamo con Marta per supportarla in questo percorso.