Greta Thunberg: un viso acqua e sapone, una semplicità potente e disarmante

Nel suo articolo, Daniela Mariotti ci racconta di Greta Thunberg, ripercorrendo la storia della leader del movimento "Fridays For Future", e approfondendo la sua lotta per la salvaguardia dell'ambiente.

Greta Thunberg: un viso acqua e sapone, una semplicità potente e disarmante

Quello che mi ha colpito subito di Greta Thunberg è il suo aspetto di bambina molto più piccola dei suoi 16 anni. Oggi le ragazze a 16 anni fisicamente sono già donne, alcune addirittura fidanzate da “anni”; spesso sono truccate, vestite alla moda, curate nel look nei minimi particolari, specie quando devono apparire in pubblico, davanti ad un grande pubblico! TV, giornalisti, reti sociali… ecc.

Greta in questo senso non è una ragazzina “alla moda”. Si rifiuta di fare shopping e di viaggiare in aereo, indossa abiti semplici, utilizza oggetti riciclati. Greta espone con naturalezza il suo essere “acqua e sapone”. Non vi è ombra di artificio in lei. A volte la semplicità è potente, disarmante. Le treccine bionde ben ordinate, il visetto rotondo da bambina appunto, la pelle bianchissima, di porcellana, gli occhi chiari, il naso piccolo all’insù… sembra appena uscita da un libro di fiabe. E potrebbe abitare con perfetta eleganza dentro ad un quadro d’autore di ogni tempo.

E invece ciò che ha fatto, ciò che pensa e ciò che dice Greta non è per niente infantile, non è per nulla ordinario. Già all’età di otto anni ha scoperto grazie al suo animo nobile e sensibile lo scandalo di un mondo che mostrava ferite di incuria, sfruttamento degrado. E subito ha cominciato a studiare e a informarsi per cercare di capire come stanno le cose. E ogni giorno continua a studiare. Certamente la sua preparazione non è quella di un professore accademico, ma proprio per questo stupisce fortemente come i giornalisti oggi la intervistino chiedendo a lei, una ragazzina di 16 anni… “Cosa possiamo fare per risolvere il problema della fine del mondo…”; “Quanti anni pensi che ci rimangano prima che sia troppo tardi prima di invertire la rotta…”. E’ incredibile.

Con la sua grinta e con il suo coraggio, il 15 marzo il più importante Fridayforfuture – la manifestazione mondiale per protestare per il gravissimo problema del futuro della Terra – Greta ha trascinato nelle piazze un esercito di giovani - un milione e seicento mila, 750.000 in Italia, in 131 Paesi del mondo. E’ intervenuta personalmente nella manifestazione organizzata a Stoccolma, ricordando come sia necessario che i politici agiscano, dando ascolto ai moniti degli scienziati sul clima.

La sua storia la conosciamo tutti. Il 20 agosto 2018 Greta Thunberg, che frequentava il nono anno di una scuola di Stoccolma, dopo che inusuali ondate di calore avevano provocato incendi boschivi nel suo Paese durante l’estate, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018 per protestare contro il suo Governo per l’applicazione degli accordi di Parigi sulle emissioni di CO2: ogni giorno si è seduta davanti al Parlamento svedese con un cartello “Sciopero scolastico per il clima”. Dopo le elezioni ha continuato a scioperare ogni venerdì lanciando così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Il suo sciopero del venerdì ha attirato l'attenzione dei media  e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi, tra cui i Paesi Bassi, l'Italia, la Germania, la Finlandia, la Danimarca e l'Australia. In Australia migliaia di studenti sono stati ispirati da Greta Thunberg ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l'appello del loro primo ministro Scott Morrison, che aveva dichiarato al Parlamento «ciò che vogliamo è l'apprendimento nelle scuole e meno attivismo».


Il 4 dicembre 2018 Greta ha partecipato alla COP24, il 24^ vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice, in Polonia. In occasione dell'ultima giornata ufficiale di lavori, il 14 dicembre, si è rivolta ai leader mondiali riuniti: «Voi parlate soltanto di un'eterna crescita dell'economia verde poiché avete troppa paura di essere impopolari. Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l'unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d'emergenza. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate a noi bambini questo fardello. Non mi importa di essere popolare mi importa solo la giustizia sul clima e sul pianeta vivente. (…) La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa. La sofferenza di molte persone paga il lusso di pochi. Se è impossibile trovare soluzioni all'interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema.»
Il 25 gennaio 2019 Greta è intervenuta al Forum economico mondiale di Davos. All’elite dell’economia del pianeta ha detto senza mezzi termini che occorre agire immediatamente per il clima, “come se la vostra casa fosse in fiamme”: «È il momento di essere chiari: risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l'umanità abbia mai affrontato».
Il 16 aprile 2019 l’adolescente attivista ha parlato alla commissione Ambiente del Parlamento europeo, invitando i politici presenti a prendere decisioni nette e rapide per contrastare il cambiamento climatico; in particolare, guardando alle imminenti elezioni europee, ha invitato i giovani ad andare alle urne e i politici ad ascoltare l'appello per il clima di tanti ragazzi che non potranno votare.

In pochi mesi Greta ha conseguito risultati straordinari per la causa dell’ambientalismo, divenendo un personaggio popolarissimo. Secondo due giornali svedesi è lei la donna dell’anno in Svezia. Ed ora tre parlamentari norvegesi hanno proposto la sua candidatura al Nobel per la pace.

Credo che la forza di Greta stia nella sua autenticità, nel fare semplicemente quello che crede sia giusto fare e nella sua determinazione. “Io guardo i fatti e vedo ciò che bisogna fare e ho deciso di farlo perché se non lo facessi mi sentirei male. Vorrei, quando sarò più grande, essere capace di guardarmi indietro e dire che ho fatto quello che potevo».

E invece la storia di Greta è la prova tangibile che ognuno di noi può fare tantissimo per risolvere qualsiasi problema politico.

Durante la manifestazione del 15 Marzo a Stoccolma uno scioperante disse che Gandhi nel 1915 ha compiuto un lungo viaggio attraverso le diverse regioni dell’India per prendere coscienza delle condizioni di vita degli indiani, prima di diventare il capo politico e morale del Movimento di Indipendenza dell’India; Rosa Parks il primo dicembre 1955 a Montgomery in Alabama è rimasta seduta sull’autobus al suo posto; e Greta soltanto pochi mesi fa a Stoccolma ha scioperato dalla scuola per giorni e settimane con un semplice cartello davanti al Parlamento svedese. “Ecco quello che può fare un essere umano da solo per cambiare la storia”.

Stay tuned! Leggi la terza parte dell'articolo che uscirà a breve!!

Intanto puoi dedicarti alla lettura della prima parte dell'articolo scritto da Daniela Mariotti!


A cura di

Daniela Mariotti

Giugno 2019