TEVERE, LUCIANA CAPRETTI

Ispirata a una storia vera, la vicenda di una donna vittima di un destino accanito e crudele

TEVERE, LUCIANA CAPRETTI

È una sera del 1975 quando Clara scompare. I suoi documenti vengono ritrovati sulla sponda del Tevere ma il suo corpo no. Il figlio Giovanni, ancora adolescente, trova un biglietto: “Perdonatemi, 50 anni bastano , mi troverete nel Tevere”.

Scatta l'allarme. Tra le speranze dei parenti e soprattutto la testardaggine di un commissario che ha preso a cuore il caso, comincia l'incessante ricerca di Clara.

È questa la trama di Tevere, il romanzo di Luciana Capretti giornalista del Tg2. Ispiratasi a una storia vera, l'autrice, nella sua narrazione, non lascia spazio ai sentimentalismi ma con uno stile freddo e asciutto trascina il lettore nel mondo della protagonista.

Come in un quadro astratto, i colori che dipingono le vari fasi della vita di Clara sono tre, come i piani narrativi sui quali è strutturato il romanzo: Giallo, Nero. Bianco. Giallo corrisponde all'epoca in cui accade il fatto, Nero all'epoca fascista, Bianco come i muri di un ospedale.

Cosa c'entrano i colori? Durante le indagini, il commissario, scopre che il dramma di Clara ha origini profonde che risalgono ai tempi dei partigiani, delle ausiliarie e delle brigate nere.

Clara proviene da una famiglia modesta, comandata da un padre padrone. Nonostante decida di far parte delle ausiliarie, subirà una violenza che le segnerà la vita, rendendola fragile e malata nella mente e nel corpo. Neanche la costruzione di una famiglia e due figli le darà la “pace” della quale necessita, tentando il suicidio diverse volte. Clara incontra il male di vivere molto presto, quel male oscuro che si insinua dentro la sua mente, e nonostante i continui ricoveri in ospedale, in un 'epoca nella quale si andava avanti a elettroshock, non riuscirà a uscire dal tunnel.

Dov'è Clara, è davvero in quel Tevere oscuro, o è sopravvissuta?

Luciana Capretti, Tevere, Marsilio, pagg.220, euro 17,5