NOTTE DI SANGUE A COYOTE CROSSING, VICTOR GISCHLER

Neo western in salsa pulp

NOTTE DI SANGUE A COYOTE CROSSING, VICTOR GISCHLER

Siamo (anzi, fortunatamente non ci siamo davvero, vista l’aria che tira…) a Coyote Crossing, Oklahoma, una cittadina sperduta nel nulla che tanto sarebbe piaciuta al Clint Eastwood con cappellone e colt fumante. Un mondo a parte lontano da tutto (zero ripetitori, ossia zero cellulari), dove in apparenza non succede mai nulla, tutti si conoscono sin da bambini e ogni segreto non è poi così segreto.


   Toby Sawyer, 25 anni, fa il vicesceriffo (part-time). Non di certo per vocazione o spirito di giustizia. A lui servono soldi per mantenere moglie e figlio, entrambi frutto di una nottata che preferirebbe dimenticare. Ma “certe notti somigliano a un vizio” (cit.), e Toby ci ricasca. Dovrebbe sorvegliare il cadavere (morto ammazzato) di Luke Jordan, bullo della zona con una famigliola al seguito che nessun servizio sociale vorrebbe avere nei propri registri, e invece preferisce raggiungere l’amante (giovanissima, capelli e rossetto neri, piercing al naso e pelle color luna) per quattro salti in allegria.

   Errore. Gravissimo.


   Il cadavere infatti scompare nel nulla, e nel frattempo i fratelli Jordan arrivano in paese, incazzati, per vendicarsi (ovviamente sono convinti che l’assassino sia lui…). Ma fosse solo questo il problema… Bisogna infatti aggiungere anche un traffico di messicani clandestini, il lato oscuro (e minaccioso) degli abitanti di Coyote Crossing e la corruzione dilagante della polizia. 


   Romanzo di formazione (una formazione velocissima, visto che il protagonista si trasforma da giovane ingenuo e indolente a uomo - pseudo eroe in poco più di due, lunghissime e terribili, ore), neo western, pulp scatenato, splatter: incastrare "Notte di sangue a Coyote Crossing" in un unico genere è impossibile e al tempo stesso inutile, visto che Gischler riesce ad amalgamare tutti gli ingredienti in maniera così grandiosa che gli eccessi (di sangue, di risate, di sorprese) diventano necessari, elementi essenziali per descrivere vite sul confine della follia e a pochi passi dalla dannazione.


   Il ritmo, come nel precedente e MERAVIGLIOSO “Anche i poeti uccidono”, è forsennato, da far scoppiare i polmoni, l’ironia si affaccia improvvisamente a stemperare scene tragiche o a sottolineare momenti bizzarri e insoliti, pistolettate, tradimenti, colpi di scena, pathos e tenerezza (le amare riflessioni del nostro quasi eroe su quello che poteva diventare e non è diventato, il suo amore sconfinato per il figlio) riempiono la scena lasciandoci all’ultima pagina soddisfatti (anche se col fiatone) e desiderosi di nuove storie targate Gischler.


   Bello bello bello!!!

Victor Gischler, Notte di sangue a Coyote Crossing, Meridiano Zero, traduzione di Luca Conti, Pagg. 256, euro 14,00