MENGELE, JORGE CAMARASA

L’angelo della morte in Sudamerica

MENGELE, JORGE CAMARASA

Il 17 gennaio 1945 il dottor Josef Mengele abbandona in fretta e furia il campo di sterminio di Auschwitz. Sa, ha capito che la guerra è persa per la Germania: l’Armata Rossa aprirà i cancelli del campo il 27 di gennaio. I cancelli dell’inferno. E Josef Mengele ha fatto la sua parte in quell’inferno.

   C’è qualcosa di molto singolare nella popolazione di Cândido Godói, paese ai confini del mondo, all’estremo sud ovest del Brasile, fuori dalle rotte del turismo. Da più di quarant’anni nascono moltissimi gemelli a Cândido Godói. L’indice mondiale delle nascite gemellari è di un parto ogni cento, in questo villaggio brasiliano è di un parto ogni cinque, cioè il 20%. Si dà il caso che un medico tedesco abbia soggiornato lì, a partire dagli inizi degli anni ’60…

   Lo storico e giornalista argentino Jorge Camarasa indaga, in questo breve libro intitolato con il cognome del medico, sul doppio mistero, di come abbia fatto il dottore della morte a salvarsi e a fuggire nell’America Latina e di come si spieghi l’alto numero di parti gemellari a Cândido Godói. Mentre non è difficile seguire la pista della fuga di Mengele, è invece impossibile capire che cosa abbia mai fatto Mengele nel paese dei gemelli, se sia stato in qualche modo possibile che applicasse a buon fine gli esperimenti compiuti ad Auschwitz.

   Il capitolo dedicato alla vita di Mengele è intitolato ‘preistoria di un assassino’. Perché la domanda senza risposta davanti a casi come quello di Mengele è proprio, ‘come è stato possibile?’.

   Se, in qualche maniera, riusciamo a capire che un individuo cresciuto nell’abbandono, o che abbia subito dei traumi, possa sviluppare una personalità criminale, ci è invece del tutto incomprensibile come un Josef Mengele, nato nel 1911 in una famiglia dell’alta borghesia cattolica, abbia scelto, abbia accettato l’incarico di medico nel campo di Auschwitz. E’ da escludersi che si proponesse di essere di aiuto ai prigionieri: i testimoni lo ricordano sulla rampa di arrivo dei treni, ad inviare con un gesto a destra o a sinistra, arbitro della vita e della morte, responsabile di aver offerto una vita ancora peggiore della morte.


   Testimoni raccontano della fissazione sui gemelli e degli esperimenti: il Fuhrer aveva bisogno di aumentare il numero dei tedeschi, il concepimento di gemelli era una soluzione. C’era amore per la scienza, dietro il suo interesse? Dopo tutto il patto faustiano è un leit motiv nella letteratura tedesca…E comunque questo medico senza scrupoli morali fu abbastanza furbo da scappare prima del tracollo finale, sfuggendo ai processi. Il mistero della sua fuga è presto risolto- e anche questo è qualcosa difficile da accettare.

   La ‘via dei topi’, dei nazisti in fuga passava dall’Italia. Si sa che conventi nascondevano i fuggitivi, che il Vaticano e la Croce Rossa fornivano passaporti. E che molti stati dell’America Latina, primo tra tutti l’Argentina di Perón, offrivano ospitalità, nascondigli, lavoro, carte false, rifiutando o ritardando all’inverosimile le pratiche per la richiesta di estradizione.


   Jorge Camarasa segue le tracce del medico sotto falso nome, i suoi spostamenti, le sue vicende famigliari, gli enigmatici episodi in cui scomparvero degli israeliani che gli erano arrivati alle calcagna, la sua quasi-cattura quando i cacciatori di nazisti riuscirono a prendere Eichmann, la sua morte per annegamento, infine, nel 1979. E poi i dubbi su questa morte…Intanto, a Cândido Godói, ogni due anni, a febbraio si svolge l’allegra festa dei gemelli.

Jorge Camarasa, Mengele, Ed. Garzanti, trad. Stefania Cherchi, pagg. 133, Euro 18,00