LE OSSA DELLA PRINCIPESSA, ALESSIA GAZZOLA

Un giallo-rosa traboccante di humour, divertente, originale, soprattutto intelligente

LE OSSA DELLA PRINCIPESSA, ALESSIA GAZZOLA

Mi piace il personaggio di Alice Allevi. Mi piace lo stile di Alessia Gazzola. Non mi piace il genere ‘rosa’ e , in linea di massima, non mi piacciono neppure i romanzi che mescolano i generi. Eppure pregusto la lettura di ogni nuovo libro della giovane scrittrice siciliana, perché so che sarà un giallo-rosa traboccante di humour, divertente, originale, soprattutto intelligente. E poi, anche se i temi di fondo- le motivazioni dei crimini su cui si trova ad indagare la zelante e maldestra Alice- sono quelli del giallo tradizionale, Alessia Gazzola li rielabora, arricchisce la vicenda con inserti di altre vicende che servono come specchi per moltiplicare l’immagine.

“Le ossa della principessa” prende l’avvio da due fatti: è scomparsa Ambra Negri Della Valle, la specializzanda perfetta, rivale in amore e in carriera di Alice, la donna che è tutto ciò che non è Alice, e, in un’area finora disabitata vicino a Roma viene ritrovato un cadavere ridotto a scheletro, rannicchiato in posizione fetale, accanto ci sono una moneta del 2005 e una coroncina, di quelle che le bambine si mettono in testa per giocare alla regina. Quando un nome verrà dato a quei resti, si scopre che appartengono a Viviana Montosi, una giovane archeologa che era stata compagna di scuola ed amica di Ambra. Possibile che sia una semplice coincidenza?

Una storia del passato e una storia del presente- una contrapposizione di tempi che riflette la tempesta dei sentimenti della nostra Alice che sappiamo da sempre in bilico tra l’attrazione verso l’aitante Claudio Conforti e l’altrettanto aitante Arthur, entrambi elusivi, entrambi distratti dalla passione per il lavoro e da infatuazioni più o meno passeggere per altre donne.

In una qualche maniera Viviana, di cui ci pare di sentire la voce nelle pagine in cui apprendiamo degli scavi a Gerico, nel 2005, è un doppio di Alice- anche lei soffre per un amore non facile, il tenebroso Daniel, inglese come Arthur, figliastro del professore che dirige gli scavi, così come Arthur è figlio del Boss della Facoltà presso cui Alice si sta specializzando, anche Viviana è generosa ed irruente, leale ed onesta a fianco di colleghe che la invidiano per le sue attitudini, perché sembra essere la favorita del professore.

Viviana ha fatto scoperte importanti, insieme a Daniel, un cranio con le conchiglie sugli occhi e lo scheletro di una donna- c’è qualcosa di commovente in quelle ossa mute, qualcosa di così speciale che fa sì che Viviana immagini siano i resti di una principessa. Ed ecco un altro specchio che rimanda un’altra immagine sfocata, di tempi immensamente più lontani di quel 2005 in cui Viviana è stata uccisa.

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Viviana dovette concentrarsi per riconoscere quello che stava affiorando dai granelli del tempo. Erano ossa umane, apparentemente composte in una sepoltura magnificente, quella riservata a membri dell’aristocrazia. Un corpo minuto, una collana al collo.

Viviana non poteva essere certa, ma la suggestione la fece sognare e provò un’emozione fortissima quando si disse che quelle erano ossa speciali.

Le ossa di una principessa.

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Alice sarà anche maldestra e poco precisa, Claudio Conforti può anche continuare a ripeterle che quella del medico legale non è una professione che le si addice, però ha un intuito eccezionale. E’ la dote che le riconosce l’ispettore Calligaris che ha imparato a fidarsi di lei e che la vuole al suo fianco nelle indagini. In questo intuito noi riconosciamo un’empatia verso gli altri che ce la fa amare.

Così come amiamo la sua genuinità, la sua autoironia, la sua totale mancanza di sofisticazione. E ci piace la cura del linguaggio di Alessia Gazzola, il suo modo di incastrare l’una dentro l’altra diverse narrative, l’umorismo elegante delle sue pagine.

Alessia Gazzola, Le ossa della principessa, Ed. Longanesi, pagg. 346, Euro 14,96