LA VERITA', Melanie Raabe

“Nulla è più crudele dell’estraneità di coloro che conosciamo”, dice una citazione del romanzo. E questo è forse il significato profondo di un libro che può essere letto semplicemente come un mystery o un thriller (M. Piccone)

LA VERITA', Melanie Raabe

Non si hanno notizie di lui da sette anni. Philipp Peterson, di Amburgo, è partito per la Colombia sette anni fa ed è scomparso. Di certo è arrivato in Colombia, ma si sono perse le sue tracce tra il suo albergo e quello in cui aveva l’appuntamento per un incontro di lavoro.

E’ la moglie Sarah a raccontare. Del primo incontro con lui ad un concerto all’aperto, del temporale e del colpo di fulmine - nel cielo scuro di nubi e nei loro cuori. Dell’amore e dell’opposizione che lei, Sarah, aveva incontrato nella madre di Philipp che l’aveva giudicata un’arrivista. Del matrimonio e del bambino che aveva solo un anno quando il padre non era tornato dal viaggio in Colombia. Sarah si era fatta forza, aveva continuato a lavorare, aveva cresciuto il figlio da sola, si era rifiutata di far dichiarare morto il marito rinunciando anche, così, a diventare erede della sua ricchezza.

E adesso la telefonata. Philipp è vivo. Il mistero dietro il suo rapimento per cui nessun riscatto è mai stato chiesto non è stato risolto. E’ in volo per Amburgo. Però all’aeroporto Sarah non riconosce l’uomo che scende dall’aereo. Forse assomiglia a Philipp ma non è lui, non è suo marito. Questo è un impostore che può giocare sul fatto che la madre di Philipp ha l’Alzheimer, il figlio non può ricordare il volto del padre, un amico è all’estero e Sarah…be’, Sarah ha avuto dei disturbi psichici in passato, Sarah è sotto shock, non si deve credere a Sarah.

Chi è quest’uomo che si spaccia per Philipp Peterson? Che cosa vuole? Come fa a sapere tante cose di lei, di loro? E il vero Philipp dov’è? Vivo o morto?

Questo è l’inizio dell’inquietante psico-thriller della scrittrice tedesca Melania Raabe, “La verità”. La verità ha molte facce, è elusiva, spesso si nasconde. E la verità cercata dai protagonisti del romanzo non è solo quella che riguarda quanto è successo a Philipp in Colombia e la sua identità. E’ anche la verità del rapporto di coppia e quella dimenticata, nascosta in un incidente in un bosco, una notte che avevano litigato. E ancora: dice sempre la verità, il vero o presunto Philipp? Dice la verità Sarah, la voce narrante, il punto di vista che il lettore tende a fare proprio?

La tensione è forte fino al termine del romanzo, in un alternarsi di credibilità, dell’uno e dell’altra, in un cambiamento di scenario, dalla grande casa che improvvisamente diventa sinistra alle strade di Amburgo che Philip (è lui?) impara di nuovo a conoscere, alla metropolitana, al bosco, al luogo tutto ‘loro’ dei loro incontri.

“Nulla è più crudele dell’estraneità di coloro che conosciamo”, dice una citazione del romanzo. E questo è forse il significato profondo di un libro che può essere letto semplicemente come un mystery o un thriller. Perché, dietro la vicenda dell’uomo che ritorna e la moglie non ravvisa le sue fattezze e lo avverte come un pericoloso sconosciuto, c’è il dramma più quotidiano, doloroso e crudele, il sogno che crolla, l’idillio che si dissolve, la delusione, il rendersi conto che non conosciamo affatto - o non conosciamo più - colui o colei che ci vive accanto, che credevamo conoscere e che ci è diventato estraneo.

Melanie Raabe, "La verità"

Ed. Corbaccio, trad. L. Basiglini, pagg. 370, Euro 15,22

Recensione a cura di Marilia Piccone

Blog "Leggere a lume di candela"