LA SPOSA SCOMPARSA, Rosa Teruzzi

Non si corre il rischio di annoiarsi leggendo "La sposa scomparsa". Perché la scrittura è briosa, vivace, spumeggiante... la trama regge bene e corre veloce fino alla fine e non ci delude (M. Piccone)

LA SPOSA SCOMPARSA, Rosa Teruzzi

Che piacevole sorpresa, la lettura de "La sposa scomparsa" di Rosa Teruzzi! Non avevo mai letto nulla della scrittrice, temevo un altro ‘giallo’ del tipo di quelli che si dimenticano subito dopo averli terminati. Oppure, peggio ancora, di quelli che interrompo a metà dopo aver deciso che il mio tempo vale di più e non posso sprecarlo a leggere un libro che non mi piace o addirittura mi annoia.

Non si corre il rischio di annoiarsi leggendo "La sposa scomparsa". Perché la scrittura di Rosa Teruzzi è briosa, vivace, spumeggiante, i tre personaggi principali sono ben riusciti e simpatici, la trama regge bene e corre veloce fino alla fine che non ci delude. E la Milano che fa da sfondo sembra quasi bella. Anzi, èBella e insolita.

Abitano in un ex casello ferroviario, Iole, Libera e Vittoria. Nonna, mamma e figlia. Nonna ex sessantottina che rifiuta di essere definita ‘anziana’, pratica lo yoga, si fa le canne e porta i suoi amanti in casa. Mamma (il cui nome- Libera- è un retaggio delle lotte femministe di Iole) che è rimasta vedova quando Vittoria aveva solo tre anni (il marito poliziotto era stato ucciso con un colpo di pistola alla testa dalla persona che era seduta accanto a lui sull’auto) e che lavora come fiorista: è specializzata in bouquet di nozze. Figlia che è agente di polizia e che mal sopporta le stravaganze della nonna e l’affetto protettivo della madre.

È l’estate piovosa e fredda del 2014 - la ricordiamo tutti. Piove e fa freddo il giorno di luglio in cui una donna vestita di nero appare davanti al casello ferroviario nella zona dei Navigli. Non ha mai smesso il lutto dal giorno di trent’anni prima quando sua figlia è scomparsa. Il caso è rimasto irrisolto ed è stato archiviato. La donna insiste, spera che Vittoria lo faccia riaprire, lei continua ad essere convinta che sia stato l’ex fidanzato di Carmen ad ucciderla, anche se l’uomo aveva l’alibi di aver passato tutto il giorno a letto con la sua nuova giovane fiamma (dieci anni di meno di Carmen). E se la ragazza avesse mentito, accecata dall’amore, fornendogli quell’alibi?

I riferimenti e le allusioni a Miss Marple, a Precious Ramotswe e ad Anne Perry abbondano in un romanzo in cui le donne dominano la scena, ognuna per un motivo diverso. La donna in nero perché è la madre dolente che vuole sapere, vuole avere una tomba su cui piangere e pare abbia un sesto senso nella sua incrollabile convinzione che commuove Libera e che riesce a far breccia perfino nell’irriverente e scanzonata Iole. Libera perché si immedesima nella madre che ha perso la figlia e dentro di sé la ammira perché non si arrende- che cosa ha fatto lei, Libera, per sapere di più sull’assassinio del marito? Vittoria perché dietro la corazza della donna poliziotto nasconde una vulnerabilità che la rende una possibile vittima come la Carmen che è scomparsa. E Iole, infine, sempre un po’ sopra le righe, Iole dalle battute memorabili, spassosa e piena di risorse, l’esatto opposto di figlia e nipote. I pensieri di queste donne girano intorno agli uomini, sia che siano vittime o dominatrici- il marito della donna in nero chiama "bambine" le sue auto d’epoca, Libera non si decide a rispondere alle avances del collega e amico del marito, Vittoria è innamorata di un piccolo delinquente (possibile?) e Iole, be’, Iole non si limita ad avere un solo innamorato…

E comunque sono Iole e Libera a prendere l’iniziativa per ulteriori indagini sulla scomparsa di Carmen, senza rendersi conto dei rischi a cui si espongono. Aveva ragione la mamma di Carmen? Aveva ragione l’ubriacone che aveva visto Carmen e che era stato giudicato inattendibile?

Il finale è doppio: uno è molto triste e uno è sorprendente, ci fa restare in attesa di un altro romanzo con il simpatico terzetto.

Ed. Sonzogno, pagg. 171, Euro 11,90 €

Recensione a cura di Marilia Piccone

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