LA RAGAZZA CHE CADDE DAL CIELO, SIMON MAWER

Un intenso romanzo di crescita e tradimenti

LA RAGAZZA CHE CADDE DAL CIELO, SIMON MAWER

Anni Quaranta del novecento. Londra. Marian Sutro ha vent’anni o poco più quando scoppia la guerra. E’ nata e cresciuta in Svizzera, figlia di padre inglese che faceva parte del corpo diplomatico e di madre francese. Dapprima si arruola nel corpo delle ausiliarie dell’esercito inglese, poi viene reclutata dall’intelligence per operazioni che si svolgeranno in Francia: Marian è perfettamente bilingue, facile capire perché è stata scelta. Inizia l’addestramento, in Scozia.


Sembra quasi un gioco, una vacanza in un campeggio di giovani esploratori- camminate in montagna, esercizi con l’alfabeto morse, vita di gruppo, cameratismo. Se non fosse che a Marian (e agli altri) viene insegnato anche a sparare, a lanciarsi con il paracadute e a simulare la parte della nuova persona con nuovo nome che diventerà a breve, a non tradirsi mai neppure sotto tortura. Marian, prima della partenza, riceverà anche una pastiglia di cianuro da tenere sempre in tasca.
La parte iniziale del nuovo romanzo di Simon Mawer, “La ragazza caduta dal cielo”, è il preambolo per l’azione che occupa tutta la parte centrale, dopo che Marian, diventata Alice (ma poi, costretta a cambiare identità, sarà anche Anne Marie e Laurence), ‘cadrà dal cielo’ con il paracadute, nel sud della Francia.


Da una parte il romanzo è una storia di guerra concentrata sul ruolo che le donne vi hanno avuto e- per quello che riguarda la Gran Bretagna- non come combattenti in prima linea, come partigiane o guerrigliere, ma come infiltrate, con un ruolo altrettanto pericoloso. E ricordiamo, al proposito, altri due bei romanzi- “La guerra di Charlotte” di Sebastian Faulks e “Inquietudine” di William Boyd. Dall’altra parte, al di là delle azioni in cui è impegnata Marian, il libro è anche un romanzo di crescita fuori dall’ordinario. Passano solo mesi dall’addestramento di Marian alla ‘sua’ guerra in Francia, eppure alla fine nulla è rimasto della ragazza che ha studiato in un collegio di suore e che dell’amore aveva solo l’idea romantica della sedicenne che era andata in barca sul lago con Clément, l’amico francese di suo fratello, di dieci anni più grande di lei. Tanto per cominciare, non resta intatto neppure il ricordo di quell’amore.


Marian scopre che i capi dell’intelligence sanno di questo suo sentimento conservato gelosamente: sono le suore che l’hanno tradita? E’ il primo tradimento in un romanzo in cui tradire è la colpa peggiore, meglio uccidersi che tradire anche se costretti sotto tortura. E Marian sarà ancora tradita…Forse è da considerarsi un tradimento anche quello fatto proprio dai capi nei suoi confronti- l’averla reclutata proprio per via della sua amicizia con Clément, perché Clément è un fisico e la sua collaborazione sarebbe preziosa per lo sforzo bellico teso a fabbricare un’arma micidiale, se lei riuscisse a convincerlo a fuggire in Inghilterra.


Si dice sempre che il rito di passaggio per diventare grandi è attraverso la morte. In genere si intende la morte di qualcuno che ci è caro e la sofferenza dolorosa che ne consegue. Per Marian, costretta a ‘dare’ la morte, il passaggio sarà brutale. Eppure questa ragazza, che mantiene fino alla fine una sua innocenza che è integrità, esce vincitrice anche se sconfitta da questa guerra. Se si pensava che in lei avrebbero prevalso il sentimento e l’attaccamento personale, se tutti erano certi che, come in uno stereotipo, Marian avrebbe seguito la nuvola rosa dei due cuori e una capanna- ebbene si sbagliavano. Forse lo avremmo preferito anche noi lettori, ma non è così. E Marian è veramente ‘grande’, in tutti i sensi, alla fine.


Dello scrittore Simon Mawer avevamo letto e amato moltissimo “La casa di vetro” e, in questo nuovo romanzo, ci manca il personaggio della casa creata dall’architetto Mies van der Rohe che rendeva straordinario quello precedente. E tuttavia “La ragazza che cadde dal cielo” ci cattura facendoci riflettere sulle priorità della vita, sul senso del dovere e sul coraggio che non significa affatto non avere paura.

Simon Mawer, La ragazza che cadde dal cielo, Ed. Neri Pozza, trad. Massimo Ortelio, pagg. 318, Euro 17