LA COSMONAUTA, JO LENDLE

Jo Lendle ci conduce nell'animo di una donna che vuole arrivare sulla Luna per ricongiungersi con il proprio figlio

LA COSMONAUTA, JO LENDLE

Ad ogni mamma, ne sono certa, è capitato di dire o di pensare che, se il figlio gli chiedesse la luna, andrebbe fin lassù a prendergliela. Hella, la protagonista dell’insolito, dolce, onirico romanzo “La cosmonauta” di Jo Lendle, va veramente sulla luna per amore del figlio.

“La strada era diritta”: Hella ha iniziato un viaggio, diverso dai viaggi di scoperta di sé e del mondo che abbiamo ritrovato in molti romanzi di formazione. Sarebbe stato così, pur nella sua stranezza, se a farlo fosse stato Tobi, il figlio tredicenne che si era iscritto ad un concorso che offriva in premio il viaggio sulla luna. Tobi aveva già preparato anche la bandiera da piantare sul suolo lunare- una vecchia T-shirt tagliata lungo le cuciture con sopra lo stampo delle mani sue e della sua ragazza-, ma era morto durante una manifestazione di protesta.

Morto in una maniera assurda, investito da una delle auto per cui era stato organizzato il blocco, su una strada pedonale in cui quella macchina non sarebbe dovuta passare. Il dolore aveva travolto Hella e portare a termine il più grande desiderio di Tobi, andando sulla luna al suo posto, le era parsa la maniera migliore per estendere la vita di lui, per essergli vicino in uno spazio senza interferenze esterne, per ritrovare la sua anima fatta di puro desiderio nel ristretto abitacolo del missile.

Hella guida la sua automobile, dunque, su questa strada diritta che sembra proseguire all’infinito nel nulla di un paesaggio di steppe in qualche paese dell’ex Unione Sovietica finché arriva a destinazione nel piccolo centro isolato dove gli astronauti vengono preparati per il viaggio che li aspetta. E’ quest’arrivo la cesura tra passato e futuro, con un breve ma importante intervallo nel presente.

Lungo tutto il percorso Hella ha rivissuto a sprazzi la sua vita di bambina sola, di adolescente che era rimasta incinta e aveva abortito a quattordici anni, di giovane adulta con un lavoro che la metteva al servizio di persone più infelici di lei- si occupava di protesi di ogni tipo. Poi Tobi, che fin da piccolo si era appassionato alla volta celeste. Il passato di Hella è reale. Da quando giunge al centro i contorni della realtà si fanno invece più sfumati nell’aspettativa- lunga- del lancio del missile. Che cosa dobbiamo pensare? Stiamo leggendo di un vero viaggio nello spazio? Di preparativi per un distacco finale dal mondo? Hella sarebbe pronta per questo, ma poi, in una qualche maniera, l’amicizia singolare con la donna che la invita a fare la sauna e, soprattutto, con l’uomo che l’ha accolta nel centro, risveglia in lei un desiderio di vita.

Parte Hella, al posto di suo figlio- parte o sogna di partire? Parte o è una partenza simulata, del tipo di quella che si favoleggia fu l’allunaggio americano? E’ in questo finale che la dimensione onirica, quasi da fiaba, si sente maggiormente. In questo secondo viaggio che ha in comune con il primo l’attraversamento di spazi illimitati, ma con alcune differenze: l’uomo con cui ha fatto l’amore che si materializza vicino a lei rompendo la sua solitudine, e la luce delle stelle.

Jo Lendle, La cosmonauta, Ed. Keller, trad. Franco Filice, pagg. 181, Euro 14,00