IL RAGAZZO CHE LEGGEVA VERNE, ALMUDENA GRANDES

Una lettura per non dimenticare il passato da cui veniamo e per guardare con attenzione il futuro verso cui andiamo

IL RAGAZZO CHE LEGGEVA VERNE, ALMUDENA GRANDES

Nino ha nove anni nel 1947, quando inizia a raccontarci la sua storia, di come da bambino, anzi ‘scricciolo’, diventò grande prima del tempo, grazie a grandi amicizie, a figure che lo ispireranno per tutta la vita, a storie vere, viste e vissute in prima persona, e a storie fantastiche lette sui romanzi di grandi scrittori, come Verne e Stevenson.

Inevitabile che in questo percorso di vita si intersechino le rotte degli altri abitanti del paese in cui vive. Altrettanto inevitabile è che il ‘dove’ e il ‘come’ Nino attraverserà questi anni, fondamentali per la sua crescita, lo segneranno per sempre, regalandogli, spesso contro la sua volontà, un bagaglio di esperienze e un modo di guardare il mondo che lo allontanerà fisicamente dalla sua famiglia, ma allo stesso tempo gli consentirà di chiudere il cerchio e ritrovare le proprie origini.

Il teatro è la Spagna post guerra civile. Ma non è vero che la guerra è finita nel ’39: ‘la guerra non finirà mai’, continuano a ripetersi gli abitanti di Fuensanta de Martos, piccolo paese della Provincia di Jaén nella Sierra del Sud.

Nino è figlio di una guardia civil, vive nella caserma del paese, insieme al padre, alla madre e a due sorelle. Come tutti i bambini della sua età porta il peso dell’innocenza dell’infanzia, la voglia di giocare e divertirsi, anche se i tempi non lo consentono.

Va a scuola, frequenta altri bambini, soprattutto i figli di altre guardias civiles. Vede cose strane capitare intorno a sé, cose che in parte non riesce e in parte non vuole comprendere del tutto. Alla sera, a letto, cerca di carpire parole bisbigliate dai genitori, o conforta la sorellina raccontandole storie quando i muri sottili della caserma lasciano straripare le urla di soldati e prigionieri.

In paese convivono i rossi antifranchisti e i fedeli al regime, all’ombra di questa caserma che rappresenta il terrore per gli uni e una garanzia di intoccabilità per gli altri. Le montagne intorno invece brulicano di partigiani, per lo più uomini del paese scappati abbandonando madri, mogli e fidanzate per combattere in nome della Repubblica.

Almudena Grandes, dopo Inés e l’allegria, dipinge così il suo secondo ‘‘Episodio di una guerra interminabile”, con cui va ad arricchire quella personale galleria letteraria, che piano piano prende forma, dedicata agli anni della guerra civile e della dittatura, agli eroi e a chi contribuì a liberare la Spagna dal regime franchista.

Un’altra lettura per non dimenticare il passato da cui veniamo e per guardare con attenzione il futuro verso cui andiamo.

Almudena Grandes, Il ragazzo che leggeva Verne, Guanda Editore, pagg. 396, euro 18,50