IL GIORNO RUBATO, MARCO DE FRANCHI

Chi ha cancellato il 13 marzo 2007 dalla memoria del mondo? Riuscirà lo scrittore e studioso di soprannaturale Malerba a impedire l’avvento del male? Un horror geniale, spaventoso e “perfetto”

 IL GIORNO RUBATO, MARCO DE FRANCHI

Certe scoperte letterarie, certi amori di carta, spesso arrivano per caso.

Una recensione scovata su un minuscolo sito di appassionati, un post del cugino di un amico su Facebook, un suggerimento del tuo negozio online di fiducia (“ti potrebbe interessare anche…”), una twittata vista con la coda dell’occhio. A volte tutto parte dall’infatuazione per una copertina splendida notata durante una scappata in libreria, o da un titolo che colpisce l’immaginazione e solletica la curiosità, o da una trama originale e intrigante.


E così ti trovi per le mani un libro di cui ignoravi l’esistenza, di un autore mai sentito prima, ma che già dopo pochissime pagine capisci potrebbe scalare, e a grandi passi, la gerarchia dei volumi che conservi gelosamente in libreria, quelli che ogni tanto ami rileggere, quelli che non dimentichi.

“Il giorno rubato” di Marco De Franchi è, almeno per me, uno di questi libri speciali. Scoperto casualmente in rete, mi ha prima incuriosito per la storia, poi rapito per le pagine ricche di tensione e le continue sorprese, e non da ultimo conquistato per uno stile di scrittura elegante e perfetto per raccontare l’incubo. Incubo che, nello specifico, getta la vita dello scrittore e studioso di storie soprannaturali Valerio Malerba ai confini dell’impossibile. È una telefonata il deus ex machina che dà il via all’orrore.

I “fan” di Malerba, quelli che comprano e divorano i suoi bestseller mysteriosi, spesso lo contattano per suggerirgli storie, per raccontare esperienze improbabili o azzardare teorie complottistiche bislacche. In mezzo a questi innocui folli, però, può capitare che qualcuno abbia una storia che meriti di essere davvero approfondita. Ed Elia Serpieri, che gli telefona dicendo di avere una videocassetta per lui, pare essere uno di questi. La sua frase di commiato, “Il
13 marzo 2007. Controlli, controlli”, nasconde infatti una verità inaspettata e sconvolgente: quel giorno pare essere stato cancellato dalla memoria del mondo. Se si digita su Internet, non si ottengono risultati; se si cercano giornali usciti quel giorno, non se ne trovano; nessuno quel giorno è nato, morto, si è sposato, ha divorziato, ha scritto una pagina di diario o di blog.


Il video che Serpieri gli fa avere, unica testimonianza di quel giorno forse mai nato, nasconde oltretutto un orrore difficile anche solo da concepire, una verità che potrebbe riscrivere le leggi del mondo come lo conosciamo, e mentre Malerba indaga, verifica e scava alla ricerca di una spiegazione razionale che pare non esserci, strane figure, esseri ancestrali che si muovono nelle notti romane, ombre demoniache in grado di ingoiare anime e vite, iniziano ad apparirgli. E a “giocare” con lui. Facendogli capire che forse quel 13 marzo 2007 non sarà l’ultimo giorno rubato alla storia dell’umanità.

Paura, mistero, tensione, colpi di scena, ritmo elevatissimo: Marco De Franchi azzecca l’horror perfetto, scritto sontuosamente (più volte mi sono trovato ad annuire compiaciuto davanti a similitudini d’alta classe o a svolte narrative inaspettate), saturo e confezionato in un'edizione impeccabile da Lepre Edizioni. È uno di quei libri che non vorresti finisse così in fretta e al tempo stesso hai fretta di finire, perché avvincente, coinvolgente e con lampi di genialità.

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"Sei veramente sicuro di ciò che ricordi?"

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Tra piani spaziali e temporali che si rincorrono e intersecano, suggestioni dickiane, echi fantascientifici e archetipi che appartengono al mito (Mater Matuta, i Grandi Antichi), la lettura diventa piacere e brivido, stupore e necessità di andare avanti e sapere.


Per me, ad oggi (ma dubito di aver cambiato idea al 31 dicembre), il mistery/horror dell’anno.

Marco De Franchi, Il Giorno Rubato, Edizioni La Lepre, pagg. 340, euro 16