"Il Figlio del Cielo", di Victor Segalen

"La maestria dello scrittore si rivela nell’aver saputo ricreare lo stile enigmatico del presunto annalista cinese, che dice nel linguaggio ufficiale, che ci invita a leggere quello che non può dirci. Un libro molto bello, da leggere" (M. Piccone).

"Il Figlio del Cielo", di Victor Segalen

Guangxu, penultimo imperatore cinese. Aveva 37 anni quando morì-avvelenamento? morte naturale? La zia, la vecchia Imperatrice Cixi che lo aveva adottato e che morì un giorno dopo di lui, era stata fortemente contraria alle sue riforme e forse non voleva andarsene lasciando a lui il trono. Gli sarebbe succeduto Pu Yi, il bambino di due anni che tutti ricordiamo per averlo visto nel film di Bertolucci. E’ Guangxu il protagonista del romanzo “Il Figlio del Cielo” di Victor Segalen, personaggio straordinario perché non solo scrittore, ma anche poeta, archeologo, critico d’arte, medico, esperto della Cina per averci vissuto molti anni studiando reperti archeologici della dinastia Han.

Quando Victor Segalen morì, aveva in mano una copia di “Amleto”, e, se il suo Figlio del Cielo assomiglia a qualcuno, è proprio ad Amleto, figura dilaniata da incertezze e malinconie. Segalen ha scelto un genere inusuale per parlarci di Guangxu, quello degli Annali - non un libro che scorre come un romanzo storico, non un trattato di Storia, ma una sorta di cronaca che finisce per sembrare un diario, una visione dei fatti dall’esterno che a volte sembra essere, invece, una confessione, intramezzata com’è da poesie dell’Imperatore con il controcanto del commento e dell’interpretazione dell’annalista che, volutamente, non è esplicito, volutamente, ci conduce su una falsa pista. Perché Guangxu non è un comune mortale e non può avere i sentimenti degli esseri comuni- è il Figlio del Cielo, è il Cielo che gli dà il diritto di governare. Il regno di Guangxu durò a lungo- dal 1875 (aveva solo 4 anni) al 1908-, ma fu in realtà molto più breve, dal 1889 al 1898- anno in cui, dopo aver  instaurato la Riforma dei Cento Giorni che includeva pure la fondazione dell’Università di Pechino, la costruzione di una linea ferroviaria, l’inaugurazione di una borsa finanziaria, fu prelevato (per ordine della Imperatrice Cixi) dalla sala della Città Proibita dove stava celebrando i riti religiosi del giorno e confinato nell’isola in mezzo al lago, sempre all’interno della Città Proibita. La solitudine e la tristezza degli anni che gli restano è straziante.

Il Guangxu che balza fuori dai presunti Annali di Segalen (annotazioni brevi e concise eppure straordinariamente ricche di dettagli significativi, a volte tutti da interpretare, leggendo tra le righe) è un giovane uomo intelligente, colto e curioso. Gunagxu non si limita a vivere nel suo piccolo mondo della Città Proibita. Guangxu vuole sapere che cosa sta avvenendo fuori dalle mura di quegli edifici con i tetti a forma di becco d’oca, fuori nelle strade di Pechino, fuori nei paesi da cui vengono quegli stranieri con il naso grosso e ispide barbe. Gli interessa. È lungimirante e capisce l’importanza delle cose nuove e straordinarie di cui sente parlare. E, nonostante la sua timidezza, scontrandosi consapevolmente con l’opposizione della Vecchia Imperatrice, dà atto alle Riforme. Guangxu ubbidisce disobbedendo- in tutto. Anche in amore. Sposa la donna che viene scelta per lui e poi la vede pochissimo. Boicotta le concubine che gli vengono imposte. E ama la fanciulla che non riuscirà a salvare, quando abbandona la Città Proibita sotto l’urto dell’attacco degli stranieri. O forse qualcuno avrà impedito che si salvasse, per togliergliela dal cuore. E la ragazza morirà in un pozzo, nell’acqua come Ofelia - si è gettata? L’hanno gettata?

Victor Segalen ha dovuto comprimere gli eventi di quegli anni e quella che leggiamo è una storia abbreviata, ancora più densa e pregnante per questo. E la maestria dello scrittore si rivela nell’aver saputo ricreare lo stile enigmatico del presunto annalista cinese, che dice nel linguaggio ufficiale, che ci invita a leggere quello che non può dirci. Un libro molto bello, da leggere.


Ed. ObarraO, trad. A. Giarda, pagg. 216, Euro 16,00

Recensione a cura di

Marilia Piccone

leggerealumedicandela.blogspot.it

Luglio 2019