I VIVI, I MORTI E GLI ALTRI, CLAUDIO VERGNANI

Morti, non morti, paura, azione, amore, sconfitte e rinascita: un nuovo entusiasmante romanzo horror firmato dal modenese Claudio Vergnani

I VIVI, I MORTI E GLI ALTRI, CLAUDIO VERGNANI

Oprandi è il nuovo (anti)eroe dello scrittore modenese Claudio Vergnani. Ex militare, ex - ma nemmeno tanto - alcolista, disilluso dalla vita, con un passato e un presente saturo di sconfitte e solitudine, l'uomo si ritrova senza preavviso intrappolato in un mondo folle che sputa fuori dalle sue viscere creature mostruose e mortifere. La sua reazione al caos é spiazzante: invece di farsi prendere dal panico o da una giustificabilissima paura, si reinventa professionalmente, diventando una sorta di estremo dispensatore di pace (eterna). Un mestiere improvvisato, precario e poco gratificante (portare la morte a chi non vuole restare morto), destinato da uno scherzo del fato a carichi di lavoro sempre più pesanti, alla faccia della crisi.

Quando tutto sembra precipitare, l'ultima speranza a cui aggrapparsi diventa un viaggio folle e disperato, illogico anche solo da concepire (recuperare in una villa sperduta tra le montagne il corpo non più morto del padre della facoltosa signorina Ursini e riportarlo dentro una bara in città), ma che può regalare un futuro lontano da zombi e putrefazione, in un'oasi (forse) incontaminata dove invecchiare e, se possibile, morire "bene".

Tra fughe, incontri improbabili o stupefacenti, scelte dolorose, scelte coraggiose, scelte che non potevano non essere scelte, Oprandi andrà incontro al suo destino in un finale grandioso, commovente, da brividi, destinato a insediarsi nella memoria e dimorarvi in uno spazio privilegiato.

"I vivi, i morti e gli altri" era sulla carta un rischio. Un rischio di dejá vu. Non spiacevole, intendiamoci, visto che la precedente trilogia vampirica di Vergnani, tre entusiasmanti romanzi in grado di portare una ventata (anzi un uragano) di originalitá e freschezza nel panorama della letteratura horror italiana, aveva creato una vasta comunità di lettori fan, tristi per la fine (un finale INDIMENTICABILE) di quella bellissima avventura ma ancora intimamente desiderosi di riabbracciare Claudio, Vergy e compagnia bella.

Però il rischio di ritrovarsi tra e mani una copia del "18 vampiro" in effetti c'era...

Oprandi, l'(anti)eroe di turno, non può non ricordare Claudio. La signorina Ursini e l'Amica hanno parecchi punti in comune. Zombi e vampiri, pur non sovrapponibili a livello di fascino e potenzialità, rimangono mostri capaci di alimentare la fantasia e i brividi.

E invece no. Vergnani ha fatto il suo romanzo sugli zombi raccontando qualcosa di ancora nuovo (la stessa trilogia vampirica era stata capace di rinnovarsi in maniera mirabile in ogni capitolo) pur mantenendo quelle caratteristiche che l'hanno reso il Bukowski dell'horror italiano: una scrittura ricca e densa di ritmo, grandguignol e gore alleggeriti da surreali momenti di umorismo (meno frequenti rispetto ai precedenti libri, ma lá c'era Vergy che spadroneggiava...), una capacità straordinaria di costruire personaggi veri e credibili e di trascinare il lettore dentro un'apocalisse che diventa ad ogni pagina sempre meno impossibile e al tempo stesso sempre più stringente e angosciante.

Ma rispetto alle precedenti storie di vampiri, "I vivi, i morti e gli altri" é se possibile ancor più malinconico, disperato, lanciato a rotta di collo verso un epilogo che difficilmente regalerà redenzioni. Perché i mostri, le creature che nel romanzo provocano maggiori brividi e raccapriccio, gli "altri", non sono gli zombi... E la cattiveria, la follia dell'uomo che ha perso ogni speranza, rimangono i terrori più difficili da digerire e superare.

Claudio Vergnani, I vivi, i morti e gli altri, Gargoyle Books, pagg. 482, euro 16,50