I VAMPIRI DELL'11 SETTEMBRE, CLANASH FARJEON

Tutto quello che sai è falso

I VAMPIRI DELL'11 SETTEMBRE, CLANASH FARJEON

A distanza di pochi giorni dall’11 settembre 2011, quando ancora le urla, l’orrore e il dolore di quel giorno vorticavano negli occhi e negli incubi di tutti, cominciavano a nascere e diffondersi, soprattutto in rete, racconti improbabili e fotografie altrettanto impossibili che provavano a insinuare nella tragedia l’elemento soprannaturale e “mysterioso”.


   C’era chi aveva scorto tra i fumi delle torri in fiamme il volto di Satana, chi aveva intravisto la sagoma inconfondibile di un disco volante poco prima dell’impatto, chi ancora aveva scomodato maledizioni senza tempo chiaramente verificabili (…) dalla sigla identificativa di uno degli aerei schiantatosi su New York. Ovviamente Nostradamus ce l’aveva già anticipato (“scesero due uccelli di fuoco e uccisero i gemelli di ferro”) secoli fa, ma questo era ampiamente prevedibile (succede per il 99% dei disastri-eventi grandiosamente epocali).


   Dopo poche settimane, queste surreali leggende metropolitane avevano però lasciato il posto a sospetti più terreni ma non per questo meno terrificanti (anzi…): e se dietro l’attentato non si nascondesse il terrorismo internazionale? Se qualcuno di molto più familiare e potente avesse mosso i fili di quella piccola apocalisse?


   Clanash Farjeon, (anagramma del nome dell'autore Alan John Scarfe) sposa questa tesi e invita il suo miglior attore, lo stralunato Michael Davenport, freelance della rivista inglese “Enigma” (specializzata nello studiare razionalmente i fenomeni irrazionali) già protagonista dell’interessante “I vampiri di Ciudad Juarez”, a indagare con lui sulle verità che si nascondono dietro l’11 settembre, partendo da un evento assolutamente incredibile: due vigili del fuoco, pochi giorni dopo la caduta delle torri, vedono aggirarsi tra le macerie di un Ground Zero ancora fumante nientemeno che Dick Cheney, il vice-presidente in carica degli Stati Uniti. Fin qui nulla di strano, se non fosse che il politico è vestito da vampiro e ha la bocca sporca di sangue.


   Allucinazione collettiva, miraggio causato dalle polveri e dalla tensione di quelle settimane, probabilmente… Ma quella che pareva una bizzarria solo stravagante pian piano acquista un sapore diverso: le visioni di Cheney versione vestito come Bela Lugosi in “Dracula” si moltiplicano, compaiono video inquietanti in cui i membri dell’amministrazione Bush, vestiti da ufficiali nazisti,  officiano rituali di morte e follia, e durante una partita di baseball a cui partecipa anche lo stesso presidente fa la sua comparsa uno squadrone - fantasma -  di soldati afghani vittime della guerra.


    L’epilogo – davvero poco rassicurante – di questa incredibile avventura si avrà proprio alla Casa Bianca, dove tutto ha avuto inizio.


   Il secondo capitolo dell’anomala saga vampirica di Farjeon non fa sconti al governo americano che in quegli anni bui giocava coi destini del suo popolo: potere fa rima con perversione, strage insensata con inevitabile sacrificio. Le prove che l’autore ci fornisce lungo l’avvincente trama del romanzo sono tante e tutt’altro che azzardate. I brividi si legano a una realtà che appare più assurda di qualsiasi fantasia.


   Massoneria, cospirazioni segrete, un vampirismo che nasce da un sottocutaneo senso di colpa, spruzzi d’ironia e amare riflessioni sulla cecità di chi, plasmato dalle illusioni suggerite dai mezzi d’informazione, forse non ha più la forza di guardare oltre: “I vampiri dell’11 settembre” è un’opera coraggiosa (vi state chiedendo com’è stato accolto in America…? Beh, nessuno ha avuto il fegato di stamparlo…) che invita a ad aprire gli occhi e a non credere a tutto quello che ci viene, mediaticamente e puntualmente, somministrato ogni giorno (ora, minuto, secondo…).

Clanash Farjeon, I vampiri dell’11 settembre,  Gargoyle Books, pagg. 311, euro 14,50