BERSAGLIO NOTTURNO, RICARDO PIGLIA

Un thriller nella pampa argentina

BERSAGLIO NOTTURNO, RICARDO PIGLIA

Una cittadina a circa 340 km. da Buenos Aires (lo dice una delle note dell’autore al testo, intrigante commento che accompagna le vicende del romanzo). Sprofondata nella ‘pampa umida’, in una sorta di torpore brulicante di pettegolezzi. E’ il 1972, un anno dopo il ritorno di Perón, a cui si allude spesso.

   Tony Durán era un avventuriero e un giocatore di professione e scorse l’opportunità di vincere la migliore delle scommesse quando si imbatté nelle sorelle Belladona: questo è l’inizio del romanzo “Bersaglio notturno” dello scrittore argentino Ricardo Piglia, ma- è Tony Durán il protagonista del romanzo, come l’inizio vorrebbe far credere? Probabilmente sì, Tony, il dandy mulatto che arriva nella cittadina con una valigetta marrone al seguito delle gemelle Belladona è il protagonista di uno dei due romanzi contenuti nel libro.


   Un protagonista che muore assassinato e che scompare, almeno fisicamente, ben presto dalla scena. Rimanendo tuttavia presente in quanto tessera di un puzzle da ricomporre. Quanto più il luogo in cui è stato commesso un delitto è piccolo, tanto maggiore è il bisogno di un capro espiatorio: spuntano come funghi i testimoni che sono certi di avere visto il portiere nikkei (un giapponese nato in Argentina) uscire dalla stanza d’albergo di Tony, o aggirarsi nei pressi. Quale vittima sacrificale migliore del piccolo Yoshio, lo straniero che amava gli uomini? Quando un fantino si uccide, dopo aver confessato di essere stato lui ad uccidere Tony, nessuno gli crede.


   Si fa strada lentamente, nel lettore, la consapevolezza che c’è un’altra storia dietro a quella su cui sta indagando il commissario Croce che ha una maniera intuitiva, molto sherlockiana, di cercare il colpevole. Dapprima sembra solo che la descrizione di Ada e Sofía Belladona e della loro storia d’amore a tre con il mulatto sia un’aggiunta alla vicenda di Tony Durán, un tentativo di spiegare la sua presenza in Argentina (e in quella remota cittadina) e di capire la sua morte. Poi, il racconto lento di Sofía a Emilio Renzi, il giornalista inviato da un giornale della capitale, si amplia, diventando la storia della famiglia Belladona (in cui c’è peraltro molto di autobiografico sulle origini del nonno dello scrittore). E’ la storia di un nonno e di un padre che si è sposato due volte e ha avuto due figli maschi dalla prima moglie e le gemelle dalla seconda.


   Con un pizzico della ‘magia’ della letteratura latino americana le gemelle hanno i capelli rossi della prima moglie irlandese, la donna molto amata che è scappata con un altro uomo quando era incinta del secondo figlio. Che ora è rimasto il proprietario unico della fabbrica di famiglia che ha corso il rischio di essere ‘liquidata’ in stato fallimentare. Un idealista geniale e solitario recluso con le sue invenzioni dentro la fabbrica che sorge su un terreno che fa gola a molti.


   Che cosa si colpisce quando si spara ad un bersaglio notturno? Che cosa si può distinguere nel buio? E’ un po’ come il disegno del papero di pagina 120 che, girato in un altro verso, sembra un coniglio. “Vediamo le cose in base a come le interpretiamo. E la chiamiamo previsione: sapere in anticipo, essere prevenuti”, dice il commissario Croce, l’uomo saggio e onesto, osteggiato dal procuratore Cueto e tradito dal suo aiutante, che finisce in un manicomio. Le indagini restano aperte- ‘bisognerebbe inventare un nuovo genere poliziesco, la fiction paranoica’, riflette il giornalista. In questo tipo di narrativa tutti sono sospettati, tutti si sentono indagati.


   Un ottimo thriller letterario che conferma la grandezza dello scrittore argentino.

Ricardo Piglia, Bersaglio notturno, Ed. Feltrinelli, trad. Pino Cacucci, pagg. 249, euro 16,00