"Il bene comune", Ann Patchett

"Un romanzo bellissimo, impossibile da dimenticare, ricco di frasi che si vorrebbero citare..."

 "Il bene comune", Ann Patchett

Los Angeles, primi anni ‘60. Una festa di battesimo per Franny che ha già quasi un anno, figlia di Fix Keating, poliziotto, e Beverly, bellissima, bionda, luminosa. Non invitato, con una bottiglia di gin in mano, si presenta Bert Cousins, avvocato - quando ha saputo della festa da un collega, gli è parsa l’idea migliore per fuggire dai suoi tre marmocchi urlanti e dalla moglie incinta. Con la complicità del gin e della confusione, Bert bacia Beverly.

Le conseguenze sono la storia contenuta nel romanzo "Il bene comune" di Ann Patchett, la storia di due famiglie con un totale di sei figli che seguiamo per cinquant’anni, inchiodati alla lettura, stregati, incapaci di interromperla. Bert e Beverly non si separano subito dai rispettivi coniugi, fa a tempo a nascere Albie, che diventerà un bambino pestifero, un adolescente difficile da gestire (darà fuoco alla scuola), un ragazzo che farà il fattorino per guadagnarsi da vivere. E poi decidono di trasferirsi in Virginia. Ogni estate i quattro bambini Cousins prendono l’aereo per passare le vacanze con il padre, la matrigna e le due sorelle acquisite, Franny e Caroline. Bert sfrutta ogni pretesto per prolungare le ore di lavoro, Beverly si occupa il meno possibile della piccola tribù, i bambini- due maschi e quattro femminucce - si coalizzano nell’odio verso i genitori, si dividono in ‘grandi’ e ‘piccoli’ (Fran e Albie), quando vogliono sbarazzarsi di Albie che è un intralcio per i loro giochi gli danno da succhiare i Tic Tac - le pastiglie rosa che il primogenito Cal porta sempre con sé, è il Benadryl che deve prendere in caso di emergenza, se dovesse essere punto da un’ape. Albie si addormenta e i cinque possono nasconderlo tra la biancheria da lavare. C’è un avvenimento chiave che capita durante un’estate che nessuno dimenticherà mai e che cambierà la vita di tutti, che porterà addirittura al divorzio tra Bert e Beverly, anche se sei anni più tardi.

Il tempo fa dei salti in avanti e all’indietro, nel romanzo di Ann Patchett - nessun problema a seguire la trama, però, così come non facciamo fatica a ricordare tutti i personaggi. Quello centrale è Franny, la bambina più bella che Bert Cousins avesse mai visto quando l’aveva presa in braccio alla sua festa di battesimo. E Franny, appassionata lettrice che ha interrotto gli studi di Legge e fa la cameriera in un bar, deliziosa con la sua treccia bionda sulla schiena, incontra per caso Leo Posen, un famoso scrittore che potrebbe essere suo padre, che non ha più scritto niente da quindici anni, che beve decisamente troppo. Va da sé che Franny se ne innamori, che gli parli di sé e della sua famiglia allargata, di litigi, di risa, di pianti, di rancori e di silenzi. E che Leo Posen trovi l’ispirazione per un romanzo, "Il bene comune", per l’appunto. Ma è lecito appropriarsi della vita degli altri, anche se la si trasforma in qualche dettaglio? Ann Patchett è straordinaria nell’approfondire le dinamiche dei rapporti di coppia, di famiglia, tra fratelli. Rapporti che non restano uguali, fissi nel tempo ma cambiano con il cambiare dei personaggi che maturano sotto i colpi della vita. Caroline e Franny, che erano antagoniste e non si potevano sopportare nell’infanzia, diventano amiche da adulte, quando si dividono la cura dei genitori, anche questi criticati e mal sopportati dai bambini e poi compresi e accuditi con il passare impietoso degli anni. "Come fanno i figli unici?", dice una di loro. Perché, nonostante tutto, nonostante Franny non riesca a ricordare bene chi sia chi, nella famiglia del terzo marito della madre Beverly, è il valore del ‘Commonwealth’ che prevale (e lasciatemi passare il termine inglese del titolo, con il suo sotto-significato politico), tutti per uno e uno per tutti, insomma.

Un romanzo bellissimo, impossibile da dimenticare, ricco di frasi che si vorrebbero citare, di personaggi di cui si vorrebbe continuare a parlare, come il padre di Franny, il poliziotto con cui scompariranno tutte le storie, una volta che sarà morto. Assolutamente imperdibile.

Ed. Ponte alle Grazie, trad. Baiocchi e Tagliavini, pagg. 332, Euro 14,28

Recensione a cura di

Marilia Piccone