“Lungo petalo di mare”, Isabel Allende

La commovente storia di un uomo e una donna in fuga per sopravvivere agli sconvolgimenti della Storia del Ventesimo secolo.

“Lungo petalo di mare”, Isabel Allende

Cinquant’anni più tardi, quando fu intervistato in televisione per raccontare l’odissea del suo esilio, Victor Dalmau avrebbe parlato del Winnipeg come della nave della speranza.

Victor Dalmau avrebbe dato il nome del Winnipeg al locale che avrebbe aperto a Santiago, anni dopo. Il Winnipeg - la nave con cui il poeta Pablo Neruda aveva organizzato una grandiosa impresa umanitaria - era stato la salvezza, trasportando in Cile gli spagnoli in fuga dal regime di Franco, alla fine della guerra civile. E, nel nuovo romanzo di Isabel Allende, “Lungo petalo di mare” (titolo che deriva dai versi carichi di nostalgia di Pablo Neruda, “Oh Chile, largo pétalo/ de mar y vino y nieve/ ay cuàndo/ ay cuàndo y cuàndo/ ay cuàndo/ me encontraré contigo”) il lungo viaggio sulla nave della speranza segna una cesura tra la prima e la seconda parte, tra una guerra fratricida e, dopo poco più di un trentennio, un’altra terribile prova per i due protagonisti, quasi vivessero una seconda volta le stesse esperienze dall’altra parte del mondo, costretti a strappare di nuovo le radici dalla terra che ormai avevano imparato a considerare come una seconda patria per rifugiarsi in Venezuela.

Le vicende di Victor Dalmau e di Roser Bruguera hanno qualcosa di epico, parrebbe addirittura impossibile che siano passati attraverso tanta Storia di due continenti. L’inizio è in Spagna, nel 1938, nel pieno della guerra civile. Madrid è assediata, i miliziani sono allo stremo. Quando è chiaro che tutto è perduto, chi può fugge verso la Francia. E la giovanissima Roser, incinta del fratello di Victor senza averlo potuto sposare e senza sapere che lui è morto, affronta la fatica e il freddo per arrampicarsi sulle montagne e passare il confine in un punto dove ci siano meno controlli. Le peripezie in Francia, il campo di concentramento all’aperto sulla spiaggia, il modo miracoloso in cui Victor riesce a ritrovarla, la nascita di un bimbo sano, la necessità di Victor e Roser di sposarsi per poter avere diritto ad un passaggio sul Winnipeg, hanno dell’incredibile. Eppure sappiamo che sono vere, perché Isabel Allende ha ‘creato’ i suoi personaggi sul racconto di persone che hanno vissuto queste esperienze.

Il matrimonio di Victor e Roser si basa sull’accordo che lui non esigerà mai nulla da lei. Non è difficile per loro ricostruirsi una vita. Victor termina gli studi di medicina, Roser diventa un’affermata pianista. Tutto per il meglio, fino al 1973, l’anno del golpe di Pinochet. Un’altra prigionia per Victor che era stato compagno di scacchi di Salvador Allende, la morte violenta di Allende e quella improvvisa e sospetta di Pablo Neruda, un’altra fuga, questa volta in Venezuela. Ma la storia di Victor e Roser non termina qui. C’è altro ancora, perché Franco muore finalmente nel 1975 - è ancora la patria, la Spagna, per Victor e Roser? O dovrebbe esserlo e si sentono obbligati a tornare? Per non riconoscerla, per non riconoscersi in lei, per tornare definitivamente in Cile, per scoprire che l’amore non conta gli anni, che le distrazioni che Victor e Roser si sono presi con gli altri non hanno nessuna importanza, che le mani di Victor operano da sole anche se lui non è più giovane, che l’orchestra di strumenti antichi di Roser continua a mietere successi.

Non vola alto, quest’ultimo romanzo di Isabel Allende. Non ci ammalia come i libri che l’hanno resa famosa. Eppure lo leggiamo con grande interesse per la Storia che ci racconta, per le storie dei personaggi che hanno vissuto quella Storia e che non possiamo non ammirare per la loro integrità, per il loro coraggio, per quella forza vitale che li spinge a non lasciarsi abbattere. E perché è anche un grande romanzo d’amore, dell’amore più ovvio fra un uomo e una donna, ma anche di quello per il proprio paese- e qui i paesi sono due, la Spagna e il Cile, la patria per nascita e la patria di adozione.

Ed. Feltrinelli, trad. E. Liverani 2019, pagg. 352, Euro 19,50

Recensione a cura di

Marilia Piccone

leggerealumedicandela.blogspot.it

gennaio 2020