“L’ultima estate”, di Benedict Wells

L'insegnante Robert e il suo allievo Rauli sono accomunati dalla passione per la musica, e decidono di partire all'avventura... davanti a loro un'estate che stravolgerà le loro vite.

“L’ultima estate”, di Benedict Wells

Indice del romanzo “L’ultima estate” dello scrittore tedesco Benedict Wells: non una divisione in capitoli ma una tracklist con un lato A e un lato B, come in un CD musicale. Ed è la musica, che ha tanto risalto ne “La fine della solitudine” che già abbiamo letto, il leit motiv del libro, con due versi di una canzone che ricorrono, che si impongono come significato dell’intera vicenda. There is no business like show-business, there was no delusion like self-delusion. Il mondo dello spettacolo che ti divora, l’auto-illusione che fa perdere il contatto con la realtà.

1999. Robert Beck, trentasette anni, insegna tedesco e musica in un liceo di Monaco. È un insegnante per ripiego, come tanti. Sognava di diventare un astro della musica- there was no delusion like self-delusion. Era stato estromesso dalla band. A lui piace pensare che il motivo fosse un litigio, ma era stato veramente per quello? E comunque era stato il padre a spingerlo all’insegnamento, un padre severo e incapace di mostrare affetto che era stato lasciato dalla moglie, la madre di Robert. Poi succede qualcosa, a scuola. Per caso Robert sente un alunno suonare e capisce subito che è straordinariamente dotato. Il diciassettenne Rauli Kantas è immigrato dalla Lituania, il suo tedesco è pessimo, i suoi risultati scolastici lo sono altrettanto. Ma, quando suona la chitarra, Rauli si trasforma. È un genio. E Robert Beck decide che impiegherà i soldi dell’eredità di suo padre per aiutare Rauli a sfondare come musicista.

In un certo senso anche “L’ultima estate”, come “La fine della solitudine”, è un romanzo di formazione. Di una duplice formazione, di Rauli e di Robert, nonostante l’età di quest’ultimo. E’ come se Rauli fosse il doppio di Robert, fosse il Robert che sarebbe potuto essere - se avesse avuto il suo estro. E Robert crede di essere lui ad insegnare qualcosa a Rauli, di diventare un sostituto di un padre assente e violento. In realtà è il contrario. Rauli che sfida se stesso nel pattinaggio artistico, che continua ad esercitarsi in un triplice salto nonostante le continue cadute, insegna a Robert che non si deve mollare mai, che non si deve rinunciare a qualcosa pur essendo consci dei propri limiti.

E poi c’è il viaggio, assolutamente necessario in un romanzo di formazione. Il legame del tipo padre e figlio che si è stabilito tra Robert e Rauli, macchiato dall’ambiguità di una certa qual gelosia da parte di Robert, sbilanciato dall’assenza di una donna perché Robert è incapace di prendere la decisione di lasciare Monaco e seguire a Roma la ragazza di cui è innamorato, si arricchisce però con la presenza di un terzo personaggio, lo stravagante amico di Robert, il nero Charlie che ha problemi di droga e si mette in testa di raggiungere la madre e il fratello a Istanbul. Ma Charlie ha paura di volare. Il romanzo di formazione diventa un romanzo on the road, il nuovo romanzo on the road europeo della fine degli anni ‘90, attraverso Ungheria, Romania e Bulgaria. Ricco di incontri, di momenti adrenalinici, di altri di puro terrore, di fughe e di soste, con sparatorie e accoltellamenti. E musica.

Non voglio dire come si conclude il viaggio, come si separino le strade dei tre protagonisti, che cosa abbia imparato ognuno di loro. Di certo, quando lo scrittore stesso, che interviene nel libro in prima persona, incontra Robert Beck, lo trova cambiato - è il 2007. E da lui apprende che ne sia stato di Rauli e di Charlie. Ho sempre considerato l’estate del ‘99 come una brutta estate…. Ma nel frattempo ho capito che è stato il periodo più bello della mia vita - dice Robert. È come se una parte di me fosse rimasta per sempre in quell’estate. È allora che ho sentito davvero il gusto di vivere per l’ultima volta.


In questo romanzo insolito Benedict Wells anticipa dei temi che sembrano assillarlo - la solitudine affettiva, la difficoltà di concedersi ad un legame d’amore, l’assenza dei genitori e che cosa ne consegue, la difficoltà di dare un indirizzo alla propria vita, la necessità del coraggio di scegliere. Un bel libro traboccante di note musicali.

Ed. Salani, trad. Margherita Belarde, 2009.


Intervista a Benedict Wells 2019

Intervista a Benedict Wells 2017

Recensione di Marilia Piccone al romanzo "La fine della solitudine"




Recensione a cura di

Marilia Piccone

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Dicembre 2019