“Il guardiano della collina dei ciliegi”, Franco Faggiani

"Un libro che parla di onore nei nostri tempi in cui questo è un valore di cui si è perso il significato, di espiazione, della capacità che ha la natura di salvarci, di incantevole bellezza che ha bisogno, però, di cure per fiorire" (M. Piccone).

“Il guardiano della collina dei ciliegi”, Franco Faggiani

I fatti veri, quelli che si trovano in Google: Shizo Kanakuri, il protagonista del bel romanzo di Franco Faggiani, è veramente esistito. Nato nel 1891 a Nagomi, in Giappone, morì nel 1983. Il 14 luglio del 1912 fu uno dei due atleti giapponesi che presero parte ai giochi olimpici di Stoccolma. E non voglio dire altro, per quanto le informazioni su Shizo si possano trovare in rete. Un consiglio: non cercatele, non prima di avere letto “Il guardiano della collina dei ciliegi” perché è un libro incantevole e vale la pena di lasciarsi trascinare dal racconto senza sapere nulla, anche perché lo scrittore si è servito del suo privilegio in quanto tale, di inventare, di immaginare, di riempire gli spazi vuoti del tempo, di tirare fuori dall’oblio un uomo dimenticato e dargli una nuova vita.

La narrativa del romanzo di Franco Faggiani è scandita in tempi diversi- prima, durante e dopo. ‘Prima’ è prima dei fatidici giochi olimpici, è il prima dell’adolescenza di Shizo, cresciuto con genitori molto severi e poco espansivi, il prima degli anni di studio e della passione per correre in libertà, quasi che la corsa, nel verde e nel silenzio, potesse dare sfogo a sentimenti prigionieri, con il rumore dei passi che gli erano compagni. ‘Prima’ è anche il lungo viaggio verso Stoccolma, i giorni senza fine della transiberiana, in una carrozza da solo e poi con un compagno che è l’esatto opposto di lui, che lo tira fuori dall’isolamento, che gli dà qualche lezione pratica di vita. ‘Durante’ è il cuore del romanzo, i giochi olimpici in cui Shizo avrebbe dovuto tenere alto l’onore dell’imperatore Mutsuhito e di tutto il Giappone. Il ‘dopo’ è lungo, lungo 71 anni, dai giochi alla morte di Shizo. Il ‘dopo’ è la caduta, la perdita dell’onore. Parafrasando Cassio che, nell’ “Otello” di Shakespeare si dispera sulla reputazione perduta, possiamo quasi sentire Shizo- “Il mio onore, il mio onore! Ho perso il mio onore, la parte immortale di me”. Perché l’onore è tutto in Giappone. Non si vive senza onore. Quando l’imperatore lo aveva convocato alla sua presenza, quando aveva fatto a Shizo l’onore di apparire davanti a lui, gli aveva anche fatto l’onore di sceglierlo per rappresentare il Giappone alle Olimpiadi. E Shizo avrebbe dovuto chiudere il cerchio del sol levante, avrebbe dovuto rendere onore, con la sua corsa, all’imperatore e al suo paese.

Non sarà così. Con la perdita dell’onore, Shizo perde tutto. Patria, famiglia, nome. Si nasconde. Deve espiare. Dapprima in paesi lontani (spera forse, inconsciamente, di morire?), poi ritorna in Giappone e va a vivere in un villaggio sperduto. E qui inizia un lungo percorso per ritrovare la pace quando gli viene affidata la cura di una collina ricoperta di ciliegi selvatici, un patrimonio di una bellezza da togliere il fiato, una nuvola bianca di petali che ammanta i fianchi della collina. La lentezza della vita, l’occhio attento alle piante e alle loro necessità, l’autodisciplina, il sacrificio personale, il silenzio, la ricompensa della bellezza per un lavoro ben fatto. Se manca qualcosa, nella vita di Shizo, è il calore umano che lui non ha mai conosciuto e che non è capace di dare alla sua famiglia, così come non è capace di capire che l’isolamento totale che va bene per lui, può non andar bene per loro. Finché il maratoneta che aveva fallito alle Olimpiadi del 1912 viene ritrovato- la frase di Lewis Carroll che tanto lo aveva colpito non diceva forse, incomincia dall’inizio e vai fino alla fine”? E Shizo, tornato ad essere Shizo dopo aver vissuto con un altro nome, andrà fino alla fine.

Quello di Franco Faggiani è un libro singolare nel panorama della lettura italiana. Un libro che non è solo finzione letteraria, che parla di onore nei nostri tempi in cui questo è un valore di cui si è perso il significato, di espiazione, della capacità che ha la natura di salvarci, di incantevole bellezza che ha bisogno, però, di cure per fiorire.

Da leggere.

Ed. Fazi, pagg. 230, Euro 13,60


Recensione a cura di

Marilia Piccone

leggerealumedicandela.blogspot.it

Luglio 2019.