Silvia Stopazzini: intervista alla campionessa di volteggio equestre

Da stellina junior a talento assoluto, Silvia Stopazzini si racconta a Stradanove. “Il volteggio equestre? Una passione nata per caso. E quella volta che volevo mollare tutto...”

Silvia Stopazzini: intervista alla campionessa di volteggio equestre

Se il suo sport fosse il calcio senz'altro vestirebbe la maglia numero 10, quella dei fuoriclasse indiscussi, dei fantasisti estrosi che con i loro lampi di genio risolvono le partite nei rettangoli di gioco.

Silvia Stopazzini, modenese, 24 anni il prossimo 13 agosto, le sue magiche traiettorie tuttavia non le fa rincorrendo un pallone, bensì a tempo di musica sul dorso di un cavallo. Classe 1993, faccia da brava ragazza e un talento cristallino, formato da duri allenamenti in palestra, Silvia inizia la sua carriera all'età di appena nove anni. Una carriera lunga e prestigiosa, che in quattordici anni di gare, l'ha portata a diventare una degli atleti di punta del volteggiato equestre di casa nostra.

Nel 2007 ottiene l'ammissione nella squadra italiana, partecipando da allora a tutte le più importanti competizioni a livello nazionale ed internazionale. Nel 2010, a soli 16 anni, diventa la prima azzurra a salire sul podio in un Campionato europeo individuale, grazie ad un argento, conquistato nella categoria juniores, che la proietta di diritto nella storia del volteggio italiano. L'anno seguente, nel 2011, realizza il sogno di una vita: conquistare il Titolo di Campionessa d'Europa. Non un punto di arrivo ma uno stimolo per fare sempre meglio e centrare nuovi obiettivi che con audacia Silvia riesce a raggiungere. Come quello messo a segno lo scorso marzo, nella finale di Coppa del Mondo, quando diventa la prima atleta nella storia del World Cup di Volteggio a gareggiare in ben due categorie, individuale femminile e coppie, vincendo con Lorenzo Lupacchini, l'oro nel Pas de Deux.

Una passione, quella per il volteggio equestre, che pure nasce per caso: “All'epoca avevo otto anni e praticavo nuoto e triathlon. Ad un certo punto però mi sono stancata e ho deciso di seguire le orme di mia sorella che aveva iniziato volteggio equestre circa un anno e mezzo prima. A me piaceva molto la ginnastica artistica, che è la base di questo sport e quindi quando ho capito che le due cose si univano, mi sono fatta coraggio, superando la paura che avevo all'inizio del cavallo” svela.

Costumi scintillanti, musiche coinvolgenti e coreografie che rubano gli occhi di chi guarda fanno troppo spesso dimenticare la fatica ed il duro lavoro che invece si celano dietro ad ogni esibizione: “Anche se le gare durano poco, 1 minuto per le gare individuali, 4 per le gare a squadre, gli allenamenti sono molto impegnativi perché durano dalle tre alle quattro ore a terra e fino ad un'ora sul cavallo. Per questo motivo, dal punto di vista fisico, serve molta resistenza. Io mi alleno sei giorni su sette, escluso il lunedì. Facciamo esercizi di potenziamento, scioltezza ed equilibrio, lavorando su coordinazione ed elasticità sopratutto a livello di schiena, gambe e spalle. Prima di salire sul cavallo ci alleniamo su un attrezzo che riproduce il cavallo vero e su cui simuliamo gli esercizi che poi eseguiamo in gara. È faticoso ma, come in qualsiasi altro sport, la differenza la fa la voglia di impegnarsi veramente”.

Curare l'allenamento fisico però non basta, “Anchel'allenamento mentale è importante. Prima di ogni gara eseguo degli esercizi che mi aiutano a rimanere concentrata. Cerco di estraniarmi da tutto, di parlarmi molto,ripetendomi che gli esercizi li so fare e che devo solo metterli in pratica” racconta Silvia, che per portare a casa un buon risultato confida di non affidarsi solo alla preparazione mentale: “Sì, lo ammetto, sono un po' scaramantica! Prima di salire sul cavallo, sistemo sempre le mie scarpette. Poi se le cose vanno bene, nelle gara successiva cerco di ripetere gli stessi gesti”.

Capacità acrobatiche, allenamento costante ma anche affiatamento ed armonia con il cavallo, con cui è fondamentale riuscire ad instaurare un rapporto di sinergia: “Se sei a testa in giù ed in quel momento il tuo cavallo scarta o fa un movimento che non dovrebbe fare può farti molto, molto male. Per questo serve molto coraggio ma anche pazienza". Il segreto però è soprattutto divertirsi: "Il divertimento direi che viene prima di ogni altra cosa, altrimenti non si riesce a fare tutto il resto”.

Una carriera scandita da numerosi successi, quella della stella azzurra, in cui non sono mancati però i momenti bui: “Era il 2013. Ero giunta alla conclusione che il cavallo che avevo comprato per allenarmi non era adatto per accompagnarmi nelle gare, così mi sono fatta prendere un po' dallo sconforto e decisi, dopo i Campionati Europei, di mollare tutto. È stato proprio in quel momento che mi è arrivata la proposta di entrare a far parte della squadra Nazionale. Io però fino ad allora avevo partecipato solo a gare individuali ed in più la Nazionale si allenava al Circolo Ippico CIM di Monza mentre io mi allenavo ancora Modena".

Il resto è storia: "Per fortuna ho accettato così ho ripreso a gareggiare e grazie alla nuova allenatrice e ai nuovi cavalli che mi hanno accompagnato a partire dal 2014, sono riuscita anche a togliermi delle soddisfazioni”.

Soddisfazioni, appunto. Quelle che danno un senso a tante rinunce. La più grande? “Principalmente quella al tempo libero, ma poi ce n'è anche un'altra...più nutrizionale. Essendo molto golosa di dolci devo stare attenta a non esagerare”. Nonostante un palmarès da fare invidia a molti colleghi, Silvia non è il tipo da montarsi la testa. Un complimento più di tutti però, le riempie il cuore di orgoglio: “Una volta una giornalista, ex volteggiatrice, mi ha definito, al termine di un'esibizione, 'libellula azzurra'. Per me è stato un grandissimo complimento, prima di tutto perché voleva dire che alla gente avevo dato l'impressione di essere leggera sul cavallo, di volare, insomma, e secondo perché questo appellativo viene dato alle atlete di ginnastica ritmica che vengono chiamate proprio “farfalle azzurre”. Per me è stato un vero onore”.

Al ritiro ancora non pensa ma nonostante la giovane età e molti anni di carriera ancora davanti a sè, Silvia sembra già avere le idee chiare su quello che vorrà fare da grande. Nel suo futuro ci sarà ancora lo sport ma visto da un'altra prospettiva: “Oltre al volteggio a me piacciono molto sia la ginnastica artistica che quella ritmica quindi mi piacerebbe diventare allenatrice di una di queste discipline" rivela Silvia che confida di avere anche un altro sogno nel cassetto"Mi piacerebbe diventare una brava pasticciera!

E noi facciamo il tifo per lei!

Cristina Capruzzi

30 maggio 2017