Intervista a Nadeem Aslam, autore de “Il libro dell'acqua e di altri specchi”

Marilia Piccone intervista Nadeem Aslam. Durante il Festival della Letteratura di Mantova, lo scrittore ha presentato il suo ultimo romanzo, dove viene raccontato un Pakistan tormentato dall’intolleranza religiosa.

Intervista a Nadeem Aslam, autore de “Il libro dell'acqua e di altri specchi”

Avevo già incontrato Nadeem Aslam nel lontano 2005, è impossibile che se ne ricordi. È cambiato - chi di noi non lo è? Sempre molto affabile, di una gentilezza che è più orientale che inglese. Incominciamo a parlare, in una stanza con la finestra aperta sul cielo blu di Mantova. Parliamo del suo ultimo romanzo che ho amato quanto i precedenti.

C’è molta violenza all’inizio del Suo romanzo - musulmani contro cristiani, la voce accusatoria che proviene dal minareto, i droni americani, la spia americana che spara sulla folla: il Pakistan è un paese così violento?

I libri hanno un ruolo importante nel romanzo. “Leggere è una magia”, dice Massud alla bambina Helen. Ho pensato molto al significato di Nargis che ripara le pagine strappate con un filo d’oro e anche al titolo del libro del padre di Massud, “Affinché si conoscano a vicenda”. La cultura ha un ruolo essenziale nel portare i popoli alla pace?

L’isola nel fiume dove i tre personaggi trovano rifugio - è un luogo simbolico?

C’è molto odio e tuttavia c’è anche tanto amore accanto all’odio. Ci sono bellissime storie d’amore, quella di Nargis e Massud, di Lily e Grace, di Lily e Aysha, di Helen e Imran. Provava sollievo nello scrivere d’amore dopo aver scritto dell’odio?

Ci sono stupefacenti immagini di una bellezza fragile - il museo del vetro, la città di carta. Contengono il messaggio che l’amore e la bellezza sono ancora possibili? Da dove ha preso queste immagini?

Mi sono piaciute le immagini dei due edifici in miniatura dentro la stanza, per poter leggere e studiare restando al caldo. La scelta di queste due moschee in particolare è stata fatta perché entrambe, Santa Sofia di Costantinopoli e la Mezquita di Cordoba, sono state sia una chiesa sia una moschea?

Uno dei personaggi dice, “non ho il diritto di disperarmi perché non ho fatto abbastanza”. Che cosa si potrebbe fare?

L’America è vista come una potenza oscura dietro la scena. Qual è il suo ruolo?

Imran sembra essere nel romanzo per farci conoscere l’oppressione in Kashmir. E il Kashmir fa notizia in questi giorni, purtroppo. Che cosa sta succedendo?

Ho osservato che il nome di Suo padre appare quattro volte in questo romanzo, dà anche il suo nome ad una strada e a una prigione…

Intervista e foto realizzate da Marilia Piccone

leggerealumedicandela.it

Settembre 2019