UN ANNO DI THOMAS: PERSONA INSOLITA

Dalla formazione in Scienze del Lavoro al Servizio Civile presso l'Informagiovani di Modena

UN ANNO DI THOMAS: PERSONA INSOLITA

Thomas è uno che sta sul pezzo. Siamo colleghi di servizio civile da febbraio duemilaquattordici, ormai poco più di un mese alla fine. L'ho sempre trovato interessante, forse troppo. Entra nella casa della tua mente e ti fa apparire crepe sulla parete come finestre da cui osservare. Inizialmente mi dava quasi fastidio, talvolta, quando nelle ore di formazione affrontavamo temi scottanti. I suoi punti di vista vanno a minare mura che tracciano il confine di convinzioni su cui ti costruisci. E' un tipo scomodo. Lo apprezzo di più da quando ho messo in discussione ciò in cui credo.

Dopo un po' che lo si frequenta, si riesce ad intuire lo sforzo disperato atto a mettere ordine al caos. E' chiaro ciò di cui parlo, no? Quel apparente disordine che confonde tutto, sia dentro che fuori. E, in fondo, potremmo fare una di quelle suddivisioni dove ci sono due tipi di persone:

  • quelle che si nascondono dal caos
  • quelle che lo affrontano

Lui lo affronta, cavolo se lo fa. Attenzione: non ho detto “lui lo ha affrontato”, e qui viene il bello. Proprio perchè la guerra tra inerzia e vitalità è quotidiana che bisogna di stare sul pezzo. Di non scordarsi la parte migliore di sé, spesso in sordina, ciò che si vuole, il futuro.

La sua capacità lungimiralmente creativa ha trovato adempimento nel master universitario in Scienze del Lavoro, un corso ibrido e multidisciplinare che studia i meccanismi del mercato del lavoro da diversi punti di vista partendo dalla legislazione fino alla sociologia. Porta interessanti casi di welfare aziendale italiano, dove le risorse umane vengono valorizzate con estensioni della copertura sanitaria ai membri della famiglia del dipendente, incentivi economici nel caso il figlio vada bene all'università (una media di circa 25 su 30, raggiungibile!), e per finire anche una cesta natalizia per ognuno dei 4000 dipendenti del valore all'ingrosso di circa 70 euro. Qual'è il punto? Questo è benessere che viene condiviso. Senza contare il saldo dei dipendenti che viene sicuramente agevolato, e così anche la loro possibilità di spendere, per produrre tale quantità di ceste si sono rivolti ad una cooperativa locale, permettendole di assumere nuovi lavoratori mantenendo il pieno regime per due settimane. Questa è una evoluzione. Non più realtà chiuse, fine se stesse, ma in relazione con il tessuto sociale sul quale si fondano.

Quale servizio poteva mai scegliere del Comune di Modena? Ovviamente l'Informagiovani dove può aiutare concretamente suoi coetanei (e non solo) dalla ricerca di un posto di lavoro alla scelta dell'università. Lo ha scelto sia per la flessibilità oraria, sia per entrare in un mondo a lui affine trovandone punti di riferimento strategici. Anche se il rimborso spese è scarso si è riuscito a mantenere le proprie spese che, vivendo con i genitori, non sono alte.

Sull'esperienza accumulata fino ad ora si accorge di non avere un giudizio critico, essendo essa ancora “calda”. Infatti non entra nello specifico “E' una esperienza particolare. Un po' troppo vincolata a valori idealistici inadeguati per i ragazzi che attira oggi.”. Allude alla trasmissione cieca e disperata di valori che il S.C. fa sperando con questo di essere all'altezza dei fondatori degli anni '70, senza badare ai cambiamenti avvenuti nel frattempo. Bisogna chiedersi “perchè non ha funzionato?”. L'alternativa è restare in un astrattismo controproducente.

Individua nella figura del volontario la responsabilità maggiore di migliorare il proprio servizio, incentivando ad agire, anche se questo vuol dire sbagliare “Se continuiamo nell'ottica di seguire sempre le regole non elaboriamo nuovi risultati, non c'è crescita personale né professionale. Va data meno responsabilità agli uffici e più ai giovani per lasciarli capire che non è tutto rosa e fiori, che se sbagliano si può rimediare ma che se ce la fanno con loro migliora anche il S.C.” Nel suo ufficio ce l'ha fatta. Lavorando bene ma uscendo dagli schemi è riuscito a guadagnarsi la fiducia dei suoi collaboratori, con i quali ha intessuto rapporti speciali. Commenta “Molte realtà private dovrebbero prendere da questo.”

Guardando al futuro, tra poco avremo entrambi finito questo lavoro, e Thomas sa già cosa farà. Fino a poco tempo fa pensava di andarsene all'estero, sentiva Modena troppo stretta, una città che “potrebbe dare molto di più, ma bloccata da ideologie e dal sistema amministrativo”. Aveva bisogno di conoscere cose nuove. Poi ha conosciuto una persona che l'ha introdotto ad una nuova prospettiva, anche lavorativa. In crisi per il cambio repentino di programma, trova comunque soddisfazione per la scoperta.

Il time out dall'Italia è solo stato rimandato, il desiderio di conoscere è troppo forte. Le mete possibili sono al nord, in città come Glasgow o Edimburgo dove si trova lavoro e ci sono ottime realtà per lo sviluppo personale con università tra le top ranked e gratuite.

Ma soprattutto, ha deciso di smetterla di pensare così tanto.

“Il fallimento è una molla per farsi una idea più concreta”

Thomas Lee

Articolo di Eugenio Bignardi