Giovanni, 24 anni e la sua “tendenza” ad aiutare gli altri

Da bambino impazziva per i superoi, poi crescendo, ha realizzato che avrebbe potuto essere anche lui un "supereroe" aiutando coloro che hanno bisogno.

Giovanni, 24 anni e la sua “tendenza” ad aiutare gli altri

Ciao Giovanni, hai 24 anni e già da alcuni anni fai volontariato. Come nasce la tua voglia di aiutare il prossimo?

Voglio raccontarvi come e quando nasce la mia voglia di aiutare il prossimo facendo volontariato (e beneficenza), anche se a me non piace sbandierare queste attività perché perderebbero d’importanza. Lo faccio, ma in silenzio, com’è giusto che sia.

Prima d’iniziare, una premessa particolare e simpatica.

Fin da piccolo impazzivo per i supereroi, in particolare “Flash”. Volevo diventare come lui in tutto e per tutto. Crescendo ho realizzato che avrei potuto essere un “supereroe” anche io, aiutando come posso chi ne ha bisogno. Ho iniziato concretamente a far volontariato quando l’AVIS fece l’incontro nelle classi a scuola. Sapevo come funzionava perché mia madre, finché ha potuto, ha donato. Io ero terrorizzato dagli aghi, anche se dopo aver iniziato a tatuarmi, ho accantonato questa fobia. Inoltre, l’idea di poter salvare qualcuno mi elettrizzava.

Una volta ricevuta l’idoneità ho iniziato a donare e tutt'ora continuo a farlo. Ho ricevuto in questi giorni, una lettera proprio dall’Avis di Modena che mi informa che riceverò un distintivo in rame, come riconoscimento per le donazioni effettuate. Sono contento di questo, anche se gesti del genere non devono essere premiati “materialmente”.

Hai continuato a donare il sangue, così come la tua volontà di aiutare gli altri ti ha portato a svolgere altre attività collegate al mondo del volontariato. Ti va di parlarne?

Finita la scuola ho conosciuto un’altra realtà legata al volontariato, quella del CSV; con il Centro Servizi Volontariato di Modena ho partecipato, per alcuni mesi, ad un progetto e successivamente ho continuato ad apportare il mio contributo nella sede di Modena.

Personalmente sono soddisfatto di ciò che faccio nell'ambito del volontariato: riuscire ad aiutare chi ne ha più bisogno è veramente gratificante!

Ci conosciamo ormai da un paio di anni, da quando hai iniziato a svolgere il Servizio civile presso il Comune di Modena. Raccontaci come è andata...

Fare il volontario di Servizio Civile Nazionale è stata un’esperienza che porterò sempre con me. Ho scelto il progetto “Giovani in comunic-azione” del Comune di Modena, ed ho svolto le attività di volontario alla Biblioteca Comunale Delfini ed anche nei punti di lettura delle biblioteche decentrate, presso le sedi dei Netgarage e presso il Fablab “MakeItModena”, partecipando a differenti progetti ed iniziative.

Ad esempio, la promozione, attraverso i canali social, delle attività svolte nei netgarage e al FabLab. Ero molto contento ed entusiasta!

Inoltre ho svolto la mansione di “facilitatore digitale” presso le biblioteche comunali (in particolare alla Rotonda, alla Crocetta e alla biblioteca del Villaggio Giardino): il mio compito consisteva nell'aiutare gli utenti della biblioteca che riscontravano difficoltà nell’utilizzo dei dévice (tablet, smartphone, pc, etc), ad accedere a programmi informatici, alla navigazione sul web e ai servizi online.

Il tuo contributo come volontario ha riguardato anche più direttamente Stradanove, proponendo alla redazione, giovani da (video)intervistare per le sezioni “Cronache di viaggio” e “Talenti modenesi”. Il “repertorio” delle tue proposte è sempre stato molto ricco e variegato: dalla video intervista a youtuber a cantanti/musicisti rap, dal percussionista con strumenti realizzati con materiali di recupero alla giocatrice di calcio a cinque, alla studentessa che ha viaggiato con Erasmus...

Sì, ho collaborato con “Stradanove” per le sezioni “Cronache di Viaggio”, riportando le testimonianze di ragazzi e ragazze che avevano fatto Erasmus o progetti simili; mentre per “Giovani Talenti Modenesi” svolgevo delle vere e proprie interviste (sia video che interviste scritte) a ragazzi/e del territorio che si dedicano alla musica, a fare video su youtube, etc. Non sono modenese di nascita ma di “adozione”, dato che vivo a Modena da quasi vent’anni, e penso che sia giusto (e sarebbe doveroso) supportare chi prova ad emergere con la musica, con Youtube o con altri mezzi che consentano appunto di sentirsi protagonisti.

Una volta terminato il servizio civile, hai continuato a collaborare come volontario sia nelle biblioteche che per Stradanove, anche ora che sei alla ricerca di un'occupazione retribuita. In quale ambito lavorativo vorresti proporti?

Una volta terminato il Servizio civile mi sono messo nuovamente alla ricerca di lavoro, senza dimenticare gli ambienti in cui avevo da poco smesso di lavorare e ho continuato (e per certe cose tutt’ora continuo) a dare la mia mano nelle vesti di semplice volontario.

Da sempre tendo ad aiutare, per come posso, gli altri, lo facevo costantemente molto volentieri e al meglio delle mie possibilità.

Quasi un anno fa ho deciso di lanciarmi nel mondo dell’American Bar: ho partecipato al corso presso la “Flair Inside” di Modena conseguendo l’attestato finale.

Sempre grazie alla Flair Inside ho avuto inoltre la possibilità di svolgere un Master di completamento e una formazione sulla preparazione di prodotti homemade (“prodotti fatti in casa” come liquori, sciroppi, bitter…).

Tu conosci il “Manifesto sulla notte responsabile” oltre alle attività del progetto Buonalanotte, che si propone ai giovani all'interno delle discoteche, pub, birrerie, etc. per promuovere la consapevolezza e l'attenzione ai rischi derivanti dall'assunzione di alcol soprattutto in relazione alla guida... Lavorando direttamente in questi contesti proprio come barman, quali considerazioni puoi aggiungere sul tema della somministrazione degli alcolici nei locali frequentati da giovani?

Contrariamente a quanto si può pensare, una delle prime regole che mi hanno insegnato è che “stare dietro ad un bancone comporta grandi responsabilità”. Non si diventa bartender (barman) con la finalità di far ubriacare gli avventori del locale o arrivare a farli stare male. Anzi!”

Ad oggi ho poca esperienza nel campo, ma ogni qualvolta sono stato chiamato in causa ho sempre rispettato alla goccia le regole di porzione. Soprattutto e, a maggior ragione, quando ho lavorato presso feste private e presso abitazioni: il mio obiettivo è far bene da bere, non far star male la gente. Ho iniziato l’estate scorsa con due feste private organizzate da amici e amiche: mi hanno chiesto di far da barman indicandomi quali erano i cocktail che avrei potuto preparare. Ho dato in entrambi i casi risposta positiva ed è andato tutto per il meglio: nessuno è stato male, anzi hanno preferito divertirsi più con gli amici e con i partecipanti alla festa, piuttosto che star in prima linea davanti al bancone. Penso che meglio di così non potesse andare!!

Anche nelle serate presso le abitazioni degli amici ho preparato cocktail, ma pure e soprattutto in queste circostanze non esagero mai e rispetto quelle che sono definite le “regole di porzione”, perché non voglio responsabilità sulla salute dei ragazzi, oltre al fatto che preferisco non avere a che fare con persone “sopra le righe”.

Ci fa piacere che il lavoro da barman sia di tuo gradimento! Quali progetti a breve?

Sono molto contento perché finora non ho avuto problemi di alcun genere; il mio intento e la mia speranza sono di poter continuare sicuramente su questa strada! La mia idea è quella di iniziare da locali “piccoli-medi” per apprendere bene e senza avere fretta o rischiare di sbagliare a causa del numero di persone che mi trovo davanti.


Giovanni Ferrari

ex volontario di Servizio Civile, volontario del Comune di Modena per “Giovani protagonisti@Stradanove

e Apprendista Bartender