SILVIA PAGLIANI

Architettura a ritmo di musica. Silvia Pagliani, di giorno esperta di progettazione di interni ed allestimenti, di notte eclettica dj

SILVIA PAGLIANI

La nuova "Giovane atipica" è Silvia Pagliani, ventottenne modenese. Silvia si è laureata a Parma in Architettura e ha studiato presso il Politecnico di Milano Bovisa per il conseguimento della laurea specialistica. Oggi è occupata nell'ambito della progettazione di interni ed allestimenti per l'agenzia "Sartoria Comunicazione", conservando una passione extralavorativa per la musica (su cui si esibisce come dj). E a Stradanove si è raccontata.

La vita a Modena: come la conduci? Cosa pensi di questa città?    La mia è una vita da pendolare! Ovvero: abito a Casinalbo (ancora per poco!) e mi barcameno tra la casa, il lavoro e gli amici, sparpagliati in diversi luoghi. Credo che il punto di forza di Modena sia il suo trovarsi in una delle zone culturalmente più vive d'Italia, con un'ampia offerta nei vari ambiti di interesse. Mi sembra che una città come Bologna, ad esempio, col passare del tempo, abbia perso la propria "egemonia culturale" sul territorio della Regione, permettendo anche agli altri capoluoghi - tra cui il nostro - di svilupparsi solidamente. Purtroppo, sono altrettanto convinta del fatto che Modena abbia ancora qualche importante passo da fare: per certi versi, infatti, è una città molto conservatrice e legata ad iniziative spesso poco attuali. E talvolta si rivela diffidente rispetto a tutto quel che riguarda gli orizzonti meno codificati.

Parlaci del tuo lavoro di architetto.    Ad essere operativa professionalmente, ho iniziato da poco. E' cominciato tutto nel post laurea, circa tre anni fa. E, a monte, la scelta di una facoltà come quella di architettura che è venuta quasi da sè. Forse un po' per esclusione: mai come in quel luogo, infatti, e con quegli studi, e davanti a quegli orizzonti professionali, ho capito di aver trovato la mia giusta collocazione.

Quali gli aspetti più appassionanti di questo mestiere?    Il fatto che l'architettura sia sempre, inevitabilmente presente nella mia vita. E che qualsiasi cosa, almeno in potenza, possa diventare oggetto di studio, di analisi, di interesse. Un locale, un negozio, un parco, una strada: tutto questo può essere comunicatiovo molto di più di quanto non si possa credere a una prima occhiata.

E le difficoltà più grandi?    Quelle sono spesso legate all'irrealizzabilità (per questioni economiche o di committenza) delle scelte dell'architetto. Dietro a ciò si aggirano scremature, mediazioni, cambiamenti rispetto all'idea originaria. Ma questo è spesso un motivo in più per riflettere su nuove soluzioni e rimetterle (e rimettersi) in discussione.

Se non architetto, chi avresti voluto essere?    Da bambina sognavo di aprire un'edicola o una cartoleria. Oggi, a ben vedere, escludendo la prima ipotesi per gli orari improbabili che il lavoro mattutino avrebbe comportato, se non fossi diventata architetto - chissà - mi sarei buttata su una cartoleria.

Le tue più passioni, quando stacchi? Classicamente, ascoltare dischi e guardare film.

E la tua vita da dj?    Il mio per la musica è un hobby, una vera passione, ma non posso parlarne in termini di professione: mi limito a fare qualche dj set, infatti, mettendo dischi in alcuni locali della zona, spesso in occasione di qualche evento culturale.

Il tuo bilancio sulla realtà notturna emiliana?    Positivo, in massima parte: tra l'Emilia e la Romagna passano molti dei gruppi che amo, pur restando Milano il fulcro delle migliori situaizoni. Da queste parti, però, il diffondersi locali di dimensioni medio-piccole ha moltiplicato le possibilità di organizzare serate molto diverse, differenziando l'offerta in un raggio ristretto. Certo, se le Province e i Comuni aiutassero più solidamente le realtà nuove, finanziandole dopo averne verificato il pregio, si potrebbe godere di serate più vicine a una cultura giovane e attuale.

Ambizioni per il futuro?    Non pensiamoci, non diciamole, che loro ci sono, sì, ma sono io ad essere un po' scaramantica!