NIMA BENATI

La prima foto in quarta elementare. Da allora la fotografia è diventata una passione e poi un lavoro. E Nima ha le idee chiare: "Voglio migliorare, giorno dopo giorno, scatto dopo scatto"

NIMA BENATI

Oggi incontro Nima Benati, classe ’92, fotografa bolognese emergente. E quando dico emergente, voglio dire che la ragazza ha tanto talento da vendere. Per chi come me si fosse chiesto quali siano significato e provenienza di questo dolce e atipico nome, ho la risposta: vuol dire “la metà del mio mondo” in persiano.

Su Facebook dice di sè:

Penso di essermi innamorata della fotografia durante la gita della 4° elementare.
non ricordo dove fossi, ma c'era il mare.
Scattai una foto che allora chiamavo “da cartolina” e quando mio padre la sviluppò mi promise che un giorno avrei avuto una macchina tutta mia, se avessi continuato ad essere così brava.
Alla fine quel giorno è arrivato, e voglio meritarmela la mia Nikon.
Voglio migliorare, giorno dopo giorno, scatto dopo scatto
.”

Ciao Nima, raccontaci chi sei.

Ciao! Ho 20 anni e sono una ragazza nata e cresciuta a Bologna. Fin da bambina sono sempre stata attratta dalle riviste patinate come una gazza ladra lo è da tutto ciò che luccica. Mi innamoravo dei vestiti, dei colori, delle luci, dei gioielli, delle modelle stesse, delle espressioni sui loro visi, di tutto ciò che per me era “bello”. Solo tre anni fa ho scoperto come poter catturare tutto quel mondo fantastico e farlo mio per costruire la mia realtà partendo da zero. Per gioco ho iniziato a fare delle foto alla mia migliore amica con una Nikon D40 e grazie al boom di feedback positivi su Facebook ho iniziato a ricevere decine di richieste da varie persone sconosciute che volevano essere fotografate da me. Un anno dopo ho aperto il mio studio fotografico ed eccomi qui oggi, a sognare di vedere una mia foto su quelle riviste che guardavo e guardo con tanta ammirazione.

Quale è stato il tuo primo "scatto”? Ti ricordi in quale momento avvenne,
perchè e come nacque poi in te la passione per la fotografia?

La prima volta che ho scoperto di provare un’emozione particolare di fronte ad una fotografia è stata durante la gita di quarta elementare, quando ancora si usavano le macchinette usa e getta! Per il genere fashion invece soltanto tre anni fa, usando come musa ispiratrice l’amica di cui ti parlavo. Insomma è nato tutto un po’ per gioco ma con il passare del tempo ho capito che poteva diventare la mia professione. E quando la tua professione è anche la tua più grande passione, il tempo vola.

So che la tua abilità non è stata influenzata da nessuna esperienza formativa rilevante, hai imparato tutto da sola. Come è stato possibile?

No, non ho mai studiato fotografia, il mio percorso è stato una naturale conseguenza dell'interesse che provavo verso questo mondo. Diciamo un misto di: fortuna, impegno, volontà e dedizione.
Anche se credo che il destino faccia fuoco con la legna che c’è.

Una lunga e promettente carriera ti aspetta, per essere agli esordi hai già alle spalle esperienze importanti. Quale ti ha gratificato di più?

Direi il servizio prodotto lo scorso inverno a Los Angeles dove ho scattato con una modella del posto ed ho dovuto lavorare e pensare in lingua inglese per farmi comprendere, spiegare le pose e descrivere ciò che doveva trasmettere nell’immagine che stavamo realizzando. Una volta visti i risultati, questa esperienza così unica nel suo genere mi ha dato una particolare carica e soddisfazione.

Il tuo nome inizia a farsi conoscere sempre più, soprattutto grazie alla collaborazione con due delle fashion blogger più in voga del momento: Chiara Biasi e Chiara Ferragni. Qual è la tua opinione su queste innovative figure che iniziano a farsi spazio nel mondo della comunicazione di moda?

Entrambe mi hanno stupito per il loro entusiasmo e colpito per la loro semplicità. Si tende a vederle come ragazze molto “lontane” dalle loro coetanee, ma davvero non è così. Lo ammetto, ero terrorizzata dall’idea di scattare con loro, peggio che dall’esame di maturità! Invece è stato come scattare con delle mie amiche, nessun imbarazzo o soggezione.

La posizione della fashion blogger è nata grazie alla potenza comunicativa che i social network hanno raggiunto negli ultimi tempi. Qual è il tuo rapporto con questo nuovo genere comunicativo? Spesso ti diverti ad immedesimarti come soggetto stesso dei tuoi scatti... Ti piace quindi stare da entrambe le parti della macchina fotografica? Avresti la possibilità di diventare tu stessa una fashion blogger con una "marcia in più". Cosa ti trattiene dal farlo?

Può non sembrare così ma non mi sento assolutamente a mio agio dall’altra parte dell’obbiettivo. L’unica persona con la quale riesco a posare tranquillamente per degli scatti è mia sorella. Lei è l’unica a conoscere davvero i miei gusti e i miei punti deboli (fisicamente parlando), così con molta pazienza riesce a far risaltare ciò che mi piace e nascondere ciò che odio di me stessa. Chiaramente invidio moltissime le mie “dee-modelle” per le foto che riescono ad avere e che io non riuscirò a possedere perché purtroppo non posso sdoppiarmi J

Altra cosa che ti contraddistingue, ami occuparti in prima persona di ogni aspetto del set: sceneggiatura, makeup, capelli, abbigliamento e accessori delle modelle. Perché questa scelta?

Normalmente ho un processo sempre molto simile che mi piace seguire. Quando arriva una ragazza mi piace scambiare due chiacchiere per conoscerla il più possibile, tentando di coglierne la personalità. Così metto in moto le mie conoscenze, la mia fantasia, i materiali e i set in mio possesso per creare intorno alla sua immagine la situazione migliore per valorizzarla. Dopodiché seleziono i set e i vestiti cercando di variare il più possibile gli uni dagli altri e infine inizio la preparazione “personale” della modella con trucco ed acconciature il più particolari che riesco, ma sempre in linea con quello che ho già in mente.
In questi momenti di sviluppo e cura estetica si consolida sempre più un rapporto di complicità con la modella, questo è molto importante per riuscire ad essere in sintonia nella fase successiva degli scatti, il momento più importante in cui la modella deve essere completamente a suo agio e la fotografa deve cogliere tutta la sensibilità che essa sa esprimere. Ad ogni cambio di set modifico le acconciature ed il trucco in relazione al nuovo outfit. È questo che mi piace di più nel mio lavoro: esaltare la femminilità insita in tutte le ragazze trasformandola in bellezza, il bello inteso nella sua forma più astratta che si può cogliere nell’intensità di un colore, di un dipinto, un gioiello o un paesaggio.
Curare ogni singolo dettaglio di ogni scatto mi da il pieno controllo della situazione e mi permette di realizzare esattamente l'immagine che si prefigura nella mia mente. Fatto ciò sono a metà dell’opera, il lavoro infatti non si esaurisce certo in studio: mi dedico personalmente alla post produzione in maniera quasi maniacale… Non avete idea delle ore passate davanti al computer, soprattutto in piena notte, il mio momento ideale per continuare a creare.

Progetti per il futuro? La tua massima aspirazione?

Il sogno che vorrei realizzare è quello di produrre campagne pubblicitarie per i più grandi marchi e ovviamente firmare copertine di riviste di moda, prima tra tutte Vogue.

Cosa consiglieresti a una giovane aspirante fotografa che volesse farsi "da sola" un po' come te?

Le direi di non aspettarsi di ottenere al primo scatto la foto perfetta, ma di accettare i propri limiti e cercare di migliorarsi scatto dopo scatto con grandissima pazienza e dedizione.