EMILY NAVARRO

Come vivono i giovani in Perù? Dove amano incontrarsi i ragazzi spagnoli? Italiani e spagnoli sono davvero così diversi? Ce ne parla Emily, giovane giornalista in stage a Stradanove grazie al Programma Leonardo

EMILY NAVARRO

Perù, Spagna, Irlanda e ora Italia. E, più nello specifico, Modena. Andiamo a conoscere la Emily, giovane giornalista in stage a Stradanove grazie al Programma Leonardo.

Sei nata in Perù, ti sei laureata in Spagna e ora svolgi uno stage in Italia. Raccontaci questo tuo percorso da autentica globetrotter.

Fin da piccola sapevo che un giorno avrei lasciato il mio paese, visto che tutta la mia famiglia paterna si trova negli Stati Uniti, ma non avrei mai immaginato che mi sarei invece ritrovata in Europa. Tutto cominciò otto anni fa quando decisi di andare in Spagna. Avevo poco più di vent'anni, lavoravo e facevo l'università - mi mancavano solo due esami alla laurea. Ma la mia curiosità e la voglia di conoscere una nuova cultura, assieme a ragioni personali, mi convinsero a lasciare la mia famiglia, gli amici e anche buone possibilità lavorative. Una volta in Spagna, mi resi conto ben presto che il percorso non sarebbe stato facile: dovetti innanzitutto preoccuparmi di avere sempre un lavoro in regola per poter rinnovare periodicamente il permesso di residenza.

Già questo mi rese difficile proseguire gli studi, inoltre dovevo ottenere un riconoscimento legale per i miei studi universitari peruviani, visto che non avevano lo stesso valore in Spagna. Finalmente, anche se dovetti ripetere buona parte degli anni di corso già fatti in Perù, riuscii ad ottenere la mia laurea in giornalismo.

Nonostante i sacrifici fatti, devo dire che ho ottenuto grandi soddisfazioni: la Spagna (assieme ai governi locali di Paesi Baschi e Catalogna) mi ha dato la possibilità di realizzare un Erasmus a Siena, un corso di lingua inglese in Irlanda e ora questo stage Leonardo in Italia.

La scelta di venire precisamente a Modena nasce dal fatto che mio marito è modenese. Mi ha sempre detto che Modena era una città piccola ma molto vitale, accogliente e ricca di storia. Inoltre, volevo conoscere la sua cultura e la sua gente.

Dal Perù alla Spagna. Quali sono state le differenze che hai colto appena arrivata? E le somiglianze?

È difficile identificare differenze o somiglianze tra Spagna e Perù, intanto perché c'è molta varietà culturale all'interno di ogni singolo paese... quindi posso parlare solo dei luoghi in cui ho vissuto, e forse mi dimentico molte cose perché ormai sono così abituata a vivere qui che molte cose non le noto o non le ricordo più.

Forse Lima (dove sono nata) potrebbe assomigliare a una Barcellona più caotica e più popolata. Mentre i Paesi Baschi (dove, una volta arrivata in Spagna, ho vissuto per tre anni) mi sembrano più simili alla zona di Modena.  Ricordo che una volta arrivata in Spagna notai molto la differenza di paesaggio, l'architettura, i modi di fare. E il clima: a Lima l'inverno più freddo non supera mai i 15 gradi, non nevica e non piove praticamente mai – nessuno usa ombrelli! Invece, nei Paesi Baschi a volte si andava sotto zero, e pioveva sempre. La lingua era la stessa, ovviamente, però, visto che vivevo in comunità autonome in cui si parlava una seconda lingua, dovetti fare i conti anche con la lingua basca e il catalano.

Mi stupiva l'esistenza della figura del Re, e l'importanza che ha nella vita politica spagnola. Però devo dire che mi impressionarono molto i castelli medievali: in Spagna e anche in Italia ce ne sono tantissimi, pieni di storia. Ne visito uno appena ne ho l'occasione.

Dalla Spagna all'Italia il passo non è tanto lungo. Ma immagino che qualcosa di diverso l'avrai notato?

Mi sembra, per quel che ho visto, che la tolleranza degli italiani verso i disservizi sia maggiore di quella degli spagnoli. Se un servizio pubblico in Spagna non funziona, la gente si lamenta, fa scioperi, manifesta pubblicamente la sua insoddisfazione – soprattutto in questo periodo di crisi. Forse gli italiani sono più riservati nel loro modo di esprimerla.

Inoltre, l'Italia è più formale nei modi di dirigersi alle persone, si usano i titoli professionali come appellativi e si dà sempre del lei per esprimere educazione e rispetto. In Spagna sono senz'altro più informali, preferiscono ridurre le distanze e lasciar fluire la conversazione.

Un'ultima cosa, e sempre dal mio punto di vista, è la presenza della “mamma”. In Italia appare veramente tanto, nelle pubblicità in televisione, nei discorsi degli amici, come una figura protettiva e sempre legata al suo ruolo materno. In Spagna la madre mi sembra sia rappresentata un po' più anche come donna, che si prende cura di sé e non solo di figli e mariti.

Come sono i giovani italiani rispetto a quelli spagnoli?

Non trovo vi sia molta differenza tra spagnoli e italiani a livello generale, noto invece differenza tra le culture interne ad ogni paese. Per esempio, tra la cultura del nord e quella del sud, in entrambi i paesi.

Credo comunque che i giovani spagnoli siano più informali dei loro coetanei italiani. Amano la comodità, lo stile casual, la varietà di colori, il taglio di capelli asimmetrico. I giovani italiani, invece, sono più propensi a vestirsi elegante, preferiscono colori come il nero o il grigio. Le ragazze non sono mai senza borsetta e amano portare i tacchi. E poi ci sono certe marche: se vedo un giovane con lo zainetto Invicta, so che è italiano!

Però non voglio generalizzare... non tutti si riconoscerebbero nella mia descrizione – incluso mio marito.

Piazze, locali, biblioteche, parchi? quali sono i luoghi di aggregazione dei giovani peruviani? E dei giovani spagnoli?

Né in Perù né in Spagna mi sembrano molto amanti degli spazi pubblici, forse perché piazze e parchi sono frequentate principalmente da bambini e anziani, e le biblioteche sono spazi riservati allo studio, in silenzio e spesso da soli.

In Perù i giovani si conoscono a scuola, all'università, sul lavoro o in altri luoghi come le discoteche, però se si tratta di uscire con amici preferiscono vedersi in un caffè o in una birreria. Di solito non ci si incontra in  piazze o parchi perché Lima è una metropoli con sette milioni e mezzo di abitanti, è troppo grande, gli amici vengono da quartieri diversi – ognuno popoloso come l'intera Modena – quindi i luoghi all'aperto non sono presi come punti di riferimento. Inoltre, il livello di rischio è più alto, se sei una ragazza ed esci di notte molto probabilmente qualcuno verrà a prenderti a casa per poi raggiungere gli altri amici in un locale.

In Spagna, invece, la gente si concentra nei bar. Ve n'è una gran quantità, anche tre o quattro in una stessa strada, persino in quartieri non turistici. Quindi quelli sono i luoghi di ritrovo per i giovani, e giocano un ruolo molto importante nel processo di interrelazione, perché la gente di solito sta in piedi o seduta al bancone e questo incoraggia l'interazione con gli altri avventori.

Usciti dalle scuole o dalle università, come si muovono i ragazzi peruviani e spagnoli per trovare lavoro? Esistono (e funzionano) i centri per l'impiego? Il web è ancora il canale più gettonato?

Perù e Spagna sono due realtà differenti. In Perù è molto difficile entrare in un'università pubblica, approssimatamene ogni anno si presentano 40 o 50mila iscritti per quattromila posti distribuiti tra sessanta carriere professionali. É possibile che la facoltà più richiesta riceva oltre mille iscrizioni per solo quattordici posti disponibili. Quindi, una volta terminata l'università, non c'è nessuna difficoltà a trovare impiego nella professione corrispondente. Internet è il mezzo più utilizzato per la ricerca del lavoro. Altrimenti, se una volta finite le scuole superiori una persona non prosegue gli studi, potrà trovare offerte di lavoro non specializzato anche negli annunci sui giornali.

In Spagna, invece, non ho visto molta differenza tra chi ha fatto l'università e chi no. In entrambi i casi, prima o poi tutti avranno bisogno di iscriversi a un centro dell'impiego, sia pubblico che privato (agenzie interinali). Soprattutto adesso che la situazione economica è così difficile. Se funzionano? Credo che facciano del loro meglio, però con un tasso di disoccupazione così elevato non ci sono tante soluzioni ora come ora. In quanto a Internet, chiaramente è un'altra risorsa molto usata, come credo ormai ovunque.


Ti sei specializzata in grafica e web. Come dovrebbe essere, che caratteristiche dovrebbe avere, a tuo parere, un sito dedicato ai giovani? C'è qualche esempio, spagnolo, peruviano ma non solo, che ci consigli di visitare?

Dal mio punto di vista penso che l'importanza del contenuto e della forma non si separano nella presentazione di un sito web indirizzato ai giovani. Secondo me, le istituzioni pubbliche si preoccupano molto dei contenuti considerati di utilità per i giovani, però non della forma in cui a loro piacerebbe vederli. Se ne avessi la possibilità farei una sperimentazione con un gruppo di ragazzi e ragazze: chiederei loro di descrivere e disegnare un sito web ideale. Visto che il gruppo di riferimento sono i giovani, sarebbe interessante dar loro voce in capitolo e tenere in considerazione le loro idee. Per quanto mi riguarda, mi piacciono i siti web con una forte componente visiva.

Infine, consiglio di visitare il sito di Stradanove, dove si vede un ottimo lavoro da parte di tutti i professionisti coinvolti. Inoltre, guardando le statistiche, risulta essere molto visitato anche da fuori Modena, e questo è senz'altro un vanto per un sito pubblico locale.


Hai studiato giornalismo a Barcellona. Cosa vuol dire per te scrivere, comunicare? Raccontare, documentare, spiegare, informare, stimolare, incuriosire? O cosa altro?

É ciò che mi appassiona: fin da bambina sono sempre stata molto percettiva e comunicativa, credo sia una dote innata. Mi è facile stabilire un contatto con gli altri perché riconosco l'importanza della comunicazione verbale e non verbale. Mi interessa sapere ciò che l'altro pensa, come sviluppa il suo discorso, quando, dove e perché sostiene certi argomenti, mi interessa l'essere umano e la sua complessità. Il mio obiettivo è comprendere il messaggio, e trasmetterlo attraverso i diversi mezzi di comunicazione. Mi considero semplicemente una mediatrice del processo comunicativo, espongo fatti e commenti e ricorro all'uso del ragionamento e della sensibilità umana.