Riforma del Copyright
Il 26 marzo 2019 il Parlamento europeo ha votato a favore delle nuove regole europee per il diritto d'autore. Il 15 aprile il Consiglio dell'UE ha approvato la riforma in via definitiva.
Il Parlamento europeo, in data 26 marzo 2019, ha approvato la riforma a favore del copyright e con l'ultimo passaggio formale diventerà legge.
La direttiva approvata stabilisce regole che andranno ad accontentare gli editori e gli artisti che chiedono una remunerazione da parte delle piattaforme che utilizzano i contenuti.
La riforma andrà quindi a colpire piattaforme quali Google, Facebook, Youtube.
Wikipedia, pur non essendo toccata dalla riforma, si è oscurata per 24 ore in segno di protesta, pubblicando il seguente comunicato:
“Il 26 marzo il Parlamento europeo voterà su una nuova direttiva sul diritto d’autore. La direttiva imporrà ulteriori oneri di licenza ai siti web che raccolgono e organizzano le notizie (articolo 11), e forzerà le piattaforme a scansionare tutti i materiali caricati dagli utenti e bloccare automaticamente quelli contenenti elementi potenzialmente sottoposti a diritti d’autore (articolo 13).
Entrambi questi articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione e la partecipazione online. Nonostante Wikipedia non sia direttamente toccata da queste norme, il nostro progetto è parte integrante dell’ecosistema di internet. Gli articoli 11 e 13 indebolirebbero il web, e indebolirebbero Wikipedia. Il voto è imminente.
Per favore, dedica due minuti del tuo tempo a contattare i tuoi rappresentanti nel Parlamento europeo e dir loro che non puoi appoggiare una direttiva che contenga l’articolo 11 o l’articolo 13.”
Un portavoce di Google ha fatto sapere che la riforma approvata è "stata un miglioramento, ma porterà ancora incertezza giuridica e danneggerà le economie creative e digitali".
Google fa riferimento all’art. 15 e 17 che richiedono una autorizzazione al fine di poter pubblicare i contenuti protetti da copyright sulle piattaforme che offrono dei servizi quali Google, Google News, Facebook, Youtube.
La riforma non parla esplicitamente di algoritmi che dovranno filtrare preventivamente i contenuti senza licenza, tuttavia le piattaforme, in caso di reclamo, dovranno dimostrare di avere fatto il possibile per l’ottenimento di una autorizzazione alla pubblicazione del contenuto protetto.
In sintesi:
– Gli editori possono negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei loro contenuti.
– I link rimangono liberi e gratuiti.
- Non saranno applicate sanzioni agli utenti che caricano materiale protetto da copyright, non ci saranno algoritmi che filtreranno i contenuti preventivamente, ma le grandi piattaforme dovranno garantire il massimo sforzo per non rendere disponibili i contenuti per cui non hanno i diritti.
I meccanismi di reclamo quindi non saranno gestiti da algoritmi, ma da persone che dovranno caricarsi di una considerevole mole di lavoro.
– Enciclopedie online che non hanno fini commerciali come Wikipedia, piattaforme per la condivisione di software open source, come GitHub, e cloud sono esentati dalle nuove regole sul copyright.
– Meme, gif, caricature, citazioni, rimangono liberi di circolare online.
– Start up e PMI sono esentate da alcuni obblighi.
A cura di Civibox
Aprile 2019