Gli hacker spopolano su Telegram: il sistema di crittografia è troppo sicuro

In Russia e Iran la nota applicazione è stata bloccata per non aver concesso alle autorità le chiavi di crittografia

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È un provvedimento esecutivo quello messo in atto dalla corte Tagansky di Mosca nei confronti di Telegram: l’accesso all’applicazione sarà sospeso finchè i servizi di sicurezza del Governo russo (FSB) non avranno accesso alle chiavi per decifrare i messaggi degli utenti.

“Telegram è oramai il nuovo terreno fertile degli hacker per commettere attività illecite e sfuggire alle autorità”. È quanto afferma l’azienda israeliana di sicurezza Check Point Software Technologies in merito alla bufera che ha coinvolto la ‘creatura’ di Pavel Durov. Il fondatore dell’app ha dichiarato che "Telegram può permettersi di non tener conto dei flussi finanziari o della vendita di pubblicità: la privacy non si vende e i diritti umani non possono essere sacrificati per paura o avidità. Utilizzeremo metodi incorporati per bypassare il blocco senza richiedere l'intervento degli utenti, sebbene l'accessibilità al 100% del servizio senza Vpn non sarà garantita".

Sebbene il sistema di crittografia di Telegram costituisca un punto di forza in quanto a sicurezza delle chat rispetto alla concorrenza, al tempo stesso rappresenta un'opportunità per i criminali del web per compiere attività criminose all’interno dei cosiddetti “canali”, tra cui offerte di lavoro illecite, strumenti di hacking, documenti rubati e addirittura la possibilità di falsificarli, riuscendo comunque a mantenere la propria identità completamente nascosta.

Ma cos’è la crittografia?

È un sistema che permette di “cifrare” un messaggio facendo sì che solo il destinatario possa visualizzarlo correttamente in quanto in possesso della chiave di decrittazione. Questa tecnica, in continua evoluzione, ha origini molto antiche: le prime tracce risalgono ai tempi dell’Impero romano.

A cura di Civibox

giugno 2018