NOIR (CON UNA PICCOLA LUCE IN FONDO), BARU

Futuri (e passati) imperfetti

NOIR (CON UNA PICCOLA LUCE IN FONDO), BARU

Emergenza, rabbia, buio, banlieu trasformate in ghetti, futuri terribili che rievocano passati che, volenti o nolenti, non si possono dimenticare. In “NOIR” Baru prosegue sulla strada dell’impegno sociale raccontando tre storie dure e angoscianti, realtà di periferia in cui aleggiano atmosfere messe in scena da maestri del calibro di Otomo o Altuna.


   I primi due racconti, “Buon anno 2016” e “Buon anno 2047”, nati negli anni ’90 come protesta disegnata all’avanzata del Fronte Nazionale di Le Pen, sono ambientati durante l’ultimo giorno dell’anno: nel primo Kent rimane senza benzina ed è costretto ad andare alla festa spingendo a mano la sua auto, nella speranza di rifornirsi da una delle vetture in sosta incontrate lungo la strada. Non tutto andrà come previsto…


   Nella seconda Julien ha finalmente trovato una ragazza con cui festeggiare l’arrivo del 2047, ma uscire dalle banlieu per recuperare un profilattico – che, a causa della proliferazione dell’Aids, vale ormai come l’oro per gli abitanti delle periferie – significa finire nel mirino delle guardie che controllano l’accesso alla città.


   La terza e ultima storia è una rivisitazione di Giulietta e Romeo ambientata nella Belfast divisa tra cattolici e protestanti. La tragedia è in agguato in ogni tavola, ma forse, come suggerisce il titolo della raccolta, in fondo al tunnel c’è una luce di speranza per i due giovani amanti.


   Baru non tradisce nemmeno questa volta: le sue trame di periferia e disagio, politiche e dure, sono al tempo stesso atti d’accusa, racconti d’amore e guerra (urbana) e splendidi esempi di arte sequenziale.


   L’occhio è gratificato da volti e corpi tratteggiati con dinamismo e talento, la mente è stimolata da un continuo fiorire di spunti e riflessioni che corrono sopra e sotto la storia. Difficile pretendere di più…

Baru, NOIR (con una piccola luce in fondo), Coconino Press, pagg. 144, euro 13,50