L'AUTUNNO '79, HUGUES BARTHE

Una storia drammatica ed emozionante, che trasuda sincerità, che trasmette calore, che scava nell'intimo senza paura di sporcarsi le mani o far uscire le lacrime

L'AUTUNNO '79, HUGUES BARTHE

C'é qualcosa di forte, intenso, straziante e al tempo stesso straordinariamente vivo e vivifico nel racconto a fumetti di Hugues Barthe "L'autunno '79".

Questo doloroso e consapevole diario intimo si può leggere come una sorta di perenne fuga da un'esistenza complicata, una fuga in verità sempre abbozzata e mai portata a termine. Perché a 15 anni è difficile lasciare la famiglia per ri-cominciare (senza forse aver mai cominciato davvero), difficile anche se tuo padre, conosciuto da tutti come un simpaticone, quando scende il sole annega i suoi malesseri nell'alcol e diventa violento, talmente violento che l'acquisto di un fucile e la promessa di usarlo sui propri cari suona più come una minaccia che come una boutade.

Ed è ancor più difficile se per tua madre sei quasi un estraneo, una sorta di coinquilino che non ha scelto e col quale è costretta a dividere la casa.

E così le fughe del giovane Hugues sono suo malgrado solo brevi parentesi, quasi delle boccate d'aria in una vita sempre in apnea. Salvifiche sono le settimane dalla zia Dominique, lontano dal piccolo e sonnacchioso paesino della provincia francese che l'ha visto crescere, in una cittadina in cui le opportunità di vedere e conoscere paiono sterminate, con le ore da impiegare a disegnare, ascoltare musica classica, leggere i libri della cugina, sognare di essere Martin Eden e chiacchierare sino allo sfinimento.

Salvifiche ma non eterne, e col presente, con la vita reale in cui anche le relazioni con gli altri ragazzi sono complesse, che ogni volta torna.

Ci vorranno decenni e decine e decine di pagine a fumetti per risolvere o, meglio, accettare il conflitto familiare che ha segnato sua la vita. Ma la consapevolezza sarà un dono importante da cui ripartire.

Una storia drammatica ed emozionante, che trasuda sincerità, che trasmette calore, che scava nell'intimo senza paura di sporcarsi le mani o far uscire le lacrime: dopo l'ottimo "L'estate '79", Barthe Hugues conclude il suo racconto in maniera magistrale, mettendosi a nudo e descrivendo senza scorciatoie (nemmeno grafiche, visto che i pochissimi momenti onirici del romanzo sono perfettamente inseriti nella narrazione) la sua vita e i suoi dolori.

Alla fine non ci sono vincitori o vinti. Solo persone. Che hanno sbagliato, che sono fuggite, che sono tornate o che ci hanno provato. Persone che hanno vissuto.

Hugues Barthe, L'autunno '79, Edizioni Clichy, pagg. 128, euro 17

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