INTERVISTA A MARINO NERI

Stradanove incontra l’autore (modenese) dell’emozionante graphic novel ‘La coda del lupo’

INTERVISTA A MARINO NERI

Marino Neri, modenese classe '79, esordisce nel mondo del fumetto nel 2007, quando il suo "Il re dei fiumi" vince il prestigioso concorso "Komikazen - Festival del fumetto di realtà”. L'anno dopo il fumetto esce per i tipi della Kappa Edizioni, e lo stile espressivo del suo tratto, unito alla capacità di evocare emozioni forti attraverso le immagini, ne fanno uno dei giovani autori più interessanti del panorama nazionale.
   A distanza di tre anni da quel suo felice esordio (ma in mezzo ci sono state mostre e storie pubblicate su Corriere della Sera, Internazionale, Canicola, oltre al premio Nuove Strade, il riconoscimento che il Napoli Comicon, in collaborazione con il Centro Fumetto Andrea Pazienza, assegna a un autore emergente distintosi durante l'anno), Neri torna a parlare di infanzia (nel “Re dei fiumi” il protagonista era un bambino che usava l'Immaginazione per interpretare il mondo e la realtà che lo circondava) con "La coda del lupo", graphic novel targato Canicola da poco uscito nelle librerie italiane.

Cosa racconta "La coda del lupo"?    La storia parla di tante cose. Ho voluto raccontare un momento molto preciso della vita della mia protagonista, il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, un momento tanto intenso quanto confuso. La storia è ambientata nei primi del '900 nel nostro Appennino. Mi piace pensare che la storia affronti anche temi legati al lato più "misterioso" della femminilità.

Un romanzo di formazione in cui la parola chiave sembra essere il  cambiamento.
   Penso che ogni storia di formazione parli di cambiamento.
L'idea del cambiamento nella mia storia è resa sotto forme diverse: dalla metamorfosi nella donna lupo, al racconto di un mondo (quello contadino di inizio secolo) che non esiste quasi più.

Interessante il rapporto tra natura e religione che racconti nel libro.
   I luoghi naturali ispirano sentimenti religiosi.
Boschi, caverne, miniere, e montagne stabiliscono un rapporto di "estasi mistica" con l'uomo, in un certo modo la religione è come se cercasse di replicarlo, ed è forse un derivato di questo rapporto. Nel mio racconto però, religione e natura, non sono in antitesi ma si scambiano costantemente ruoli fino a confondersi.

Come nascono le tue favole a fumetti? A quale immaginario ti ispiri?    Le tavole nascono sempre da una storia, e l'immaginario a cui mi ispiro è il più vario, anche se sempre legato alla cosa che voglio raccontare. Per "La coda del lupo" in molti hanno parlato di riferimenti al mondo delle fiabe (che comunque ci sono), ma la mia ricerca iconografica è andata spesso verso un intento realistico, almeno come ambientazioni e personaggi.

Come per "Il re dei fiumi", anche "La coda del lupo" ha avuto  un'edizione francese.
   Esatto sono entrambi pubblicati da Atrabile. Casa editrice svizzera che ho conosciuto durante un mio viaggio ad Anguouleme e che si è subito dimostrata interessata ai miei lavori.

Guardando il tuo tratto, sembri un pittore "prestato" al fumetto?
   Per molti anni ho studiato pittura, ma a livello pratico non vedo queste differenze. Il fumetto è un linguaggio abbastanza indipendente dal segno che utilizzi e difatti la "grammatica" dei segni che puoi utilizzare è praticamente infinita e non penso esista un segno che possiamo definire solo "fumettistico".

Quali sono gli autori che più hanno influenzato il tuo segno?    Tantissimi. Tutt'ora sono molto influenzato da quello che vedo e leggo. In passato ho letto di tutto, dai classici ai comics, passando per i manga.

Com'è nato il tuo rapporto di collaborazione con Canicola?    Ho conosciuto i ragazzi di Canicola nel 2006 al festival Fumetto di Lucerna e da allora è nato uno scambio di idee e collaborazioni che è sfociato nella pubblicazione del libro e che sta continuando con mostre e presentazioni.

Su cosa stai lavorando ora?    Sto lavorando a una ulteriore storia lunga, per ora sono ancora in fase di stesura e preferisco non svelare troppo. L'unica cosa che posso dire e che mi piacerebbe lavorare con il colore, sto facendo le prime prove.

Cosa pensi del Progetto di raccolta pubblica di disegni, tavole originali a fumetti, disegni d'animazione e illustrazioni promosso dal Museo civico di Modena? Hai qualche suggerimento da darci?    Mi sembra un' ottima cosa, un buon modo perché un bel pezzo di storia non possa andar perso. La raccolta può fungere da testimonianza ma anche da stimolo per autori futuri, io stesso pur abitando a Modena conosco poco la scena Modenese e la sua storia, sembra un paradosso ma è così.