GROENLANDIA MANHATTAN, CHLOÉ CRUCHAUDET

Il toccante racconto di formazione di Minik, costretto a vivere tutta la vita da straniero in terra straniera

GROENLANDIA MANHATTAN, CHLOÉ CRUCHAUDET

1897. Tutto inizia al Polo nord, tra i ghiacci della Groenlandia. Tutto inizia da un insuccesso, l’ennesimo,  dell’esploratore americano Robert Peary, che per giustificare alla nazione i suoi viaggi, le tante spese e gli scarsi risultati raggiunti, ha la (poco) geniale idea di portare con sé a New York, quasi fossero fossili viventi, due famiglie di eschimesi.

   Avete presente la storia di King Kong, stordito dai gas lacrimogeni, legato da pesantissime catene, strappato alla sua terra ed esibito in un teatro di Broadway come l'ottava meraviglia del mondo? Beh, togliete la parte sui lacrimogeni, sulle catene e su Broadway, e più o meno siamo da quelle parti…

   Ad “accogliere” i cinque spaesati inuit, un tripudio di luci mai viste, edifici inimmaginabili e rumori senza sosta. Ma anche razzismo, ignoranza, malattia. Solo Minik, il più piccolo (appena un bimbo) sopravvive a questo bagno nella cosiddetta civiltà. Una civiltà che lo adotta, gli dà il cognome Wallace e cerca di renderlo meno diverso.

   Ma il desiderio di conoscere la propria storia, di ritrovare le proprie radici, porterà un Minik ormai cresciuto a tornare al suo villaggio, per scoprire di essere diventato anche laggiù, come nella Grande Mela, uno straniero in terra straniera.

   Tratto da una storia vera, “Groenlandia Manhattan”, fulminante esordio della fumettista francese Chloé Cruchaudet (vincitrice per quest’opera nel 2008 del Premio Goscinny), è un crudele e al tempo stesso tenero racconto di alterità e scoperta, illustrato in maniera sontuosa (notevolissimi gli acquerelli che danno vita ai paesaggi del nord) e narrato con grazia e affetto.

   Ricco di momenti altamente drammatici e commoventi (ma le scene buffe e surreali non mancano), Groenlandia Manhattan tocca probabilmente il suo punto più alto quando mette di nuovo uno di fronte all’altro i due protagonisti di questa incredibile storia, Robert Peary, una sorta di Buffalo Bill dei ghiacci sempre più concentrato su se stesso e sul suo desiderio di gloria, e Minik, prigioniero per sempre di una disperata ricerca della propria identità.

Chloé Cruchaudet, Groenlandia Manhattan, Coconino Press, pagg 140, euro18